Vita di Missione: cosa trovi in un mercato africano, mamme

Padre Oliviero Ferro

“Ma non sei stanca di portare questo carico sulle spalle?” chiedo a una mamma che è appena entrata nel mercato. L’aiuto a togliere dalle spalle il suo sacco. Faccio fatica. E’ talmente pesante che mi chiedo come ha fatto per arrivare fin qui. Mi dice che è partita prima del levar del sole. Il suo villaggio è a dieci chilometri da qui. Deve venire al mercato, perché ha una numerosa famiglia da mantenere e non può restare a casa a aspettare la manna dal cielo. Mi chiede di aiutarla a disporre su una stuoia tutta la sua mercanzia. Pomodori, cipolle, patate, manioca, fagioli, arachidi. Tutto il frutto del suo lavoro. Mi ringrazia, perché tocca a lei fare i mucchiettini di ogni singola cosa e stabilire il prezzo. La saluto, perché i primi clienti sono già arrivati e il discorso sarà molto lungo. Si contratta il prezzo. Alla fine,dopo un po’, vedo che il cliente se ne va soddisfatto e la mamma comincia a contare i primi soldi che metterà nel suo vestito. Lì custodisce il suo gruzzolo. E nessuno glielo porterà via. Più avanti, altre mamme stanno disponendo la loro merce. E come avvoltoi arrivano i funzionari comunali, chiedendo, spudoratamente, la tangente. Cerco di dire loro di essere un po’ pazienti. Non fanno niente e sfruttano il lavoro degli altri. Mi guardano stupiti, anzi un po’ arrabbiati perché ‘sto bianco non capisce le abitudini. Poi, sapendo che sono un missionario, si calmano un attimo e se ne vanno da un’altra parte. Lo so che ritorneranno,quando io sarò andato via. Almeno per un po’ di tempo, le mamme potranno respirare. Mi ringraziano con un bellissimo sorriso. Qualcuna mi da qualche pomodoro da portare a casa. E’ il loro modo per ringraziare. Lo accetto volentieri, chiedendo loro che quando torneranno al villaggio, me ne portino altri. Li comprerò volentieri. Bisogna incoraggiare l’iniziativa privata. E poi è un modo per aiutarle concretamente, senza umiliarle. Anche loro hanno la loro dignità.