Memoli: fuori dalla clandestinità

Aldo Bianchini

Di alto profilo sociale, ed anche politico, l’incontro in Provincia per la presentazione del nuovo libro “Fuori dalla clandestinità” scritto dall’avv. Salvatore Memoli, consigliere provinciale e capo del gruppo misto. Senza sfociare nella letteratura patetica Memoli ha descritto con la chiarezza dell’attualità il fenomeno dell’immigrazione dai paesi extracomunitari verso l’Italia. Un problema serio, complesso e dalle diverse sfaccettature. Un problema che può essere visto da diverse angolazioni e nessuna è sbagliata rispetto all’altra. Un problema che “interroga la nostra coscienza sulle capacità che abbiamo di allargare i nostri orizzonti dell’accoglienza della diversità”, lo ha detto l’avvocato Rosa Egidio Masullo, Rosellina per gli amici. Ed ha detto una cosa sacrosanta Rosellina, un messaggio chiaro e forte che scuote tutti e tutte le opinioni in materia che sappiamo essere tantissime, quasi alla pari dei tifosi che verso la nazionale di calcio pensano di essere tutti commissari tecnici. La sera è iniziata con gli artisti Anna Nisivoccia e Antonello De Rosa che hanno letto un brano del libro di Memoli, lettura a due voci che ha tenuto letteralmente  con il fiato sospeso l’intera platea. In sala quasi mezza giunta provinciale con gli assessori Antonio Iannone. Antonio Mauro Russo,Genè Andria, il presidente del consiglio Fernando Zara e la vice presidente della giunta Anna terrazzano, reduci entrambi dall’incontro vincente con Vivado e Corsini per la risoluzione della vertenza Alcatel. Un altro modo questo di rispondere al lavoro nero ed a quello grigio, in sala anche il console della tunisia e l’artista Mario Carotenuto. La cerimonia è stata aperta con la chiamata dei due ragazzini Jamy e Shirley, figli adottivi di Dante Memoli, che non hanno mai conosciuto la nonna Enza. E’ stato il turno, poi, del collega giornalista de “Il Mattino” Antonio Manzo che ha ricostruito con dovizia di particolari le ore e i giorni successivi al rapimento di Enza e Sonu, mettendo a nudo tutte le carenze investigative che hanno prodotto l’annullamento nel nulla di due persone in un mondo ormai altamente tecnicizzato dove è possibile seguire, anche attraverso la sola presenza di un cellulare, tutti gli spostamenti di un singolo individuo. Antonio Manzo ha anche messo in parallelo la vicenda di Elisa Claps a Potenza con la storia di Enza e Sonu a Salerno ed ha con durezza messo all’indice la mancanza di tutela e di assistenza da parte delle istituzioni che in quel frangente furono praticamente assenti dalla scena. Ha commosso la platea il saluto portato dalla moldava Stela Iarmacovinic che, quasi in lacrime, ha descritto la sua esperienza di immigrata. Molto pacata ma incisiva Rosellina Masullo che ha sottolineato l’esigenza di ricercare sempre valide intese su temi di interesse generale anche se si proviene da esperienze e ruoli politici diversi. Don Franco Fedullo, già presidente della Caritas di Salerno, ha toccato l’animo di tutti sottolineando gli aspetti religiosi ed umanitari che devono sempre contraddistinguere l’accoglienza che non deve mai dipendere dalle possibilità economiche di un popolo. Ha toccato l’animo di tutti i presenti quando ha letto un brano del libro nel punto in cui Sonu, dopo essere stato stuzzicato da Salvatore Memoli sui temi della vita e della morte, dice testualmente: “Tu hai pensato a me e mi hai dato tanto, io penserò a te quando sarai vecchio, ma non devi morire”. Una nuova testimonianza, anche questa molto commovente, è venuta dalla rumena Alina Ivasuc che ha denunciato di aver addirittura pagato cifre esose per ottenere e poi mantenere un lavoro. La parola, quindi, è passata ad presidente della provincia on. Edmondo Cirielli che ha trattato il tema spinoso, complesso e difficile con grande padronanza riconoscendo che la soluzione non la si potrà trovare dentro un cilindro. Un brano della sua prefazione rende meglio l’idea del problema: “Essere tolleranti, essere aperti al confronto, sentire il dovere dell’accoglienza      nel libro non contrasta con il desiderio di legalità e di giustizia: combattere la clandestinità, infatti, significa innanzitutto la lotta allo sfruttamento; significa poi difendere la nostra sicurezza ma significa, soprattutto, ribadire i valori della nostra civiltà, con le sue grandi conquiste, a partire dalla dignità e dal rispetto per la persona umana”. Dopo un nuovo intervento degli artisti Anna e Antonello è salito in cattedra Salvatore Memoli che visibilmente commosso ha ringraziato tutti, anche chi non ha ritenuto di presenziare alla presentazione del suo libro. Non sono mancati da parte di Memoli strali, non tanto occulti, all’indirizzo del “padrone di Salerno” ed ha apertamente invitato il presidente Cirielli ad essere ancora più incisivo di quanto già non lo è sulle tematiche sociali per le quali sarà necessario ritornare nell’immediato futuro. Un’apertura, quella di Memoli, a 360 gradi che il presidente ha raccolto con convinzione accettando anche la possibilità di confronto e di condivisione sui grandi temi di interesse comune. Siamo di fronte ad una svolta politica che potrebbe avere ricadute anche sull’imminente campagna elettorale per le comunali del 2011? Difficile rispondere, il tempo ci dirà la verità. La serata è stata chiusa con i saluti del famoso GREG, personaggio di spessore nel mondo dei sensitivi internazionali e molto noto a livello mediatico televisivo (prima sulla Rai ed ora su Mediaset). E’ lui che, in diretta tv, ha ipotizzato purtroppo la morte della signora Enza e di Sonu.

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