La Val d’Aosta di Mike

di Rita Occidente Lupo

Quando il piccolo schermo bucava le uggiose serate casalinghe. E la tv, grazie al suo tubo catodico, in bianco e nero, appannaggio di pochi eletti. Lui, che poi sarebbe diventato il super Mike, aggregante con i suoi quiz. Da “Lascia o raddoppia” a “Paperissima”, in un crescendo attentivo per tenere alta l’audience popolare. Il noto presentatore newyorkese, sposo per ben tre volte, nonostante i ritmi serrati del set, transitando dalla radio al piccolo schermo con disinvoltura, dopo aver anche raddrizzato dalla Boncompagni la dizione per strada, elevato alla cronaca mediatica per il suo “Allegria”. Più volte reiterato parodicamente da Gigi Sabani e da altri provetti comici del nostro tempo: compagno di viaggio di Corrado e del Pippo nazionale, anche per lui lo smoking per la conduzione del Festival sanremese. Una presenza, la sua, discreta, sotto i fari della devastante popolarità, che spesso ama blaterare gossip senza ritegno. Su Mike, salvo qualche piccola eccezione, solo il sorriso per le sue impeccabili gaffe…alla Paperissima. L’infarto, letale nella sua casa di Montecarlo, imprevisto per gli amici e per i compagni di carriera, avvezzi a vederlo reggere, al di là degli anta, sempre il polso della notorietà. Per lui, predisposti funerali di stato, nel duomo di Milano, passando nelle pagine del nostro tempo, senza dubbio come un giornalista avvezzo alla comunicazione immediata, senza manipolazioni di sorta. La sua passione per le vette: ad alta quota, laddove il bianco delle nevi, si confonde con il terso del cielo. Negli spot, immancabile la grappa! La Val D’Aosta, suo rifugio privilegiato, dove amava tuffarsi catarticamente nella natura senza pietà. Proprio in tale paradiso delle nevi, un omaggio a lui, che le ha amate fino in fondo: un museo a Plateau Rosa, a 3.500 metri di altezza, con le testimonianze del suo amore per l’altitudine. Un modo singolare, se si vuole, per continuare a non vivere nel clamore, ma per immortalare quella sana passione che, senza crear danno alcuno, in vita ha proiettato, al di là dei fari del successo, Bongiorno in una dimensione autentica, nel primigenio rapporto uomo-natura, recentemente così messo in crisi. Proprio qui, dunque, un ossigenante modo di rispolverare il passato, rivisitare pezzi di un vissuto, a tanti sconosciuto. Ed affondare anche la curiosità immediata, in quelle spicciole ricette di saper vivere, che Mike cercava di snocciolare anche dietro la valanga di milioni, che le reti elargivano ai baciati dalla buona sorte. O dalla fortuna, quella che riesce sempre a mettere in gioco, per dirla con Machiavelli, anche l’astuzia dei singoli…o la cultura, banco costante di prova per il goliardico Bongiorno!