L’assalto finale

Angelo Cennamo

Ci risiamo. Il solito network di poteri forti che vorrebbe occupare il Paese e governarlo a modo suo, infischiandosene cioè della democrazia e del voto popolare, si è rimesso in moto per dare l’ennesima spallata a Berlusconi. Stavolta gli oppositori, i paladini del costituzionalismo e dell’etica pubblica, si augurano che il colpo possa essere decisivo, tale da indurre il cavaliere a precipitare sul viale del tramonto una volta e per sempre. Già pregustano le vignette di Vauro che lo raffigurano sul bordo della piscina della villa di Antigua, a raccontare barzellette su Rosy Bindi palpeggiando una minorenne. L’ambizione del resto non è nuova. Sono 16 anni che il centro sinistra preannuncia l’uscita di scena di sua emittenza, dopo averlo giudicato una breve parentesi nella storia repubblicana. Stavolta, però, una novità c’è. A chiedere la testa di Berlusconi non è solo la sinistra comunista delle toghe rosse, dei giornaloni progressisti ( quelli, per intenderci, che non fanno dossieraggi, ma inchieste) e dei talk show della tv più dotta. A questa schiera di moderni giacobini si è aggiunta, infatti, un manipolo di politici di destra (?), i quali, dopo aver battagliato con Silvio Berlusconi per due o tre lustri fondando partiti e coalizioni, hanno scoperto, improvvisamente, che il cavaliere era il male assoluto e che per questo deve essere congedato prima possibile. Succede così che il presidente della camera, nominato per quella carica dalla sua stessa maggioranza, dopo aver espresso nelle sedi più inopportune il massimo dissenso al capo del governo sugli argomenti più disparati, si estromette dal partito che ha cofondato per dare vita ad un’altra formazione politica, che si schiera con la maggioranza, partecipa all’attività di governo attraverso alcuni suoi esponenti, ma che nel contempo si adopera in un’azione di contrasto all’esecutivo come nessun altro partito di centro sinistra. Ma il paradosso non finisce qui. Oggi la terza carica dello Stato, che detta la linea politica anche agli esponenti del suo partito presenti nel governo, arriva a chiedere le dimissioni del premier per poter rinegoziare il programma ed aprire la maggioranza a nuovi ingressi, come se quella numericamente  “bulgara” uscita dalle urne nel 2008 fosse insufficiente a portare a compimento la legislatura. Per riuscire in tutto questo, pare che Fini abbia pure vita facile. Ad avallare l’operazione, a dir poco singolare, sono in tanti. E certe concomitanze sembrano addirittura agevolare il suo percorso. Il crollo della domus dei gladiatori a Pompei arriva al momento giusto per eliminare dallo scacchiere di palazzo Chigi il ministro Bondi. Le dichiarazioni scabrose di alcune soubrettine riportano alla ribalta il solito vizietto del cavaliere, facendolo passare per un affare di Stato. Il Giornale di famiglia viene messo a soqquadro per una stranissima indagine giudiziaria, e il suo direttore viene imbavagliato per tre mesi – fosse accaduto ad altre testate, sarebbe scoppiata la rivoluzione. In questo marasma generale è davvero complicato fare previsioni ed avventurarsi in scenari futuri. Viene solo da chiederci se a guadagnarci è la democrazia. 

13 pensieri su “L’assalto finale

  1. Ma quali network di poteri forti, quale Sinistra…B. sta facendo tutto da solo,anzi non sa più cosa inventarsi per far capire agli italiani che vuole essere mandato a casa. Più di una volta si è espresso dicendo che “gli tocca “fare il premier,”fare questo sacrificio” per il bene … si sa di chi.Magari vi fosse uno scatto di reni della sinistra: purtroppo si parla di una sinistra che non cè.
    Quindi Sig. Cennamo, la smetta di colpevolizzare in modo alquanto infantile e gratuito tutti ,a destra e a manca, e abbiate il coraggio di fare un pò di sana autocritica sia per la vs dignità personale che per il bene del Paese!

  2. Chissà se il prode Cennamo si è mai chiarita la differenza tra il tifo da stadio ed il senso delle istituzioni. Sproloquiare senza contraddittorio è tipico di una certa cultura. Mi auguro che in giro ci sia di meglio.

  3. il tuo piccolo primo ministro, nella sostanza e nei fatti, è un tipo che chi lo conosce o lo ama o lo detesta. quello di fini non è il primo abbandono. c’è stato casini, la seconda moglie e oggi fini (ma ti ricordo scognamiglio, l’ex sindaco di milano, un suo ex deputato quello che fece incastrare previti e la sua cricca e tanti altri, che se vuoi faccio una ricerca e te li ricordo. tutti quelli che scappano non lo vogliono più vedere! saranno anche dei traditori ma davvero lo detestano politicamente. è altrettanto vero che tantissimi, come te, lo amano a tal punto che perdono il senso dell’autonomia e della critica da non aver capito che questa crisi è tutta interna a questa maggioranza. saranno anche un manipolo di traditori ma hanno posto dei problemi che non sono stati ascoltati. eppure questo manipolo ha garantito a questa maggioranza un consenso nel meridione che altrimenti il pdl si sarebbe sognato. io credo che il difetto, tanto per parlare semplice, semplice, sia nell’impostazione e cioè è incapace di governare perchè lui confonde governo con comando. semplice no. ora nella tua dissertazione da repubblichino (in senso di reazione storica cioè da 8 settembre) vedi dei poteri forti che tramano nell’oscurità per fregare le regole costituzionali della composizione del consenso. ma dai, non credo che tu creda a quello che hai scritto, perchè se vai a rileggerti le tue precedenti analisi ti renderai conto che un poco ti contraddici. ad oggi questo governo mentre rifinanzia la scuola privata ha messo sulla strada -dico il dato meno numeroso- circa 70mila tra insegnati e personale ata, ha salvato l’alitalia con i soldi pubblici, ha permesso uno spettacolo indecoroso -in nome della realtà- con cammelli e altre amenità nella nostra capitale per ossequiare un capo di governo discusso, non è stato in grado di affrontare le benchè minima emergenza senza parlare di una politica economica di cui non si capisce ancora la visione. per contro ha stabilito un rapporto di vassallaggio con il suo alleato politico molto particolare che ha principalmente un interesse territoriale ristretto. con entusiamo ha cancellato la monnezza da napoli e solo dopo pochi mesi ci si è resi conto che in realtà l’aveva nascosta sotto il tappeto. ma la cosa che mi fa riflettere è che questo governo e il suo primo ministro sono incapaci di prendersi delle responsabilità -che rappresenta la prima qualità per sapere governare – semplicemente dando la colpa all’esterno. questo modo di governare il consenso con la paura oggi non ha senso e dopo un poco vieni sgamato. come puoi pensare quello che hai scritto quando al di là delle vicende nazionali il partito dell’amore si sta autodissolvendo come neve al sole? non so se ha avuto modo di vedere “salo e le 120 giornate…” un vecchio film di pasolini ma, la raffigurazione è la stessa, di fronte ad una situazione veramente gravissima da sotto tutti i punti di vista questi tuoi governanti ostentano puttanismi, corruzione e depravazione.
    però come ben sai questa è una mia opinione, cioè di uno che non vi ha sostenuto, vi ha ostacolato poco nella vostra scesa, e che aspetta una presa di coscienza da parte di un popolo di destra che sino ad oggi più che sostenitore mi sono sembrati inconsapevoli opportunisti abbagliati dalle luci del varietà.

  4. Mi è venuto spesso il sospetto che ciò che abbia infatuato l’avv Cennamo al cavaliere sia proprio il senso del “comando” che supplisce in quest’ultimo la capacità di “governo, come qui sopra richiamava il sig Michele. Aggiungerei il miracolo della ricostruzione de l’Aquila agli argomenti che i sostenitori dell’unto dovranno farsi perdonare.

  5. Vorrei rassicurare i miei lettori che non sono nè un infatutato, nè un tifoso di Berlusconi. Analizzo (ci provo) dei fatti e delle situazioni da un osservatorio, ahimè, non molto radicato in questo paese, quello di un liberale deluso e disincantato. Disincantato perchè vedo troppi doppipesi e leggo troppi slogan mutuati dalla stampa pseudo-progressista. Partendo da una considerazione (apparentemente)marginale, vorrei invitarvi a riflettere su una vicenda dai contorni gravissimi : la perquisizione esguita nella redazione de Il Giornale e le ispezioni CORPORALI subite da alcuni suoi giornalisti. Come se non bastasse, ieri l’ordine dei giornalisti ha deciso che Vittorio Feltri non può scrivere sul suo quotidiano per tre mesi. Se Repubblica ed Eugenio Scalfari avessero avuto lo stesso trattamento, ci sarebbero state delle rivolte popolari. Si sarebbe inneggiato al bavaglio, al regime, alla dittatura! Nessuno di voi prova indignazione per tutto questo? Vi sembra normale? Vi sembra che Berlusconi sia un tiranno? E’ questo il paese civile che sognate senza il caimano?

    AC

  6. Lei, sig. Cennamo, ha il brutto vizio di difendere le sue tesi facendo IL PROCESSO ALLE INTENZIONI degli altri, non a fatti realmente accaduti, condannando,sempre SULLA BASE DELLE INTENZIONI, tutti quelli che eventualmente esprimessero la propria idea contraria alla sua, come illiberali o antidemocratici. E questo Lei lo chiama indice di civilta’? Se non sbaglio Feltri è stato sospeso dalll’Ordine dei Giornalisti e non da un tribunale,perchè ha dimostrato più volte quanto è bravo a fare il calunniatore più che il giornalista.Questa è la differenza tra lui e gli altri.

  7. Sulle calunnie altrui si potrebbero scrivere dei libri. L’ex direttore de L’Avvenire, Dino Boffo, fu effettivamente condannato per molestie. La notizia falsa, ma poi rettificata ( cosa che non avviene sui giornali che, probabilmente, lei predilige), era che quelle molestie fossero a sfondo sessuale. Le assicuro che molti giornalisti scrivono di peggio, senza che nessuno intervenga. Non ho visto manifestazioni di piazza per denunciare “il bavaglio” messo al Giornale. Nè indignazione per le perquisizioni corporali subite dai suoi direttori.

    AC

  8. Il discorso dei poteri forti è una balla, una sonora balla, che ogni tanto si tira fuori. Di peggio, nella storia dei produttori di balle, ho ascoltato solo quella che “i ricatti delle escort sono in qualche modo la coseguenza della lotta alla mafia”.
    Se un uomo, Berlusconi, ha monopolizzato la politica, i media, l’economia e, per mezzo di tutto ciò, ha impresso la propria immagine sull’intera nazione, anche quella che lo detesta, finendo per creare una sovrapposzione equivalente; se tutto ciò è avvenuto per un periodo di circa un quindicennio, cosa quasi mai vista nella storia d’Italia, ma di quali poteri forti stiamo parlando? Poichè di ignoranti in giro ce ne sono sempre meno, cerco di elencare una serie di poteri storicamente forti in Italia:
    a livello politico: i partiti di massa, il ministero degli interni, i servizi segreti, gli Usa e la Russia;
    a livello economico: il patto di sindacato del Corriere della Sera, la Confindustria, Mediobanca;
    a livello territoriale: la lega, la chiesa, la mafia
    a livello mediatico le televisioni (non le sfuggirà certo il rapporto tra chi vede la tv e chi legge i giornali).
    A livello politico: credo che nell’ultimo quindicennio il PDL abbia avuto un peso, il ministero degli interni sia stato per più di un decennio in mano du amici suoi, i servizi segreti si risponda sa solo, gli USA e la Russia anche;
    a livello economico: è presente nel patto di sindacato del Corriere della Sera, è presente in confindustria è presente in Mediobanca;
    a livello territoriali: la lega è un alleato fedele, con la chiesa ha avuto rapporti, con la mafia, beh… non credo che sia sua nemica;
    a livello mediatico: nemmeno proseguo.
    Vauro, Repubblica, Santoro, …., Casini, Fini, Di Pietro,… rispetto a tutto ciò sono … uno starnuto e niente più, starnuto peraltro necessario a mantenere in vita nell’immaginario collettivo una sorta di nemico da combattere perennemente.
    Ciò che accade, secondo me, è solo la legge del contrappasso con caratteristiche tipiche dell’habitat culturale e morale nel quale essa si applica.
    In contesti anche molto più emancipati dei nostri, un sistema di potere si impone per fondatezza del messaggio (valori, programmi e progetti) e consenso, dopodiché lascia il passo per esaurimento della propria azione o per limiti di età.
    Nel nostro, che è molto meno emancipato di quanto appare (purtroppo), Berlusconi è salito al potere per l’ideologia ed il populismo del messaggio(tasse giù, sicurezza su, benessere su, democrazia su, comunisti giù, miracoli in quantità, capacità di lavorare 20 ore al giorno) e, man mano che le cambiali scadevano, attraverso l’influenza eserciata sulle masse (network, partito azienda, ed altro) ha spostato l’attenzione dall’analisi sullo stato delle cose ad un perenne referendum sulla sua figura, con l’ulteriore necessità di combattere la salita al potere del comunismo (bah).
    Ora, io mi domando: se rispetto al 1994, il sistema economico e sociale non è migliore, l’oppressione fiscale non è diminuita, il livello culturale del popolo è ai minimi storici (la nostra società non si fonda più su professori di scuola, matematici, economisti, filosofi, preti, lavoratori, ma su fallaci miti, la velina, il grande fratello, corona, il calciatore, ….), non è stata realizzata una (e dico una grande opera), la classe politica ha attinto per i propri rappresentanti nel mondo dei media e dello spettacolo, un paese civile ha diritto a cambiare la propria classe dirigente?
    Se gli anni sessanta passeranno alla storia per la ricostruzione e le grandi opere pubbliche, gli anni ottanta per il debito pubblico da un lato e per la grande crescita industriale nelle partecipazioni statali (IRI, ENI, BANCHE etc), secondo Lei, gli anni del berlusconismo per che cosa passeranno alla storia?
    Quale grande opera pubblica è stata prodotta negli ultimi venti anni, quale rivoluzione culturale è avvenuta, quale grande riforma dell’assetto dello stato abbiamo avuto, quale riforma fiscale?
    E’ chiaro che il contrappasso non avviene come in Svezia, in un contesto di civiltà, laicità, bensì attraverso accorid sottobanco, colpi bassi, argomenti da soap opera e drammatizzazioni ma, credo che tutto ciò sia semplicemente un carattere tipico del nostro sistema culturale educativo (che tra l’altro si sposa bene con il personaggio) e non il vero punto della situazione.
    Le chiedo: nel secondo decennio del ventunesimo secolo, un uomo di 74 anni, che nell’ultimo ventennio non ha prodotto niente pur avendo avuto un potere imparagonabile con i suoi predecessori, che incarna il mito del superomismo (faccio tutto io, non invecchio, non dormo, ho poteri miracolari), che non ha mai ammesso una colpa, che non ha mai prodotto nella società un clima di solidarietà ed unanimismo rispetto alle cose da fare, può rappresentare il futuro di questo paese?
    Non sarebbe ora, almeno per chi ha l’ambizione di scrivere affinchè gli altri, indipendentemente dal numero, leggano (altrimenti sennò perche Lei scrive?), dare un cotributo di civiltà al paese, ponendo all’attenzione dei lettori temi legati ai problemi che abbiamo ed alle modalità di risolverli?
    Non crede che tante persone come me, non ne possono più di questo clima di messaggi ambigui, cose mezze dette, poteri forti, vignettisti, comunisti, faziosismi, contrapposizioni permanenti, assenza di futuro?
    Liberarsi di un presente che dura da venti anni e che tiene l’Italia come un paracarro (in questo mi sento di condividere la metafora di Fini), mentre nuovi paesi conoscono primavere, estati ed inverni, non sarebbe già un passo in avanti?
    Per avere un futuro, non si dovrebbe iniziare a guardare il presnete negli occhi?

  9. L’intezione di Feltri non era quella di denunciare Boffo per molestie perchè per questi era già stato condannato, ma semplicemente quella di diffondere “la notizia” che Boffo era un omosessuale e quindi metterlo in cattiva luce.Dunque quello di Feltri è stato un atto di RAZZISMO nei confronti di Boffo. Male ha fatto Boffo a dimettersi,questo sì. D’altra parte per uno che accetta di scrivere sul GIORNaLE DI FAMIGLIA, accetta anche la condizione di essere sempre gradito al suo padrone:non può essere un GIORNALISTA libero di scrivere la propria opinione o di fare liberamente le proprie indagini.Il suo ruolo è quello di preparare dossieraggi e invettive contro colui che si reputa essere l’avversario di turno del padrone e questo a qualsiasi costo ,anche buttando fango su persone innocenti e poi magari chiedere scusa, come ha più volte fatto Feltri.Il fatto è che la notizia viene propagandata , le scuse NO!.E’ chiaro che prima o poi se ne pagherà il prezzo,perchè interviene la lEGGE …Lei,sig. Cennamo, accetterebbe di fare il SERVO di un PADRONE e pensare di essere un uomo libero… perseguitato? Feltri sì, pur essendo un bravo giornalista. Ma sono scelte che si fanno nella vita, e che a volte si pagano senza bisogno di ergersi a vittime: tutto fa parte del gioco che bisogna accettare fino in fondo! ( la prego, non mi risponda attraverso un’analisi contrastiva, ma si limiti al caso ).

  10. Se Boffo avesse scritto sul Giornale, se fosse stato di destra, se ad attaccarlo fosse stato D’Avanzo dalle colonne di Repubblica, non credo che sarebbe scattata la sospensione. Se Santoro fosse di destra, se anno zero attaccasse la sinistra, credo che sarebbe stato chiuso da tempo. Se Saviano avesse parlato a favore del governo, mai e poi mai lo avrebbero invitato in televisione. Che differenza c’è tra Minzolin e Fazio? davvero non riesco a capirlo. Quanti sono i giornalisti che dicono bufale contro la destra ( basta pensare alle ignobili polemiche contro la Carfagna) e mai, nessuno mai, è stato sospeso. Questi sono i fatti. Chi vuole fare carriera nel mondo del giornalismo e soprattutto in Rai, deve essere politicamente corretto, e quindi essere di sinistra, o almeno antiberlusconiano. Altrimenti, non c’è nulla da fare. Questa è la democrazia secondo Scalfari, che invoca la chiusura del Giornale. Non leggo il Giornale , nè Libero, ma adesso mi sono ripromesso di comprarli ogni mattina e di andare girando con i due quotidiani sotto il braccio ed il titolo bene in evidenza. Mi fa venire in mente la Canzone di Guccini, credo che si chiamasse Eskimo, quando diceva” … e pochi audaci in tasca l’Unità” o quella di Vecchioni, quando parla di quello picchiato perchè non leggeva il “nostro giornale”. Oggi i tempi sono capovolti: i pochi audaci girano con in tasca Libero ed il Giornale, e possono essere picchiati per questo. Non ricordo chi diceva: … non condivido nulla delle tue opinioni, ma mi batterò fino alla morte perchè tu possa esprimerle…( mica era Voltaire?). Bene, io non condivido quasi nulla del modo di scrivere di Feltri, ma nel mio piccolo ( un euro al giorno) mi batterò perchè possa continuare a farlo, sempre.

  11. però, quello che dice il sig. Smarigli ha fondamento. E’ indubbio che dal 1994 ad oggi, il nostro Paese sia andato a rotoli, se non sotto il profilo economico, certamente sott quello morale, sociale, della solidarietà, dell’onestà ecc. e certamente in tale distruzione chi ha rappresentato il Potere, e quindi anche Berlusconi, non è incolpevole. La domanda è però questa: ma davvero solo Berlusconi è il colpevole del disastro morale di questo Paese? e gli altri centri di potere? la stampa ( che non è Berlusconiana) , la tv di Stato ( che non mi sembra certo Berlusconiana), la magistratura, la Chiesa, le forze politiche di Opposizione, sono tutte dure e pure? Permettetemi di dubitare. Esiste uno sfacelo, del quale tutta la classe dirigente è, ovviamente con gradazione diversa, responsabile. Ivi compresa la cosiddetta “società civile” troppo spesso salottiera, parolaia, ciarliera, radicalchic, autoreferenziata, e poco calata nelle strade. Ed allora? E’ giusto quello che dice il sig. Smarigli, della necessità di cambiare una classe dirigente, ma tale classe è espressione del popolo, e purtroppo il nostro Popolo non è di gran lunga migliore, almeno per quanto mi risulta. Cosa bisogna fare? io credo che il vero rinnovamente non passi attraverso i giochi di potere, ma attraverso una rivoluzione culturale, morale, sociale e solidale. Solo che non vedo in giro nè apostoli, nè sacerdoti, nè leadee, ed è questo che mi sconforta.

  12. nella cronaca, quasi quotidiana, sulla questione fini traditore si, traditore no – preceduta dall’affaire montecarlo – oggi a differenza di quello che molti opinionisti, e commentatori, filo governativi è stata messa una parola in chiaro: i ministri e coloro che hanno incarichi di governo di fli si sono dimessi. chapeu! contraddicendo le analisi di coloro che ritenevano che questo fatto non sarebbe mai successo per questioni di attaccamento alla poltrona oggi, finalmente e formalmente si è aperta la crisi di questo governo e di questa maggioranza. a nulla sono valse le minacce, le intimidazioni politiche e personali, e la messa alla gogna mediatica. salvaguardando esclusivamente il suo ruolo istituzionale, quale presidente della camera, nel procolamare la crisi il signor fini ora si aspetta che si parli della crisi e di come uscirne. purtroppo conoscendo i mie polli sono sicuro che tutto questo non succederà. la discussione sarà elezioni si – elezioni no; riforma della costituzione reale o di carta; leggittimità al governo etc… sono sicuro che non ci sarà una sola parola del presidente del consiglio e di tutta l’opinione, di carta e digitale, di critica sul fatto che non riesca a governare. anzi gli insulti sul manipolo di traditori e ingrati si moltiplicheranno insieme all’attacco dell’opposizione comunista e quant’altro.
    insomma ci aspetta il solito rompimento di scatole che turberà la serenità della gente comune, cercehranno di toglierci il sonno e faranno tante di quelle chiacchere inutili e uguali, tanto uguali che se vi premunite di una ricerca sugli scritti e le opiniojne delle passate, e ricorrenti, crisi della destra trovereta tutto già scritto. secondome fanno un tagli a e incolla. e forse caro angelo, cennamo, lo fai anche tu.

  13. Caro Roberto,
    i mali che questo Paese si trascina da anni ( in primis, il debito pubblico) non sono attribuibili a Berlusconi, ma alla precedente partitocrazia che, non essendo vincolata ai parametri della UE, ha potuto gestire il deficit liberamente, spesso attraverso le svalutazioni monetarie.In secondo luogo, Berlusconi non governa da 20 anni. Questo è uno slogan che ripetono certi giornali progressisti e la tv militante dei Fazio, Santoro, Dandini, Floris, Berlinguer…..praticamente di tutti. Berlusconi ha governato, negli ultimi 16 anni, per circa 8 anni. Per altri 8 anni lo ha fatto la sinistra. Che Berlusconi abbia potuto fare di più ne sono convinto anche io. Mi aspettavo, ad esempio, due riforme importanti, quella fiscale e quella della giustizia. Ad ogni modo, mancano 3 anni alla fine della legislatura e non si sa mai. Per il resto, qualche buona riforma io la ricordo, forse lei no perchè si aspettava delle politiche diverse dal premier. Mi riferisco alla legge Biagi, alla riforma delle pensioni, a quella della scuola e della Università, della P.A., quella sulla immigrazione clandestina ( gli sbarchi sono praticamente finiti), l’insparimento del carcere duro con tutti i risultati ottenuti dal ministro Maroni. L’abolizione dell’Ici e delle tasse di successione, l’introduzione del reato di stalking e l’affido condiviso dei figli minori……Della sinistra, ahimè, ricordo solo più tasse.

    AC

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