Vita di Missione: viaggio in battellino sul lago Tanganika, incontro con i pescatori

Padre Oliviero Ferro

Nei nostri viaggi sul lago, ci capitava spesso di incontrarci con i pescatori. Sono i lavoratori della notte. Li vedevo sulla spiaggia, quando riassettavamo le reti, preparavano le lampade,controllavano se tutto era in ordine per il lavoro. Poi verso sera, insieme con altri amici,portavano nella barca qualcosa da mangiare e da bere,una giacca a vento per i freddo. E piano piano lasciavano la riva per andare a pescare. Quando la luna arrivava, cominciavano ad accendere le lampade e a gettare le reti. Spesso erano due barche, tenute insieme da bilancieri. Si passavano la voce, senza gridare troppo. Non dovevano intimorire i pesci. Gettata la rete,cominciava l’attesa. Quando, ad un tratto,vedono gli “nadgala”(i pesciolini) che vengono a curiosare, attirati dalla luce. Allora,in silenzio, cominciano a tirare la rete nelle barche. I pesci cercano di dibattersi per fuggire,ma tutto è inutile. Sono stati presi e per loro è finita. Finiranno a seccare sulla spiaggia e poi qualcuno li metterà in grandi sacchi per venderli al mercato. Altri pescatori invece vanno da soli. Cercano le prede più grandi. Ogni tanto c’è qualcuno che veniva alla missione per venderci il frutto del suo lavoro. Erano in due. Avevano appeso un grosso “capitaine” di un metro e mezzo di lunghezza. Lo comperiamo e poi subito viene inviato in cucina. C’è da leccarsi i baffi. E’ delizioso. Diamo loro qualcosa di più di quello che chiedono. Hanno faticato e hanno diritto a una piccola ricompensa. Ci ricorda qualcosa capitanato tanti anni fa. Gesù aveva scelto i suoi primi apostoli tra i pescatori. Sapeva cosa voleva dire pescare. Ora tocca a noi,non più pescare pesci, ma invitare le persone a conoscerLo per diventare suoi amici.