Fiaba e realtà, nella pittura di Dora Marchionni

 Si può guardare un quadro … ad occhi chiusi? Certamente no. Ma … ci può essere qualche eccezione. Se si guarda un quadro tenendo gli occhi aperti – come è usuale e … d’ obbligo! – se ne possono ammirare o criticare gli aspetti estetici, la precisione della descrizione pittorica, la delicatezza o intensità dei colori, la dolcezza delle sfumature. Una visione estetica, appunto, che dà grande o piccola soddisfazione allo spettatore, il quale può inchinarsi di fronte alla bravura dell’ artista, o torcere il naso per la sua inadeguatezza nella rappresentazione della realtà, che sia il personaggio di un ritratto o la visione di un panorama. In sostanza, è la prevalenza della “materialità” che un quadro può esprimere, con la concretezza della sua tela, dei suoi colori, del suo disegno, che rappresentano il mondo visibile in cui viviamo.  Per i quadri di Dora Marchionni, dopo averli assaporati in un primo, anche veloce, contatto, è inevitabile essere colpiti da due immediate considerazioni. In primo luogo, il colore di Dora non “riveste” la materia, ma la sostituisce, la sostanzia. In secondo luogo, l’ acqua è l’ elemento che domina i suoi quadri, divenendo esse stessa colore. Questi sembrano i pilastri del suo viaggio attraverso il mondo della pittura, mondo immaginario dove la fantasia creativa crea allusioni piuttosto che forme, anche se in alcuni quadri i fiori sono l’ unico soggetto identificato. Dora Marchionni non è soltanto annunciatrice di mondi emozionali indefiniti, da leggere, da interpretare. Dà voce, a modo suo, anche al mondo reale in cui viviamo, percependolo però, sempre, come un mondo incantato, quasi una fiaba da raccontare con una immagine. In un suo quadro, il volo di sagome bianche alate – uccelli indecifrabili, ma agili – si libra tra alte nubi chiare, sotto la benevola luce del sole (o della luna?), e sembra sospinto da una corrente turbolenta azzurra, che invade il quadro. Mondo reale, sì, ma visto con gli occhi di un’ artista che ama trasformare le cose in giochi. Anche i fiori hanno il loro spazio nella pittura doriana. E, come al solito, il loro apparire sulla scena ha un significato simbolico, non solo rappresentativo. Nel quadro E, che ha anche una dicitura, Sospensioni in acqua, i bianchi fiori sembrano danzare sul liquido che li sfiora. E la sospensione non è  solo quella dei fiori, ma anche di chi li lascia accarezzare in una cornice di colori sfumati e carezzevoli. Un momento di rilassamento, si direbbe! La natura ricompare con una voglia di leggerezza, di libertà, di sensazione di gioia in un altro quadro, che non per nulla si chiama Soffio di primavera. Il volo degli uccelli  sembra volere allontanare le residue nuvole biancastre che occupano lo sfondo, mentre il verde e il giallo ridipingono il suolo con la crescita di una vegetazione stilizzata. Le strane cavità che interrompono le sagome nuvolose quasi ricordano un viso di fantasma che sembra simboleggiare l’ inverno che si allontana. Anche quando il pennello di Dora si accosta a elementi concreti, li dipinge con una descrizione allusiva e fantasiosa. Il superamento – comunque – della realtà, è l’ obiettivo di un’ artista che ha come stimolo essenziale quello di sostituire – o almeno di accompagnare – la realtà del vissuto con l’ emozione del sogno. Boris Carlo  Fischetti