Cilento: il Processo a “Quell’Amara Unità d’Italia”

La storia, quella ufficiale e paludata li consacrò eroi, padri della patria, la storia vera, quella desunta da drammatici documenti che, pur volutamente nascosti, stanno prepotentemente venendo alla luce, ci consegnano un quadro ben diverso delle azioni che caratterizzarono l’operato di Garibaldi, Mazzini, Cavour e di  Vittorio Emanuele II. Infatti, quella che passò per l’eroica impresa di chi volle unire il suolo italiano in un’unica nazione, altro invece non fu che l’interessata iniziativa di un regno e di una dinastia, i Savoia, che, sull’orlo della bancarotta, collaborò ad un ben ordito intrigo internazionale, voluto dall’Inghilterra per assicurarsi il prezioso zolfo siciliano e il predominio sul mediterraneo per i commerci con l’oriente. Il Savoia, in concorso con altri, pronube l’ingenuità del re Borbone, invase, distruggendolo l’intero Meridione d’Italia.La guerra civile che ne conseguì fu tra le più brutali mai combattute ad oggi. Attraverso un pubblico processo, vogliamo ripercorrere i tragici avvenimenti lasciando all’offeso popolo del Sud il compito di emettere un giudizio morale di certo più attendibile, su quello che fu, per certi versi, anche positivo, il processo unitario, definito, a posteriori: “Risorgimento”. Nell’ambito delle celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’Associazione Canti, Suoni e Segni del Mediterraneo Festival di Auletta (SA) in collaborazione con il Comitato Memento Domine con sede in Serre (SA), ha organizzato, in Auletta (SA), nella Casa delle Parole, domenica 10 Ottobre 2010 alle ore 11,00, il cosiddetto Processo “A quell’Amara Unità d’Italia”, per rendere una lettura puntuale della storia, attraverso la spettacolarizzazione dei fatti intervenuti, rievocando le ragioni dei protagonisti in causa.

La “Corte” sarà costituita da: Giudice-Historicus: Prof.ssa Dora Liguori (autrice del libro “Quell’”Amara” Unità d’Italia”), Pubblico Ministero: Avv. Loreto D’Aiuto, Cancelliere: Dott. Luigi Majetta, Difesa Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi e Mazzini: Avv. Clementina Giordano, Difesa Francesco II: Avv. Marcello D’Aiuto, Rappresentante del Popolo offeso: Nando Dicè, Rappresentante dei Briganti: Santino Campagna, Brigantessa: Assunta Nigro, Imputati: Vittorio Emanuele II; Francesco II, Cavour; Garibaldi; Mazzini. Al Popolo Sovrano, presente al processo, sarà consegnata una scheda per la sentenza popolare. Si vota con un semplice segno di croce su colpevole o innocente, depositando la scheda nell’urna appositamente predisposta. La Corte, dopo il dibattimento, costituirà il seggio elettorale ed eseguirà lo spoglio delle schede, proclamando la sentenza popolare.  Autorità presenti: Sindaco, Parroco, Farmacista, Medico, Veterinario, etc.. Sono invitati, altresì, i Sindaci dei comuni viciniori.

 

    

5 pensieri su “Cilento: il Processo a “Quell’Amara Unità d’Italia”

  1. Non ho capito bene con chi ho il piacere di parlare, visto che non riporta alcuna firma. Tuttavia tengo ad affermare che ho appena finito di leggere “TERRONI” di Pino aprile la cui lettura mi ha lasciato profondamento amareggiato. Francamente, “non sapevo di tanta crudeltà e ignobil guerra” ( verso di una mia poesia che dedicai a Sarayevo). No , non sapevo , anche perchè non ho avuto modo di studiare. (Ho 78 anni). Ma quello che voi proponete è una cosa che ci onora. Ben venga la verità che ci è stata negata per tale lungo arto di tempo. Io non sono un antiitaliano, anzi ,sono orgoglioso di vivere in una Italia unita e indissolvibile, però, credo che la storia , la nostra storia, quella che ancora non conosciamo fino in fondo debba essere palesa a tutti gli italiani.
    La vostra causa simbolica vi onora, ma sarebbe stato più ragionevole coinvolgere tutti i sindaci e grandi personalità del meridione onde escapolare maggiori consensi o dissensi su ciò che si predica e si vuole, a tutti i costi , far capire al nostro popolo del sud. Bravi comunque!
    Tuttavia, alle prossime elezioni, preferirei vedere in giro in questo “martoriato ” Sud , non mille spezzettoni di partiti e partitini, ma una sola ed unica forza elettorale rappresentata da persone fedeli , oneste e patriottiche,per confrontarsi per confrontarsi , con maggiore forza di deputati e senatori da mandare a Roma, onde poter ottenere maggiore autorità e rispetto , onde ottenere i nostri diritti, senza intaccare l’unione d’Italia. Quindi, per riscattarci dalle malefatte dobbiamo risorgere in modo unificato e compattivo e democraticamente con elezioni libere e controllate. Ma per fare questo dovremmo tutti noi del Sud restare uniti, Altro che partiti! Viva il Sud!

  2. A centocinquanta anni dall’invasione e l’annessione del Regno delle due Sicilie, finalmente si può parlare, almeno spero, di una Italia, oggi, che ancora non ha trovato un denominatore comune che possa farla sentire…”UNA”.
    Forse perché in questi centocinquant’anni solo nel ventennio fascista, si è avuta la vera unità Nazionale, quando il contadino siciliano era pari in dignità all’industriale lombardo, e al pastore sardo.
    Oggi qualcuno propone una separazione egoistica dell’Italia, camuffandola di FEDERALISMO e per questo motivo tanto osteggiato.
    Il vero Federalismo dovrebbe auspicare la CULTURA delle PICCOLE e GRANDI PATRIE, ovvero la difesa delle IDENTITA’ LOCALI,dei VERNACOLI,delle SPECIFICITà territoriali, ….…della RELIGIOSITà nelle COMUNITà locali, e non si può ridurre a un ….BOSSI…SI,…BOSSI ..NO.
    Come dice il Vico: “ I governi devono essere conformi alla natura dei popoli”.
    L’Italia e gli italiani hanno avuto, da sempre cento sensibilità. Per questo motivo ancora oggi con una stato accentratore non potrà che scontentare ogni realtà esistente sul territorio, portando sempre di più ad una polarizzazione della questione fino ad arrivare ad una, non auspicabile, frattura traumatica della nazione Italia.
    L’Unità Nazionale non fa parte della cultura dei popoli della Penisola.
    Il concetto di unità nazionale è una “ideologia” ed è stato portata in Italia dalle bande giacobine, scortate dai cannoni napoleonici, piantando i cosiddetti alberi della libertà nelle piazze dei nostri villaggi al grido: “Accettate la libertà o vi sarà data la morte”.Con la ragione della forza, si è cercato di uniformare ed omologare i francesi agli italiani, i tedeschi agli spagnoli. Una prospettiva che, ancora oggi, provoca le violente invettive di una classe politica che, nel centralismo ha cementificato il proprio imperio. La storia autentica degli italiani, legata ai mille campanili, prevarrà sulle astratte filosofie d’importazione.
    Massimo d’Azeglio in una lettera al suo amico Matteucci si chiedeva se fosse giusto estendere l’unità d’Italia anche a coloro che questa non sapeva che farne….”visto che al di qua del Garigliano è stata accettata con entusiasmo e al di là ci vogliono sessanta battaglioni di bersaglieri per farla mantenere”.
    Ecco perché ancora oggi ci sembra difficile sentirci una Nazione Unita.
    Già nel XIX sec, uomini di cultura come il liberale Cattaneo e i cattolici Balbo e Gioberti proposero una via Federalista per l’Italia dei POPOLI.
    Tuttavia spero che questo infausto anniversario, possa portarci a meditare sul futuro dei popoli italiani.
    L’Italia ha bisogno di Federalismo; Il SUD ha bisogno di Federalismo perché solo responsabilizzando i meridionali si potrà avere un risveglio della dignità che ci porterà in breve tempo, ne sono certo, a poter raggiungere traguardi insperati liberandoci di uno stato centralista corrotto(ladrone) e corruttore(nella spiritualità) .
    In bocca al lupo

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