Campagna acquisti a Capaccio

Aurelio Di Matteo

Importante è dove si va non da dove si viene. Se in politica valesse la regola dantesca di “chi fuor li maggior tui”, non dovremmo accostarci a nessuno degli epigoni del culto della personalità e dell’ideologia dei Soviet; allo stesso modo dovremmo “inorridire” a ogni pur minimo contatto con gli eredi del Ventennio o della Repubblica di Salò. E gli esempi potrebbero continuare, prendendoli da ogni parte della collocazione storica e ideologica. Ma la politica è convincimento e adesione a un progetto, è scelta di soluzioni, partecipazione convinta al superamento dei problemi, è sguardo al futuro. Diceva James Russel Lowell, che un po’ se ne intendeva: “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. Facciamo questa opportuna premessa per dire che non ci interessa nessuna considerazione etica nella valutazione di quanto sta accadendo in quel di Capaccio i cui cittadini in questi giorni assistono a un grosso cambio di casacca politica. Di fronte al giusto e sacrosanto risentimento di alcuni esponenti politici del PDL locale, espresso in seguito all’adesione all’Associazione “Principe di Arechi”di un gruppo di amministratori del CDA del Consorzio di Bonifica Sinistra Sele (Fraiese, Ciuccio, Ciliberti, Sodano, Salzano, De Marco, M. Marino, Frunza) è lecito richiamare alcuni principi che conservano sempre validità nel mondo politico. Più che il diniego sdegnoso o l’ostracismo etico e ideologico, è importante rivolgere al gruppo una semplice e decisiva domanda. È stata posta loro dal Nuovo PSI con chiarezza e determinazione. Che voi siate i benvenuti, ma per fare cosa? Per continuare a gestire il potere, mantenendone saldamente entrambe le chiavi, quello consortile e quello comunale dove si ricopre la carica di Assessore? Oppure per determinare una svolta all’immobilismo amministrativo sia del Consorzio sia del Comune? Il nodo è tutto qui! Non si può aderire a un’Associazione che rappresenta la stragrande maggioranza del PDL salernitano continuando a gestire come Assessore il Comune di Capaccio che, invece, vede all’opposizione proprio il PDL. Sarebbero collaterali e conseguenti alla nuova adesione le dimissioni dall’organismo comunale e il passaggio all’opposizione, dove è collocato il partito dell’On. Edmondo Cirielli, leader e fondatore dell’Associazione “Principe di Arechi”. Le dimissioni sarebbero un atto di chiarezza per sé, per i cittadini e per gli sconfitti del centrodestra nella passata tornata elettorale amministrativa. A meno che l’adesione di questo gruppo non sia l’avanguardia di un più consistente passaggio nelle file del centro destra. D’altra parte se il sindaco Pasquale Marino, come da logica, prassi e costume politico, non ha proceduto a revocare il proprio Assessore (Roberto Ciuccio), né ha fatto le ovvie dichiarazioni di condanna della vicenda, un motivo serio ci dovrebbe pur essere. Noi che veniamo da forti e lunghe frequentazioni ideologiche socialiste, continuate attraverso il Nuovo PSI nel progetto riformista del centro destra, riteniamo che il motivo, per il quale la Giunta del Comune di Capaccio resta uguale a se stessa senza alcun “sussulto” nemmeno di altri qualificati Assessori o revoca da parte del Sindaco, sia quello di un’analoga frequentazione socialista che presto o tardi (meglio presto) traslochi come Pignatta, Cariello, Giuliano e altri, nell’ampio e sicuro porto del PSI di Stefano Caldoro. Qualche amico, con il quale viviamo l’eterna dialettica dell’ideale e del reale, ci accusa di essere pur sempre ammalati di ideologico sentimentalismo politico! Egli, invece, ha motivo di ritenere che la perdurante contraddizione derivante dall’esercizio del potere dal doppio colore e la mancata revoca da Assessore da parte del Sindaco Marino siano determinate da meno nobili scopi di quelli di un’adesione a un progetto amministrativo e politico. Noi insistiamo, pur tuttavia, nel pensare che mai un politico di lungo corso (per numero di anni) abbia o possa ispirare i suoi comportamenti amministrativi al principio che molti altri adottano e che si riassume nel popolare detto: pure io tengo famiglia!