Salerno: PD, giù le mani da Moscatiello!

Aldo Bianchini

E’ un assedio continuo, costante ed asfissiante quello messo in atto dal Partito Democratico contro il sindaco di Baronissi e segretario generale della Provincia Giovanni Moscatiello. Uno dei pezzi più pregiati dell’antica corazzata De Luca viene fatto bersaglio quotidianamente da attacchi inverecondi da parte di tutti, vecchi e nuovi adepti alla “giusta causa” del potere per il potere. Da più parti gli si imputa la colpa di aver accettato un incarico prestigioso come quello di segretario generale della Provincia solo perché ad offrirglielo è stato l’avversario più pericoloso per De Luca. Nessuno, dico nessuno, che almeno per un attimo abbia tenuto in considerazione le grandi capacità professionali in campo amministrativo e finanziario dimostrate nel corso di svariati decenni di attività pubblica come segretario comunale, direttore generale, sindaco, consulente politico e strategico dell’allora astro nascente e segretario provincia del PCI. “La storia parte da lontano –dice Nello Mastursi (commissario del circolo PD di Baronissi)- dall’estate del 2009 quando, all’indomani delle elezioni, Moscatiello ha cominciato a discutere sull’eventualità di dare delle deleghe ad alcuni rappresentanti del centrodestra. Poi seguì il fatto che all’elezione dell’Unione dei Comuni … ecc. ecc. “. E via di questo passo con tutte le accuse possibili. Mi viene sinceramente da sorridere quando rileggo le parole di Mastursi, pubblicate da tutti i giornali; sorrido soprattutto quando Egli dice che “la storia parte da lontano” e cioè dal 2009. Premesso che la storia di pochi mesi non è “storia” desidererei molto sapere quale storia del PCI ilo bravo Mastursi conosce. Io conosco quella di Giovanni Moscatiello che veramente parte da lontano e non dal 2009. L’attuale sindaco di Baronissi, gentile Mastursi, è stato per circa trent’anni l’uomo ovunque di De Luca, la mente pensante, il grande tessitore di strategie soprattutto finanziarie, la persona che ha sapientemente mediato gli interessi della politica con quelli del partito e dei grandi imprenditori che il partito hanno finanziato anche negli bui, molto bui, della tangentopoli nazionale e locale. Ma Moscatiello è stato anche di più, molto di più. E’ stato l’uomo che ha saputo custodire come in un sacrario tutti i segreti, forse anche quelli inconfessabili, che ogni uomo di partito deve portare con se fino alla fine dei suoi giorni. Ha curato in maniera certosina e paziente i rapporti, a volte difficili ed insidiosi, con il grande CCC (Consorzio Cooperative Costruzioni), meglio noto come le Cooperative Rosse, che soltanto in provincia di Salerno ha gestito negli anni del trapasso tra la prima e la seconda repubblica un enorme pacchetto di lavori pubblici per una cifra complessiva intorno ai diecimila miliardi delle vecchie lire. Ma cosa devo dire di più, gentile Mastursi, su Moscatiello. Che è stato il grande tessitore degli accordi tra la Coop. Argenta (una delle scatole cinesi del CCC) per la  ricostruzione di Valva e la realizzazione finanche dell’arredo urbano della città di Salerno. La storia parte davvero da lontano, comincia alla fine degli anni ’70 e non certamente dal 2009. Voglio qui ricordare, e non solo a Mastursi, che Moscatiello nel dopo terremoto dell’80 è stato per anni il segretario comunale di Valva, insomma l’uomo in più di cui disponeva non solo Michele Figliulo (attuale segretario provinciale del PD), allora sindaco, ma tutto il PCI e soprattutto Vincenzo De Luca. L’azione di Moscatiello era professionale e filtrante, riuscì a gestire in maniera ottimale i delicati rapporti con Donigaglia (detto “gamba di legno”), uno dei massimi esponenti delle Cooperative Rosse, divenendo controllato e controllore nei lavori di ricostruzione. Rapporti che giunsero fin dentro le segrete stanze della segreteria provinciale di Via Manzo del PCI, poi PDS, DS e PD. Se non l’ha già fatto vada a leggersi, Mastursi, l’interrogatorio giudiziario del 1993 reso dinnanzi ai pm Di Nicola e D’Alessio dal defunto imprenditore Vincenzo Ritonnaro; solo così non dirà più che la storia comincia dal 2009. Ma la cosa che più mi ha sorpreso in questi giorni (se sono vere le cronache giornalistiche) e l’attacco deciso e senza tentennamenti che ha sferrato contro Moscatiello il segretario provinciale Figliulo. Da lui, sinceramente, non me lo sarei proprio aspettato. Non solo perché i due sono stati veri e sinceri amici, anche al di là dello schieramento di partito, ma perché insieme sono riusciti ad emergere del tutto indenni dalle secche di uno dei più travolgenti processi di tangentopoli, quello per la ricostruzione di Valva. Dopo tre decenni qualcosa è accaduto, qualcosa che ha rotto l’equilibrismo dei rapporti tra Moscatiello-De Luca- Figliulo, qualcosa che ai più è rimasto e deve rimanere sconosciuto. Anche ai volenterosi iscritti del commissariato circolo di Baronissi. Giù le mani, dunque, da Giovanni Moscatiello; lasciatelo prendere in pace le sue decisioni, anche se saranno molto amare da digerire. Le sue dimissioni non possono essere chieste soltanto perché alle regionali De Luca ha preso più voti di quanti ne aveva preso Moscatiello alle comunali roba di ridere direbbe Salvatore Memoli, roba di chi non vuole capire che la stagione di De Luca è finita.

7 pensieri su “Salerno: PD, giù le mani da Moscatiello!

  1. Dott Bianchini,ci spiace ma non ci ha convinti. Non ci ha convinti per una serie di motivi. Dimentica il processo per concorso esterno in associazione camorristica tutt’ora in corso. Il fatto sta proprio qui, de luca se ne è giustamente lavato le mani e a M. non è andato giù. Ma che pretendeva? Dimentica la campagna elettorale per eva longo alle scorse provinciali. Dimentica l’accordo con cirielli per sfiduciare cosimato,allora sindaco del PD! Dimentica il Cstp finito in minoranza grazie al soggetto in questione. Dimentica che il segretario generale da quando è scelto direttamente dal presidente non è più un incarico professionale ma strettamente politico,infatti sotto il profilo professionale la scelta sarebbe ricaduta su altri più validi,questo la sanno anche le pareti della provincia. Dimentica che grazie alla politica si dice che abbia sistemato sua sorella al porto, la sua ex moglie,la sua attuale moglie in svariati settori,es Iacp,un comune dell’agro e ora a tempo indeterminato alla Provincia. E nn parliamo degli amici. Io dico viva dio che il pd finalmente ha fatto pulizia! era ora! L’era de luca è appena iniziata!

  2. Io trovo giusto che si dimetta! Si era proposto a noi come sindaco di centro sinistra, la sua civica è fallita, la sua amministrazione si regge grazie alla destra. Egli stesso aveva definito la coalizione passata di cosimato come degna del Cirque du Soleil perchè era mista di uomini di destra e di sinistra. Aveva accusato cosimato di essere colui che la storia avrebbe ricordato come il colpevole che aveva riportato la destra a baronissi. Noi non abbiamo votato pdl alle comunali,noi siamo stati chiari i vari petta esposito,roma,ecc. li volevamo all’opposizione. E siamo chiari anche adesso:SI DIMETTA!

  3. “Dimentica il Cstp finito in minoranza grazie al soggetto in questione” Ecco quello che di più brucia ai deluchisti ! Moscatiello sarà pure passato alla destra, ma di certo voi nella destra ci siete ormai da anni: da quando vinceste contro Andria con i loro voti e da quando il vostro Duce si dichiara uomo della destra europea; alla fine – come è successo alle regionali – la gente, tra la copia e l’originale, sceglie l’originale.

  4. Gent.mo dottor Bianchini, continuo a chiedermi come può succedere che un valente giornalista come lei si leghi anima e corpo ad una sola parte politica, finendo per perdere la capacità di essere dalla parte delle notizie e diventando una sorta di portavoce del Presidente Cirielli. La sua scelta di campo (fatta da molto tempo e confermata agli albori della competizione elettorale per la Provincia, quando in un contesto che nulla aveva a che fare con il Comune di Salerno lei, il presidente Cirielli e il consigliere Cammarota [che tirava già per un posto a candidato sindaco], invece di parlare dei progetti per la Provincia stessa, vi dilettavate solo a parlare male dell’Amministrazione comunale di Salerno) offende la libertà di un giornalista e mortifica quei cittadini che vorrebbero sempre più giornalisti liberi da padronati e capaci di discutere nel merito senza tessere o appartenenze.
    Un suo ex affezionato lettore.

  5. Gent.le sig. Carmine, chi le risponde siede tra i banchi delle ex mogli, come nel programma di Bonolis e sono colei, a cui, con un ” si dice”, si riferisce. Mi permetto per la prima volta di intervenire in prima persona, avendo sempre evitato di farlo sia come moglie che come ex. Ovviamente non in forma anonima, come ritengo debba essere. Mi piace pensare di trovarmi al cospetto di una persona che ha sentito l’urgenza di dare un contributo al “dibattito politico”, senza altri interessi personali. Mi rivolgerò quindi a lei, dando per scontata la sua buona fede, altrimenti non troverei il senso di questo mio intervento. In tempi ormai lontani, quando la passione e la responsabilità politica faceva scattare l’urgenza alla partecipazione civile, i modi, i contenuti e gli obiettivi riguardavano sempre motivazioni solidarisistiche e, soprattutto, progettuali. Insomma senza ricorrere a grandi ragionamenti o a lontane utopie, vorrei ricordare che le parole che si usavano evocavano sempre costruttività, positività, fiducia e spingevano a mobilitarsi per prospettive di vita di una qualità migliore di quella che avevamo. E per questo, ogni battaglia, ogni sfida e finanche ogni contrapposizione conteneva una idea, un argomento, un progetto. Forse, anche solo quelle parole, anche solo quegli slogan, nonostante i tanti successivi fallimenti e le infinite delusioni, sono bastati a dare forza ed energia ad una generazione intera. In pratica intendo dirle che le parole sono importanti. Sono dannose, levano vigore e sfiancano chiunque, in primis chi le pronuncia, se gratuite, inutili o, peggio, strumentali, ma ogni critica, ogni provocazione, finanche la più feroce, è doverosa se utile, se contiene pensieri, idee e nuove prospettive. Ed è proprio con lei che usa le parole con tanta facilità, che voglio provare a fare un ragionamento. Lei ha la sensazione che il nostro attuale sistema dei partiti e coloro che si propongono leader, abbiano bisogno e chiedano a noi, gente comune, questo genere di contributo? Lei che ha sentito l’urgenza di esprimere un suo “disinteressato pensiero ”, ritiene che il partito a cui fa riferimento ci abbia mai chiamato a collaborare facendo appello alla nostra generosità, al nostro ingegno, insomma a partecipare a qualunque titolo e in qualsivoglia modo dimostrando di aver bisogno di noi ? A me francamente pare di no. Anzi ogni tentativo in tal senso è semplicemente “morto”. Dobbiamo per questo ritenere di non avere nessuna qualità, di non essere utili in niente? Sempre un tempo lontano( lo dico con ironia) non tanto cronologicamente ma per l’assoluta non rintracciabilità, oggi, di quello che è stato, le sezioni erano come le famiglia, erano i luoghi dove persone legate da un senso di appartenenza affrontavano le diversità e le contrapposizioni, anche le più inaccettabili, vivevano la rabbia delle divisioni e si nutrivano della forza di ogni ritrovata condivisione. Si obbediva e si disobbediva, si criticava e ci si divideva, senza mai perdere il senso dell’appartenenza, come credo succeda in tutti i luoghi dove avvengono cose vere tra persone vere. Questo preparava alla vita, non ai tatticismi della vita. Esperienza preziosa per l’esercizio della vita democratica che non è una espressione che attiene a ciò che avviene in politica ma a quello che avviene nella vita in tutti suoi aspetti e, prepara e fortifica. Qualcuno ha pensato poi, che questo fosse tutto un tempo vuoto e inutile. “Solo chiacchiericcio, tempo perso, ma che si vada a lavorare”. Come per miracolo è calato il silenzio, nessuno ha avuto più niente da immaginare, da proporre, da dare, da avere, da pretendere. Niente. Ogni conto azzerato. Una democrazia perfetta. Il paese delle meraviglie. Inutile dire che si sono spopolate le sezioni, le piazze, sono cambiati gli argomenti in discussione, è sparita ogni capacità critica e le rabbie e le frustrazioni hanno alimentato esclusivamente quel lieve venticello che è la calunnia. Quella ce l’hanno lasciata, perché serve a dividere. In compenso si sono riempite le segreterie dei notabili politici di sinistra e di destra, senza distinguo alcuno. La sinistra si meraviglia di perdere le elezioni, si meraviglia della mancata fidelizzazione dell’elettorato o, dovrei più correttamente dire dei clienti, perché è così che vengono trattati. Dalla commedia si passa alla tragedia, con questo il cartellone è completo, quando si invocano pulizia e si denunciano tradimenti. Ma di cosa? Di accordi tattici, di operazioni in cui ognuno già sa che fregherà qualcuno, di accordi sottobanco.. Stiamo parlando di logica politica o aziendale.Di etica o convenienza? Invece di invocare l’intervento dei probiviri(esistono ancora?), sarebbe opportuno applicare le norme del diritto societario. Certo così è più comodo: logiche da impresa privata, capitale esclusivamente pubblico, regole non scritte. Come giustamente ebbe modo di affermare Umberto Eco, a loro occorre il nostro voto, dopo di che ai nostri interessi ci pensano loro, e si riferiva ai partiti di sinistra!! Una classe politica meridionale che ci ha chiamato a combattere la borghesia per proporci una nuova aristocrazia. Lei, dunque, esercitando l’unico strumento che ci è consentito, ritiene che il nostro dovere, oltre che diritto alla partecipazione, possa esaurirsi nell’esercizio dell’inciucio militante? Di questo siamo capaci, e solo di questo? Sempre perché resto convinta della sua buona fede, le chiedo: ” questo le basta?” E questo basta ai tanti giovani che avrebbero bisogno di ben altre motivazioni per sfidare un mondo così ostile? Non le sembra di cadere nel trabocchetto di sempre, dei “si dice?”. Con i “si dice” non si migliora niente, e non si è migliori di nessuno. Con i “si dice”, al massimo, si può provare se funziona una pomata per i calli. Per la critica vera, quella provocatoria , che non si accontenta di compiacere qualcuno a scapito di qualcun altro, occorrono altre qualità, un altro coraggio ed occorre tempo, non l’istante utile a demolire , ma il tempo e la fatica per costruire. Spesso, una vita intera, e occorrono storie personali vere, non inventate. Io, persona, non soltanto ex moglie, appartengo ad una generazione che su questa idea tanto affascinante quanto faticosa( e forse decisamente effimera) di cambiamento ha costruito il proprio futuro e, soprattutto la propria identità, impiegandoci non un istante, quello occorso a lei per il gusto del pettegolezzo, ma trent’anni. La mia generazione non aveva grandi alternative, se non quella dell’operosità, in compenso sentiva molto forte l’aspirazione all’indipendenza, e per questo si è data da fare, impegnandosi negli studi o nel lavoro più umile. Pochi si sottraevano a questo dovere. Ognuno di noi lo ha fatto, come ha saputo e secondo i mezzi che aveva a disposizione. E se qualcuno si sottraeva a questo dovere, cercando scorciatoie o vendendo la propria dignità, non diventava certo nè un esempio da emulare, nè un’autorità da rispettare, tantomeno giudice di altri…Restava, per tutti e per tutta la vita, una mezzacalzetta, qualunque fosse la “fortuna” che con espedienti vari poteva aver costruito.Ciò succedeva tra la gente per bene e persino tra i malavitosi. Questi i valori che ci sono stati trasmessi, questi gli esempi.
    Forse non ha capito cosa intendo, con questo, dire. Glielo riassumo, infine, per punti, perchè sono certa che tanti argomenti, tutti insieme, possano risultare per lei difficili da comprendere:
    1)credo che non dovremmo mai dimenticare, quando l’urgenza alla partecipazione ci chiama, quella che ha spinto lei ad esprimere il suo pensiero, per intenderci, che abbiamo il dovere di essere responsabilmente dignitosi, consapevoli del fatto che le parole sono importanti, che ogni nostra affermazione è specchio di noi stessi e della nostra storia personale, soprattutto se chi parla ritiene di ispirarsi ai valori della cultura di sinistra. Non dovrebbe neppure sfuggire a nessuno, che oltre quindici anni di amministrazioni a direzione ex PCI e successive modificazioni, avrebbero dovuto registrare l’affermazione di codici comportamentali e relazioni umane, prima ancora che politiche, ben diversi da quelli del Grande fratello, nomination comprese.
    2)come in natura, anche nella vita delle singole persone niente si crea e niente si distrugge. La vita vera non somiglia nemmeno lontanamente a ciò che accade nelle stanze dei reality, e poichè niente si inventa, provi ad informarsi dei curricula professionali delle persone incaricate di far pulizia, forse scoprirà che gli unici esami a cui hanno partecipato, università a parte- nemmeno per tutti-, sono quelli per conseguire la patente. Questo non toglie niente all’eventuale preparazione o ad altre qualità, ma lascia perplessi rispetto alla costruzione della propria identità, di quello che si è, se si sceglie di vivere affrontando rischi e sfide, mettendosi in discussione e misurandosi. Sarebbe come dire che il bel giovane che siede sulla poltrona del tronista non è solo bello. Può essere, ma nel frattempo si è seduto su quella sedia, ha deciso di giocarsi quella carta e non un’ altra.
    3) le donne, non solo e non sempre ex, tutte, soprattutto quelle che hanno vissuto credendo nel riscatto di un meridione arretrato e maschilista, sono quelle che più, spesso nell’ombra e quasi sempre senza risultato alcuno, hanno attraversato queste esperienze con una fatica ed un coraggio estremo, con la consapevolezza assoluta di ogni cosa e, come scrive il Sig. Bianchini, custodiscono non sempre segreti o misteri, ma sicuramente certezze di tutto ciò che è accaduto e accade, delle vicende politiche, delle fortune e delle sfortune politiche e delle trasformazioni profonde che hanno attraversato le coscienze. Quando hanno capito che il prezzo da pagare in cambio della possibilità di “essere presenti “ nei luoghi della politica, è quello dell’appartenenza cieca che si alimenta non di condivisione ma di divisione, di chiusura e localismi e piccolezze varie capaci solo di perpetrare altre arretratezze, sono scappate via.
    3)a proposito del glorioso PD: poichè mi pare di capire che mi trovo di fronte ad una persona giustamente curiosa e volenterosa, le offro un interessante caso di studio. Qualche anno fa (forse 5) ebbi modo di guardare l’elenco degli iscritti alla storica sezione di Pastena( quella ove la mia storia di umile militante). Contava circa n. 600 iscritti. Lessi i nomi, mi bastò. Non conosco la situazione delle altre sezioni, nè sono a conoscenza dei dati attuali. Non volli conoscere altro, e sa perchè? Perchè con un numero così alto di iscritti, da Pastena sarebbe potuto partire un moto rivoluzionario o almeno qualche “piccolo fastidio” al tanto odiato Berlusconi, e invece, l’unica attività che vi si svolgeva costantemente era la solita abitudinaria partitina a scopone dei cari vecchietti di sempre! Quale pulizia deve fare il Pd : cacciare i pochi cari vecchietti che da soli ormai abitano le sezioni o i tanti “cari” (sigh!) leali iscritti …? Sono d’accordo bisognerebbe fare pulizia e riaprire le porte.

    Anna Guarino

  6. Alfonso dice : “Gent.mo dottor Bianchini, continuo a chiedermi come può succedere che un valente giornalista come lei si leghi anima e corpo ad una sola parte politica, finendo per perdere la capacità di essere dalla parte delle notizie e diventando una sorta di portavoce del Presidente Cirielli”. Il sig. Alfonso dimentica che da anni la stampa salernitana tutta è asservita incondizionatamente a una sola parte politica, anzi ad un uomo solo ! Bianchini è stato l’unico a mantenere la dignità di giornalista in tutti questi anni e a far sentire la sua voce fuori dal coro dominante della dittatura deluchista. Ora che il dittatore vacilla, mi sembra più che legittimo che egli continui a dargli “mazzate” come ha sempre fatto anche in tempi non sospetti.

  7. Ho molto apprezzato l’intervento della signora Guarino, si nota che è scritto con l’anima !!
    Non penso che l’ottimo dott. Bianchini abbia mai dato mazzate.
    Cordiali saluti a tutti.

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