Vita di Missione: i sogni di un bambino africano, gioco

Padre Oliviero Ferro

“Dai, passa la palla, che voglio fare gol”. E’ una delle tante frasi che puoi sentire in un campetto di calcio improvvisato vicino alle case del quartiere. Hanno molta fantasia per le porte. Utilizzano il materiale che trovano. Facciamo qualche esempio: le uniformi o le borse della scuola, le scarpe,qualche mattone o qualche ramo d’albero. L’importante è che ci siano. Poi si potrà discutere sul gol o non gol. Non ci sono i mezzi tecnologici. Basta mettersi d’accordo. Sognano di essere nello stadio della capitale e di essere applauditi da tante persone. Basta sognare e si diventa un grande calciatore. Ma forse è più importante giocare insieme con gli amici,ogni giorno. Non li devi pagare. Sono sempre disponibili. Basta un pallone e tutti dietro per fare gol. A volte il pallone si buca e allora cominciano i problemi. Si cerca di raccogliere qualche soldino a destra e a sinistra per comperarne un altro. E, se si è riusciti nell’impresa, subito comincia il torneo del quartiere. Anche le bambine non disdegnano di giocare al pallone. Ma spesso preferiscono altri giochi,come il tirare la palla(una si mette in mezzo e le altre due la devono colpire); saltare dentro o fuori l’elastico; la settimana; il lasciarsi andare in un cerchio dove tutte cantano e altri giochi che inventano per stare insieme. Ma se poi qualcuno comincia ad accedere la radio o a suonare il tamburo, allora la danza comincia e non finisce più. Soprattutto le musiche moderne(tipo quella dei mondiali di calcio), le fanno impazzire. Danzano e non si fermano mai. Solo la mamma,gridando, può mettere fine a questo gioco. Va bene giocare, divertirsi, ma poi bisogna ritornare ai problemi di ogni giorno. Il sogno rimane. C’è sempre tempo. Finiranno in fretta i lavori e…prima o poi si ricomincia….