Cava de’ Tirreni: Circolo Territoriale “Paolo Borsellino “

Su iniziativa dei soci promotori Francesco Avagliano, Maria Rosaria Perdicaro, Mario Farano, con la presenza di altri soci fondatori tra cui Giovanni Vigorito,  Luigi Dessi, Michele Longobardi, Emilia Natale, Giuseppe Sorrentino, è stato costituito il circolo territoriale intitolato a Paolo Borsellino. Vi è stata l’elezione del presidente dell’associazione che è stato individuato all’unanimità nella persona di Mario Farano.Si è provveduto nella stessa giornata ad inviare tutta la documentazione necessaria alla ratifica di detto circolo da parte di Generazione Italia nazionale.In data 12/7/2010 da parte di Nicola Pagano, responsabile nazionale dei circoli, è pervenuta la comunicazione dell’approvazione a livello  nazionale del circolo di generazione Italia territoriale di Cava de’ Tirreni intitolato a Paolo Borsellino. Generazione Italia vuole essere un aggregatore intergenerazionale rivolto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per l’Italia, con un’attenzione particolare ai giovani che non vogliono limitarsi a subire il futuro del loro Paese ma hanno il coraggio e la passione di immaginarlo, invitandoli ad essere protagonisti dell’Italia del 2020, l’Italia che verrà. Il nostro Paese corre un grande rischio. Rimanere schiacciato dal contemporaneo trasferimento di poteri verso l’alto, l’Europa, e verso il basso, Regioni ed Enti locali. L’indebolimento della coesione sociale e politica dell’Italia, fenomeno ben conosciuto nella nostra millenaria Storia, è il pericolo principale da sventare, insieme al declino economico e al “declassamento” dell’Italia nel mondo. Da 15 anni l’Italia cresce stabilmente meno degli altri grandi partners europei: questa “crisi di crescita” nasce dalla mancanza di una “vocazione produttiva” italiana nel mondo globale. E’ assolutamente necessario che la classe dirigente del futuro inizi ad interrogarsi su quale sia la nuova vocazione dell’Italia nel mondo globale, definendo una strategia-Paese. Poi c’è un altro grande problema “italiano”: l’immobilismo sociale. Negli anni ’60 e ’70 l’Italia aveva uno dei tassi di mobilità sociali più alti al mondo: la trasformazione degli operai in piccoli imprenditori è stata – sul piano sociale – la grande autostrada che ci ha portato al “miracolo” economico. Negli ultimi vent’anni il pendolo delle opportunità sociali si è mosso esattamente in senso opposto: oggi il mondo del lavoro italiano è dominato dal familismo (i figli fanno i mestieri dei padri), il merito è solo un lontano ricordo. Serve dunque una riflessione su come ricostruire “l’Italian dream”. Quello di cui l’Italia di domani ha bisogno è una classe dirigente che sappia mettersi in discussione, rischiare, confrontarsi sui problemi e proporre soluzioni chiare, con lo sguardo rivolto al futuro. È ora di dire basta ai bamboccioni anche in politica. È ora di proporsi come nuova classe dirigente. Quello che Generazione Italia auspica è un incontro e una sintesi di intelligenze. Vogliamo che l’Italia riscopra i suoi giovani, non più contro ma a favore delle altre generazioni. Perché solo valorizzando i trentenni e i quarantenni che oggi accettano la sfida del “deserto” (causato dal dissolversi delle vecchie certezze) cercando nuove opportunità, il nostro Paese riscoprirà il gusto della sfida, la capacità di rischiare, la forza di innovare. La storia d’Italia è contrassegnata da grandi intelligenze individuali che non sono mai riuscite a fare sistema. Noi abbiamo l’obbligo di cercare nuove strade per costruire il network di tali intelligenze. L’Italia vive una lunga stagione di stagnazione. Il contributo “necessario” di Generazione Italia dovrà avere come fine proprio quello di tirare fuori la Nazione da un immobilismo sociale che si ripercuote nella scuola, nell’economia, nella politica. La classe dirigente alla quale ci rivolgiamo e che abbiamo l’ambizione di costruire, è cresciuta in un contesto storico eccezionale. La caduta del Muro di Berlino, Tangentopoli, la discesa in campo di Silvio Berlusconi e la costruzione di una destra europea da parte di Gianfranco Fini, sono eventi che hanno segnato la “vita politica” di chi dovrà avere la responsabilità di governare il Paese per i prossimi dieci anni. Questa classe dirigente che faticosamente si sta affacciando, ha un dovere che è anche generazionale, ha il dovere di guidare l’Italia. Questa dovrà essere la Generazione Italia che avrà la missione di costruire l’Italia del 2020. Ovviamente, questa missione richiede uno strumento. E noi scommettiamo su Il Popolo della Libertà, il grande partito degli italiani che dobbiamo continuare a costruire con quotidiano entusiasmo. Per costruire l’Italia del 2020, bisogna ripartire da un rinnovato senso dello Stato. Un nuovo orgoglio nazionale che dovremo trasmettere nella scuola, nel mondo della giustizia e dell’economia. Solo così potremo salvare il nostro Paese dal declino e dalla sensazione di decadenza tanto diffusa tra gli italiani. Generazione Italia vuole essere un laboratorio di idee e un “generatore di passione politica”: contro l’individualismo assoluto, contro il rifiuto del confronto, contro il rampantismo fine a se stesso. Attraverso il web e una rete di presenze sul territorio, vogliamo essere riferimento e sintesi delle energie nuove che si affacciano. Per creare un grande spazio di riflessione, che sappia interrogarsi sulle grandi sfide sociali, economiche e culturali del nostro Paese. Perché, come ci ha insegnato Elie Wiesel, “Una domanda possiede una forza che la risposta non contiene più”.