Le fabbriche del terremoto: nasce la fondazione MIDA

E’ mai nata una classe operaia nelle aree colpite dal sisma del 1980? Le fabbriche hanno reso più ricco il territorio? Le ripercussioni del lungo e disorganico processo di industrializzazione sono i segmenti d’indagine e le tracce delineate dalla partnership siglata tra l’Osservatorio sul dopo sisma/Fondazione Mida e Banca Monte Paschi di Siena per l’avvio di un analitico lavoro di ricerca sugli “effetti dell’industrializzazione nelle aree terremotate” che sarà pubblicato entro aprile 2011. L’attività di ricerca sarà condotta sul campo: in quei territori – come la relazione parlamentare d’inchiesta  li definì – resi orfani delle loro connotazioni storiche e produttive, rimodellati come plastilina dalle mani della politica e – a volte – degli affari.  Un esperimento, quello dell’industrializzazione delle aree interne, che in parte ha prodotto conseguenze regressive per interi territori. «Per Banca Monte dei Paschi questa ricerca si inserisce all’interno di una ricca serie di studi e pubblicazioni (consultabile sul sito www.mps.it) sui Territori e Distretti Italiani promossi dall’Area Pianificazione Strategica, Research & IR del Gruppo MPS», commenta Alessandro Santoni, responsabile dell’area. La Fondazione Mida (Musei Integrati per l’Ambiente) ha avviato da tempo un lavoro esplorativo e di introspettiva scientifica sulle dinamiche sociali, culturali, economiche ed urbanistiche che hanno scandito le fasi del mutamento delle realtà territoriali colpite dal sisma del 1980. Si tratta di un’analisi che abbraccia diversi campi d’indagine condotta dal gruppo di ricerca costituito con l’Osservatorio permanente sul doposisma, diretto da Antonello Caporale: un sismografo sociale e un luogo di studio oltre che un’appendice dell’arcipelago delle attività prodotte dalla Fondazione stessa.