Le scatole cinesi della BIMED

Aurelio Di Matteo*

Da parte degli Enti pubblici, primo fra tutti la Regione e a seguire la Provincia di Salerno, cosa si aspetta a chiudere i flussi finanziari verso l’Associazione di enti locali BIMED (Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo)? Sarebbe bene cominciare con le modeste somme delle quote associative e con la revoca della meno modesta entità (dieci milioni di euro!) previsti con una delibera preelettorale della Giunta Regionale della Campania del marzo 2010, con la quale si prevede l´acquisizione di un altro grosso e inutile carrozzone, il “Parco Scolastico del Mezzogiorno”, nell´Educational Quality Facilities (EQF), per la cui gestione “autonoma”, senza vincoli di alcuna natura, ci si appresta a costituire anche una Fondazione. La politica del rigore e della lotta agli sprechi deve riguardare non soltanto la Sanità ma tutti i settori della vita amministrativa regionale e provinciale. Le elargizioni che si muovono per le attività della BIMED, sono un capitolo non secondario di questa razionalizzazione perché attengono a un’associazione nata per “nobili fini” e rivolta a un settore privo di una regia di coordinamento (cultura, arte e scienze), ma ben presto deviata verso obiettivi che, con eufemismo, definiamo non coerenti con il suo Statuto costitutivo. Man mano si è trasformata in un’articolazione a scatole cinesi nelle quali hanno trovato accoglienza sia la promozione della vendita di salumi e formaggi, sia fasulle e costose attività sedicenti “formative”, dando vita a una struttura di vari organismi di discrezionale gestione che hanno espropriato le funzioni proprie degli specifici Assessorati, muovendosi in autonomia o con riguardo solo ad alcuni accreditati referenti politici. Cominciamo da una prima banale domanda. La BIMED quale funzione svolge? Ciò che fa, è coerente e conforme alle norme indicate nello Statuto di costituzione? A noi viene qualche dubbio. Come si conciliano la costituzione da parte della BIMED del Consorzio “Nutrirsi di arcobaleno” e le sue periodiche “peregrinazioni” di comitive per il territorio provinciale finalizzate a gustosi pranzi ed eventuali vendite di prodotti delle Aziende partecipanti, con l’art. 4 dello Statuto (“L’Associazione ha come scopo la promozione e lo sviluppo della cultura e dell’arte… ha come obiettivo precipuo la promozione, la ricerca e lo studio, la documentazione e la presentazione, a livello nazionale e internazionale, delle arti contemporanee e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche prodotte dai paesi che si affacciano sul mare Mediterraneo, anche attraverso iniziative di concerto con le Università degli Studi”)? Allo stesso modo, come si giustificano le attività del Consorzio Terra Orti, altra scatola cinese, con la funzione propria della BIMED? Lo scopo e le attività dichiarati della costituzione di questi Consorzi (“nasce con l’obiettivo di valorizzare tecnicamente e commercialmente le produzioni degli associati. Le insalate adulte e da sfascio, i cavolfiori, i carciofi, le angurie, i meloni, le melanzane, i peperoni e le zucchine sono fra le colture più importanti delle aziende agricole che costituiscono la base sociale del Consorzio”) sono esattamente quelli che fanno capo all’Assessorato Provinciale all’Agricoltura. Delle due l’una: o esistono la BIMED e, nell’ambito di questa, i due Consorzi o esiste l’Assessorato. Una duplicazione di compiti e di funzione, con relativa duplicazione di impegno di soldi, non si giustifica in nessun modo se non per il fatto che i Consorzi non sono obbligati a Bandi e Selezioni a evidenza pubblica. Gli Enti locali facenti parte dell’Associazione BIMED, tra i quali la Regione, 53 comuni della Provincia di Salerno, qualche Comunità Montana e la stessa Provincia, come giustificano, secondo le norme e le finalità dello Statuto costitutivo, il versamento delle quote associative, che assommano a 82. 979 euro, oltre i finanziamenti in corso d’anno per eventi, manifestazioni e altro? La BIMED appare sempre più come una costruzione a scatole cinesi, nelle quali “diluire”, unitamente ai finanziamenti vari, i compiti propri dei vari Assessorati provinciali, senza essere obbligati al controllo giuridico e politico al quale invece devono dar conto le strutture amministrative deputate per norma a svolgere le funzioni che con la costituzione di una serie di organismi sono state trasferite alla BIMED.In ultimo, e in ampliamento di Exposcuola, è stato inventato il Parco Scolastico del Mezzogiorno la cui pomposa inutilità è ben esemplificata dagli obiettivi espressi dalla sua vuota e insulsa presentazione (uno per tutti: ”Sostanziare l’autonomia scolastica determinando la concreta costituzione di un sistema che renda le nuove generazioni il valore aggiunto in funzione della crescita e della qualificazione complessiva del Sud dell’Italia”). Insomma la pretesa di un vero e proprio Ministero dell’Istruzione per il Mezzogiorno, quasi che il compito delle Province e dei Comuni sia quello di sostituirsi al Governo e non quello, come per legge, di costruire qualche scuola mancante o metterne in sicurezza qualche altra. E ora la BIMED si appresta a partorire un’altra delle sue “creature cinesi”, un’apposita Fondazione per meglio gestire in autonomia i fondi elargiti e da elargire da parte della Regione (si parla di trenta milioni di euro!) per il Parco Scolastico del Mezzogiorno, chiamato pomposamente “rete educativa per lo sviluppo del mezzogiorno” ma, di fatto, un nuovo contenitore che assorbirà i già esistenti format Exposcuola, W i bambini, Exporienta e l’immancabile Consorzio “Nutrirsi di arcobaleno” costituito da 28 aziende private operanti nel settore delle produzioni agroalimentari, tra le quali alcune aziende vitivinicole, un liquorificio, un salumificio, un caseificio che, con tutta evidenza, hanno molto in comune sia con la formazione sia con le arti e le scienze! E qui la nostra seconda domanda. Fino a quando si farà in tal modo scempio del pubblico denaro?

* Componente del Comitato per la razionalizzazione della formazione per il Turismo – Ministero del Turismo