Vita di Missione: con la gentilezza,si possono ottenere tante cose

Padre Oliviero Ferro

Quando uno è gentile,viene visto come qualcosa di strano. Eppure non costa molto dire “grazie”,fare un favore,un piccolo servizio. Certo,ci può disturbare,forse perché pensiamo che cosa ci guadagniamo in quello che facciamo. La gentilezza è come il profumo dei fiori.Non lo si vede,ma porta qualcosa di speciale. In questa storia che sto per raccontarvi, la gentilezza ha portato dei frutti. Ascoltatela.“C’era una volta un padre che aveva due figli in età di matrimonio. Ma,dopo aver cercato in tutto il villaggio,non trovarono nessuna ragazza che piaceva loro. Il più grande cominciò un lungo viaggio. Una sera arrivò in un villaggio dove fu accolto da un gruppo di belle ragazze. Contento di essere accolto così bene,domandò loro di accompagnarlo dal capo villaggio. Il capo,o meglio la capo villaggio, era una vecchia incartapecorita,tutta coperta di piaghe e di foruncoli. La vecchia fu contenta del suo arrivo e gli chiese di andare a cercare l’acqua per potersi lavare. Un po’ meravigliato,dato che era il lavoro delle donne,il giovane le fece questo piacere. La vecchia gli disse:”Fai scaldare l’acqua e poi mi laverai”. Sempre di più meravigliato,ma servizievole e gentile,fece scaldare l’acqua al punto giusto e pulì con cura le sue piaghe. La vecchia lo lasciò fare sino alla fine,poi gli sorrise e gli chiese:”Che cosa cerchi?”. “Io cerco una moglie”rispose lui. “Queste del villaggio non ti vanno bene. Vai al villaggio vicino e troverai quella che cerchi. Io ti darò qualcosa per vincere le prove che tu dovrai sopportare”. E la vecchia gli diede una bisaccia con il fulmine e una famiglia di topi del Gambia. Dopo averla salutata e ringraziata,il giovane continuò il suo viaggio fino al villaggio vicino dove le persone gli chiesero:”Sei venuto a cercare moglie?Tu puoi scegliere quella che preferisci,però prima devi passare due prove. Accetti?”. Lui rispose di sì. Lo condussero in una valle rocciosa,così piena di rocce che non si vedeva né la terra né la sabbia. Gli diedero una zappa tutta rovinata. “Scavaci un pozzo,perché non abbiamo l’acqua nelle vicinanze” e lo lasciarono solo. Cominciò a lavorare con la zappa…ma non riusciva neanche a grattare il suolo. Allora,aprendo la sua bisaccia,disse:”Fulmine,fulmine,aiutami!”. Il fulmine se ne venne fuori e con un solo colpo,scavò un pozzo di dieci metri di profondità da dove l’acqua uscì con abbondanza. Quando rientrò al villaggio,la gente gli domandò se aveva fatto il suo lavoro. “Certo”rispose,”l’ho fatto secondo le mie forze e le mie possibilità”. Tutti andarono a vedere il pozzo e si meravigliarono molto,perché nessuno fino ad ora era riuscito a fare questo. Il giorno dopo, le donne prepararono tanta roba da mangiare e lo chiusero in una capanna,in mezzo ai piatti,panieri,pentole, e quant’altro:tutti pieni di alimenti e si condimenti. Gli dissero:”Quando avrai finito da mangiare,faccelo sapere,così torneremo per aprire la porta”. Anche se aveva un buon appetito,il nostro giovane mangiò un po’ di roba. Ma non ce la faceva,perché ormai si sentiva pieno. Allora aprì la sua bisaccia e disse:”Topo,topo,aiutami!”. I topi se ne uscirono fuori,annusarono l’aria e si misero a scavare al centro della capanna un grande buco e sparirono con tutto quel ben di Dio,lasciando i piatti e le pentole vuote,ben puliti. Allora,il giovane chiamò:”Apritemi. Sono sazio!”. Aprirono la porta e cercarono dappertutto. Non scoprirono la minima briciola. Vinti,le persone gli permisero di scegliere una moglie tra le ragazze del villaggio,senza chiedergli la dote! Quando rientrò da suo padre con la sua bellissima moglie, il fratello più piccolo gridò:”Ne voglio anch’io una così. Dove posso trovarla?”. Si mise in strada,arrivò dalla vecchia capo villaggio. Ma meno gentile che suo fratello maggiore,la guardò con disprezzo e rifiutò di aiutarla.  Arrivato al secondo villaggio,dovette subire le medesime prove,ma  non ci riuscì. Nessuno lo ha più visto da allora”