Cava de’ Tirreni: lo spirito della missione, ieri e d oggi

 Padre Oliviero Ferro

Come da tradizione i giovani, seguiti dagli Istituti Missionari della Campania, hanno iniziato il loro percorso annuale con un incontro alla Badia di Cava de’ Tirreni, il Sabato 25 settembre 2010. Acelto questo luogo significativo, sia perché  nel millenario della Badia, sia perché può aiutare a sentirsi in sintonia con quelli che ci hanno preceduto nel cammino di fede. Siamo venuti da Salerno e Cava(Saveriani e saveriane), Piazzolla di Nola(comunità di Villaregia), Torre Annunziata(Comboniane), Napoli(Pime e Comboniani),Pozzuoli (missionarie dell’Immacolata), Ercolano (Milmac). E’ stato un momento di incontro e di riflessione. Siamo stati invitati a visitare la Badia (Basilica, sala capitolare, il chiostro e la cripta, il museo). Tutto parlava di esperienza cristiana vissuta e donata. Lo Spirito Santo ha mandato,prima di noi, in missione, ad annunciare il Cristo tante persone. In questo luogo hanno pregato,hanno riflettuto e poi sono andati dappertutto per annunciarLo a tutti. Ora anche noi vogliamo continuare a fare la medesima cosa. Alcuni di noi, durante le vacanze sono stati in Africa, Asia e America latina. Hanno condiviso il cammino di questi fratelli e sorelle,le loro gioie e le loro difficoltà. Sono ritornati carichi di entusiasmo. Ci hanno contagiato e ci hanno spinto a continuare con più forza in un cammino personale e comunitario che ci porta a fare diventare Gesù e i fratelli nostri compagni di strada. Eravamo una quarantina. Dopo la visita, abbiamo incontrato l’Abate Benedetto Chianetta che ci ha fatto molto riflettere. Ci ha dato 3 suggerimenti, presi dal san Benedetto. 1: niente anteporre all’amore di Cristo(noi apparteniamo al Signore). 2.Niente avere più caro di Cristo (l’amore di Dio è al di sopra di tutto). 3.Niente assolutamente anteporre a Cristo che ci porta alla vita eterna. Ci ha ringraziato ed è stato contento di esercitare l’ospitalità,come diceva san Benedetto. Tra le domande rivolte a lui, molto interessante è stato il conoscere il quotidiano della vita benedettina.Dopo averlo salutato e ringraziato, siamo entrati nel vivo della giornata. Gli amici di Villaregia ci hanno animato con dei canti coinvolgenti. Quindi è stato il turno di suor Betty,comboniana che ha dato il senso al nostro incontro,chiedendoci di riflettere sulla missione di ieri e di oggi. Abbiamo lavorato in quattro gruppi. Poi,insieme a lei,abbiamo fatto il punto della situazione sulla Missione. Ne indichiamo alcuni spunti. La missione sono immagini di vita, di passione, di movimento, di amore. Dato che lo Spirito Santo è il protagonista della missione, lui la trasformerà in vita, passione, movimento e amore. Lo sappiamo che Gesù è venuto al mondo per salvarci dalla tranquillità. Ci ricordiamo che la pace non è tranquillità, mancanza di senso critico. La missione è qualcosa che deve scuotere. Non possiamo restare immobilizzati. Il missionario-a deve essere un pungolo per tutti. Non può adagiarsi nella mediocrità. Deve continuare ad annunciare e testimoniare i valori del Regno. Non si può tacere di fronte alle ingiustizie. Noi non continuiamo solo la missione di Cristo. La annunciamo, la rendiamo viva, attuale. Cristo continua a chiamarci per questa missione. Dobbiamo fare attenzione ai segni dei tempi. Non possiamo più lavorare da soli,ma si annuncia insieme (esperienza ecclesiale). Dobbiamo condividere la sete di Dio e costruire nel mondo il Regno di Dio. Dobbiamo imparare a dare e a ricevere. Responsabilizzare le persone e far crescere la coscienza critica. Non stare solo fermi e a guardare. La nostra contemplazione è rivolta a Gesù nella Parola,nell’eucarestia e nel corpo dei fratelli. I laici devono passare dalla collaborazione alla corresponsabilità. Non si pensa più solo alla salvezza delle anime,ma di tutto l’uomo completo. E’ necessario l’interscambio tra Nord e Sud del mondo. Senza dimenticare che la missione non è più geografica, ma è in qualsiasi luogo dove viviamo e in cui dobbiamo impegnarci attivamente.  Per concludere: essere missionario-a non consiste nel dedicarsi a un’opera di propaganda,né nell’accendere la gente,ma nell’essere un mistero vivente. Vivere in modo tale che la vita non avrebbe senso,se Dio non esistesse (card.Suhard). Dopo un po’ di minuti di sosta, siamo entrati nel momento di preghiera e di condivisione delle esperienze missionarie. La preghiera iniziale ci ha donato un pensiero di Raoul Follerau “allora una grande primavera sconvolgerà la terra e tutto in noi rifiorirà”. Siamo partiti dall’Asia con la testimonianza di un giovane del Pime e delle Missionarie dell’Immacolata che è stato in Cambogia. Ci ha fatto pregare così “insegnaci ad ascoltare l’altro e le sue fragilità. Insegnaci a vivere del Tuo Spirito,Signore”. Di seguito la sua testimonianza, conseguenza di un cammino fatto con i missionari del Pime. Ci ha detto che nonostante le paure prima di partire,la voglia di essere in  Cambogia ha preso il sopravvento. Insieme ai suoi amici, si sono incontrati con i problemi della gente. 2 aspetti lo hanno colpito in particolare: l’accoglienza e l’essere stato coinvolto nella vita delle missioni. Se hai il cuore aperto, ha aggiunto, tutte le barriere cadono. La testimonianza dei cristiani, che sono in minoranza, che dopo il lavoro della giornata, si trovavano in chiesa per pregare lo ha fatto riflettere. Ha capito che in qualsiasi posto,anche il più sperduto, il Signore è sempre vicino. Quando è ritornato in Italia gli è stata fatta la solita domanda “Cosa hai fatto?” e lui ha risposto di avere condiviso un po’ della sua vita con la loro. Da non dimenticare, per tutti i 3 continenti, le splendide foto che ci hanno fatto sentire là presenti. E’ stato poi il turno dell’Africa, con i giovani dei Saveriani-e. La preghiera ci ha introdotti in questo continente meraviglioso, come tutti gli altri “Signore, fa’ che dimentichi per sempre quanto c’è di odioso. Che la speranza in te,unico Signore,getti luce su tutte le mie vie”. Poi, con l’aiuto di un video, ci siamo tuffati con gioia nel Congo RD (quanti ricordi!). Ci hanno detto che è un popolo che non vuole arrendersi. Ha il coraggio di ricominciare,di voler sempre andare avanti. Siamo stati colpiti da tutto ciò:coraggio di: 1.iniziare un nuovo giorno; 2.ricostruire, senza arrabbiarsi; 3.mettere alla luce nuove vite (speranza); 4.nel continuare a credere in Dio (chiese, piene di persone): essere missionari(abbiamo visto che cosa fanno concretamente).Infine siamo passati all’America,con i giovani seguiti dai Comboniani-e. La preghiera de Las abejas(le api) ha aperto la loro testimonianza “la nostra forza il sangue dei martiri. La nostra speranza che la giustizia scorre come l’acqua. La nostra parola la giustizia che scomoda”. Il oro è stato un viaggio attraverso il Messico.Guatemala e El Salvador. E’ stato un viaggio nel viaggio. Siamo stati dei pellegrini,dei camminatori che assaporano il tempo,le cose, l’incontro con le persone. Per poter vivere l’esperienza,bisogna DISPORSI(cfr. Gen 32,25-32) e utilizzare tutti i sensi, compreso il sesto senso(il cuore). Le culture ci hanno parlato di un popolo che ha una dignità, che ha delle speranze, che vuole diventare soggetto della propria storia. Ognuno di noi, non dimentichiamolo, è al centro di una Storia. Insomma è stato un viaggio per celebrare la vita. Non possiamo dimenticare i problemi di giustizia, sfruttamento, rispetto della sacralità della terra. Abbiamo terminato,condividendo il cibo insieme e la gioia di camminare mano nella mano nel cuore del mondo.