29 ottobre: Giornata mondiale dedicata alla prevenzione dell’ictus cerebrale

Giovanna Rezzoagli

E’ tra le patologie più frequenti nel nostro Paese ed in tutto il mondo industrializzato. E’ tra le patologie che provocano un alto numero di decessi e, in coloro che sopravvivono, un’alta percentuale di conseguenze invalidanti permanenti. Questa patologia ha un nome, noto a tutti, correttamente utilizzato e compreso da pochi: questo il dato principale emerso da un’indagine della Federazione Alice Italia Onlus, condotta in collaborazione con il Censis e l’università di Firenze all’interno di un progetto finanziato dal ministero della Salute. I risultati sono stati illustrati oggi al Policlinico Umberto I di Roma. Stiamo parlando dell’ictus cerebrale, cui domani verrà dedicata la sesta giornata mondiale su iniziativa dell’associazione World Stroke Organization. Questa patologia si può curare, prevenire, conoscere. E conoscenza, in questo caso, spesso significa vita. In pochi sanno che un paziente sottoposto ad adeguate terapie entro circa tre ore dall’evento ischemico, vede incrementare le probabilità di sopravvivenza senza riportare danni cerebrali. L’ictus è una patologia afferente al sistema vascolare che determina lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Colpisce prevalentemente persone con età superiore ai sessantacinque anni, ma sono in aumento i casi anche tra soggetti più giovani. Tra le molte cause predisponenti l’evento ischemico, le più note sono l’ipertensione arteriosa, il sovrappeso, il fumo, la sedentarietà. In parole povere, lo stile di vita dei Paesi ricchi. Anche patologie sempre più diffuse, come il diabete o l’arteriosclerosi, rappresentano importanti fattori di rischio. Da non sottovalutare. L’iniziativa di dedicare una giornata a questa patologia nasce proprio al fine di incentivare la prevenzione, che in Italia è ancora molto carente. Nonostante sia enorme l’impatto della patologia ischemica cerebrale, relativamente a quanto attiene ai costi sostenuti dal sistema sanitario nazionale, poche risorse vengono messe in campo per informare ed indirizzare i soggetti a rischio verso uno stile di vita più salutare. Una dieta più equilibrata, povera in grassi animali e ricca di alimenti vegetali, un periodico controllo dei valori pressori, attività fisica regolare: pochi accorgimenti, che valgono la salute. E’ inoltre importante ricorrere tempestivamente all’intervento del medico in presenza di improvvisa perdita di sensibilità agli arti, ad una repentina incapacità di pronunciare parole, di mantenere l’equilibrio, di forte mal di testa. In pochi sanno che presso molti reparti neurologici sono attive le cosiddette “Strokes  units”, vere e proprie unità di pronto intervento appositamente dedicate ai pazienti colpiti da ictus cerebrale. Presso l’ospedale di Lavagna (GE), è allestita una stroke unit da circa due anni, periodo nel quale molti pazienti sono stati trattati tempestivamente. Anche in ambito farmacologico la ricerca è in continuo progredire, con l’introduzione di farmaci trombolitici (la cui funzione è quella di “sciogliere” il coagulo di sangue causa di molti ictus) sempre più efficaci. In un Paese la cui popolazione  invecchia e vede allungarsi le prospettive di vita, diventa importante salvaguardare anche la qualità di vita. In questo contesto incentivare la prevenzione equivale ad investire nel futuro, di noi tutti.