Renato Carpentieri è Carlo Poerio in “Noi Credevamo” di Mario Martone

 Noi credevamo è un film bellissimo e vivo come è vivo un corpo bello e intelligente. Un film coraggioso e girato in paesaggi meravigliosi come quelli del Cilento”. E’ così che Renato Carpentieri descrive la pellicola di Mario Martone nella quale interpreta Carlo Poerio accanto a una lunga schiera di illustri colleghi chiamati a raccolta dal regista per il colossal che in questi giorni è in programma al Delle Arti di Salerno. La storia è circoscritta agli anni travagliati del risorgimento italiano e parte da tre giovani meridionali che reagiscono alla repressione borbonica dei moti del 1828 affiliandosi alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. “Di questi tempi – prosegue Carpentieri – ci vuole coraggio per affrontare una produzione così complessa, in costume, con tanti attori. Merito del talento e della tenacia di Mario Martone che ha voluto un film che raccontasse le speranze di quella generazione che ha fatto il Risorgimento: Italia una, ma giusta. Alcune delle direzioni di sviluppo della nazione, delle richieste popolari sono state soffocate: uguaglianza, democrazia, giustizia sociale, lotta al latifondo. L’Unità si è rivelata essere un’annessione del Sud al Piemonte, lasciando alcuni problemi irrisolti, altri aggravati, e grandi speranze deluse che hanno lasciato spazio anche al terrorismo regicida”.Nel colossal, tra decine di attori e comparse, Renato Carpentieri appare arrestato e incatenato, imprigionato. “Martone ha dato spazio e possibilità a un gran numero di talenti, giovani e meno giovani. Sono stato felice di lavorare con molti attori inglesi; mi sono divertito anche se ho recitato in un carcere e con i ceppi di ferro alle caviglie. Nel film interpreto il barone Carlo Poerio, monarchico-liberale convinto, condannato all’ergastolo dal Borbone nel 1849 e rinchiuso nelle carceri di Nisida, di Ischia e poi di Montefusco, dove, nel film, incontra Domenico (Luigi Lo Cascio) e Sigismondo di Castromediano (Andrea Renzi). E pensare che, da Ministro borbonico, Poerio era convinto che la monarchia fosse l’unica condizione per l’Unità d’Italia e che, tra le monarchie, l’unica ad averne diritto fosse quella Borbonica. Poi, dopo l’unità d’Italia, dopo essere stato eletto al primo Parlamento italiano, cosciente di quello che stava accadendo al suo Sud, uscì quasi del tutto dalla scena politica e, nel 1861, rifiutò gli inviti di Cavour al Ministero”. Attore e regista, tre anni fa Carpentieri ha fondato il Centro Universitario Teatrale nel Campus di Fisciano, dove ha lavorato assiduamente con più di 50 allievi. Adesso l’università sta studiando con lui la possibilità di prolungare quest’esperienza per un altro biennio.