L’angolo del cuore con Dora Marchionni

Consapevolezza

 

Avevano trascorso una bellissima estate, il sole li aveva baciati per lunghe giornate; grandi e piccoli, ognuno era orgoglioso del proprio taglio e il proprio manto sorrideva. Sapevano che il destino che li attendeva non era dei migliori e alcuni, i più piccoli, erano già stati sacrificati. I fiocchi di neve pian piano scesero giù dal cielo e il freddo cominciava a sentirsi. Loro, lì, infreddoliti,  l’uno sull’altro, cercavano di riscaldarsi ma, nessuno aveva il coraggio di nominare la parola “fuoco”, parola temuta soprattutto dai più grandi, che  avrebbero avuto una fine più lenta. Sapevano che sarebbe arrivato subito il momento…. Pian piano, la grande pila si alleggeriva e, alla grande presa della mano umana, molti lasciavano briciole di segatura, come gesto di saluto verso chi rimaneva. L’ unica cosa che li confortava era che la loro fine avrebbe rallegrato serate, riscaldato e fatto gustare succulenti bocconcini.

I più anziani davano forza ai piccoli….. Cercavano di abbandonarsi al proprio destino con consapevolezza che, comunque sia, gli uomini non avrebbero mai rinunciato a loro. Consapevoli di ciò, ognuno di loro cercava di fare una bella figura  con la propria fiamma. I più piccoli si misero insieme a fasci, per averne una, più alta e vigorosa, i più grandi cercavano di durare più a lungo, per dare una maggior  brace e calore.

Sarebbero stati, così, ricordati egregiamente……….

 Dora Marchionni

 

3 pensieri su “L’angolo del cuore con Dora Marchionni

  1. Questo scritto molto bello di Marchionni Dora, secondo me è un’allegoria molto suggestiva e delicata in se stessa, filtrata attraverso una fatto puramente reale, quale il legno che brucia, sia esso grande, sia esso piccolo (in ogni caso diverso da qualsiasi altro tipo di legno), ed il fuoco. Sia il legno che il fuoco, potrebbero essere rappresentate, come immagini allegoriche, il primo potrebbe tranquillamente rappresentare l’uomo che vive la sua vita ed il secondo potrebbe rappresentare un filtro o un trapasso a vita migliore, quale la morte. La terza figura presente in questo racconto è l’uomo, il quale interpreta la figura di colui che decide il destino di ogni pezzo di legno, quando e come deve morire: “I più anziani davano forza ai piccoli….. Cercavano di abbandonarsi al proprio destino con consapevolezza che, comunque sia, gli uomini non avrebbero mai rinunciato a loro”.

    Massimo Eccli.

  2. Riuscire a dare vita alle cose con dialoghi ed espressioni vuole dire saper riuscire a guardarsi dentro con grande spirito di osservazione. Ricordo l’esercizio di composizione che l’insegnante ci dava di poter inventare dialoghi tra due oggetti come la biro e la carta per scrivere…non è facile dare vita agli oggetti e chi lo fa è dotato di quella fantasia e creatività che appartiene alle persone pure di sentimento quale Dora Marchionni è. Complimenti ancora, continuerò a leggerti molto volentieri e ad apprezzare i tuoi bellissimi dipinti!

  3. Un’allegoria ricca di fascino e delicate emozioni. Quasi con animo incantato racconti il percorso della nostra vita , il senso della nostra esistenza. un bacio Rita

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