Vietri e la Ceramica
Nel mentre Vietri con l’Ente Ceramica Vietrese ed il Comune di Vietri sul mare si accinge a difendere legalmente l’uso del naming territoriale Vietri da appropriazioni indebite; nel mentre il Disciplinare della Ceramica Artistica e Tradizionale Vietrese già approvato da ben 9 anni prima dalla Regione Campania e poi dal Consiglio Nazionale Ceramico del Ministero dell’Industria il 28/11/2002, sta per diventare operativo; nel mentre i produttori ceramisti vietresi oggi sono dotati del CID (Carta di Identità del produttore ceramista vietrese); nel mentre l’Ente Ceramica Vietrese oggi procede al rinnovo del Marchio Collettivo “Ceramica Vietrese” , già depositato presso l’Ufficio Brevetti e Marchi del Ministero Industria da ben 10 anni, ( l’applicazione del quale potrebbe estendere addirittura a tutta la provincia di Salerno quella che si è dimostrata una tendenza o fenomeno “Ceramica Vietrese” nel tempo, con ovvi benefici per il nome Vietri e per le tante aziende della provincia ); nel mentre sono decollate iniziative a difesa e tutela del consumatore circa gli inganni o truffe che ricevono continuamente con l’utilizzo di prodotti marchiati con il nome Vietri; nel mentre l’Ente Ceramica Vietrese ha di recente promosso e costituito proprio a Vietri un Coordinamento Regionale dei produttori delle zone della Regione Campania di Affermata Tradizione Ceramica, quale necessaria massa critica per una utile negoziazione con la Regione Campania e per accompagnare concretamente lo sviluppo e la diffusione di questa antica arte partendo principalmente dal sostegno alle imprese di produzione stesse; nel mentre è stata già redatta la bozza definitiva del Protocollo d’intesa con la Regione Campania tra i produttori di cui sopra, e di cui è stato diffuso un appello ai candidati governatori (immediatamente raccolto da essi) per il sostegno a tale iniziativa; oggi rattrista assistere, in articoli di stampa, a trovate estemporanee, dal sapore banalmente propagandistico, non veritiere, dilettantistiche e senza alcun contenuto concreto, sulla ceramica che arrecano ulteriori danni proprio alle aziende di produzione ceramica anche di Cava de’ Tirreni stessa. Per questi motivi sento il dovere di lanciare un appello ed un invito agli amministratori di Cava de’ Tirreni affinché non si abbandonino così facilmente ad insignificanti e non veritiere dichiarazioni, ad affrontare con la serietà necessaria che, proprio oggi, l’argomento Ceramica richiede, evitando quegli inutili quanto dannosi conflitti mediatici di natura squisitamente condominiale e tribale, in questo momento di generale crisi economica e di sistema, che non portano proprio da nessuna parte. Non farebbe bene per prima alle aziende di produzione che operano proprio a Cava de’ Tirreni. Potrebbe essere utile, intanto, cominciare ad interrogarsi sfogliando semplicemente l’elenco telefonico di Cava de’ Tirreni ( si troverebbero molte ceramiche che riportano già nella loro ragione sociale la naming territoriale “Vietri”). Potrebbe essere utile, ancora, acquisire in modo ufficiale i dati che riguardano le aziende di produzione ceramica di Cava de’ Tirreni ( si troverebbero delle risposte interessanti e poi non così esaltanti). Potrebbe essere utile, infine, pensare a quale Disciplinare della Ceramica Artistica e Tradizionale potrebbe mai proporre Cava de’ Tirreni se non uno assolutamente identico o similare a quello già esistente di Vietri sul mare. Sarebbe, invece, molto utile seguire quel percorso che l’Ente Ceramica Vietrese ha voluto tracciare di sinergia e fattiva collaborazione anche con quelle aziende di produzione di piastrelle di Cava de’ Tirreni che, a giusta ragione potrebbero essere considerate straordinariamente innovative nei design e nella qualità, per il riconoscimento e l’ottenimento dell’altro Marchio che la Legge 188/90 pur prevede (Marchio di Qualità), e al fine di rendere altamente competitivo ai livelli internazionali un intero comprensorio, garantendo, così, con intelligenza uno sviluppo complementare e di sistema delle aziende di produzione con i prevedibili incrementi occupazionali che ne deriverebbero.