Madri omicide!

di Rita Occidente Lupo

Nel Nord della Francia, moncherini di bambini. Sepolti in giardino. Resti in avanzato stato di decomposizione. Una madre, non ancora cinquantenne, confidante suoi infanticidi. Di una lunga catena, destinata a non estinguersi. Il marito, apparentemente tranquillo: mostri killer, nel piccolo villaggio di circa 700 anime. Barbarie più cruda,  mistero inspiegalbile. Ala spiegata sulla proliferazione che la donna ha tenuto celata allo stesso coniuge per tempo. Solo 8 delitti, finora da lei confessati: varco alle indagini più approfondite. Una maschera sul volto, non cerone o silicone: semplicemente l’ignoranza da serial killer. Contro il proprio grembo. Se la Franzoni, ancora strascica qualche dubbio, tra i pacifici abitanti di Cogne, i nuovi identikit di madri omicide, lasciano spazio a svariate supposizioni. Infrangendo le stesse barriere posichiatriche e scardinando anche tesi ritenute finora possibiliste: l’amore materno, degenerato nella bruttura più infamante dell’uccisione. L’odio per il proprio pargolo, l’esasperazione per il proprio frutto, l’annientamento d’una vita in essere. L’illogica spiegazione dell’agire umano, spesso ritmato da battiti violenti, come la società primitiva per degli aspetti, ma nella sua accezione più dispregiativa, recuperato dalla contemporaneità.  Madri che danno e tolgono la vita? Se questa è vita da uomini…