Il decesso di Gennaro Romano tra i conforti religiosi

Confortato dalla fede, assistito con affetto, amore e carità cristiana dai premurosi nipoti e dalla diletta figlia, sperando nella resurrezione, Gennaro Romano ha chiuso definitivamente gli occhi per passare alla vita eterna. Un nome ed un cognome passati quasi inosservati, degnati appena di uno sguardo sui necrologi affissi negli appositi spazi murali. Un uomo che in tanti a stento ricordavano, che non ha lasciato alcun bene patrimoniale né eredità rutilanti e nemmeno ha trasmesso particolari ideologie e/o pubblicazioni, opere, saggi. Gennaro Romano, uomo buono, mite, rotto alle fatiche, abituato ai sacrifici, è vissuto in dignitoso silenzio contando sulle proprie forze e facendo leva sui lavori che svolgeva con puntigliosa insistenza. È stato certamente il docile strumento del progetto del Signore che gli ha dato la gioia, il grande dono di generare una figlia, serva del Signore presso l’ordine delle ‘Suore degli Angeli adoratrici della SS. Trinità’ con il nome di Suor Giuseppina. Dal carisma e dallo spessore culturale inversamente proporzionale alla figura minuta e fine, esile e delicata, Suor Giuseppina è la straordinaria creatura che ha curato la Postulatio, ‘Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis’, con la quale è stato dato corso alla causa di beatificazione e canonizzazione della fondatrice delle Suore degli Angeli, la Serva di Dio Maria Serafina del Sacro Cuore di Gesù, proclamata intanto Venerabile. Le comunità ecclesiali, con un gran numero di suore, e parrocchiali hanno manifestato la propria vicinanza a Suor Giuseppina partecipando alla S. Messa presieduta da S. E. Mons. Angelo Amato, Arcivescovo titolare di Sila, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e concelebrata da don Pietro Lagnese e don Luigi Moretti. “Quando c’è la morte” – ha sottolineato S. E. Mons. Angelo Amato confortando Suor Giuseppina ed i parenti –  “c’è sempre tristezza nei cuori dei figli e dei parenti più stretti. E mi rivolgo a Suor Giuseppina ed a Mafalda per il vissuto di questa grazia. Si è spezzato il filo della vita che per un cristiano non si spazza mai perché è l’ingresso per la vita eterna, per il Paradiso dove ogni anima viene portata dagli angeli. Il Paradiso, sede della libertà, respinge la tristezza della morte che colpisce i cuori, che lascia un vuoto che si traduce nella serenità, addirittura nella gioia per la vita eterna. L’anima di Gennaro ha avuto dal Signore il giudizio finale e noi continuiamo a pregare perché Gennaro possa entrare nella casa di Dio dove abitano Gesù, la carità eterna, la nostra Madre eterna, di misericordia che ci sta vicino. Per Provvidenza divina, la partenza da questa terra del signor Gennaro è avvenuta nella settimana santa, quasi a volersi unire a nostro Signore Gesù Cristo che ha patito la morte. Ma la morte non ha vinto, è stata vinta da Gesù. Domenica prossima celebreremo la resurrezione di Gesù e avremo la certezza che le anime di tutti risorgeranno e saremo protagonisti con Lui. Continuiamo a pregare per l’anima di Gennaro e di tutti i defunti affinché il Signore abbrevi la loro permanenza nel Purgatorio e acceleri il ritorno in Paradiso. Il funerale non è che l’incontro con Gesù. Siamo in piena settimana santa e per la nostra conversione, purificazione dei peccati, ci dà quella grazia di serenità per i nostri rapporti con il prossimo. Questo, per tutta la vita. e se c’è qualche peccato grave, non scoraggiamosi ma avviciniamoci al tribunale sacramentale e rinnoviamoci spiritualmente. Il Vangelo ci ha tratteggiato il tradimento di Giuda, uno dei dodici apostoli nei quali Gesù aveva riposto ogni fiducia. Quello è diventato nemico di Gesù da amico che era. Con l’intervento del demonio che è l’anticristo. E Giuda, amico di Gesù, diventa gregario del demonio e si allontana da Gesù. Gesù che aveva scelto Giuda, lo lascia libero anche di tradire. Noi siamo liberi ma la nostra libertà è libera di seguire o meno i comandamenti. È Gesù che ci lascia liberi e ci dà anche le armi per vivere questa libertà. Con l’eucaristia ci nutre spiritualmente ma fa in modo che anche moralmente abbiamo una vita forte. Noi dobbiamo superare la tentazione delle infedeltà e seguire l’esempio degli altri apostoli che sono rimasti fedeli al Signore che ci ha dato grandi doni: l’eucaristia ed il servizio umile ai fratelli. Chi vuol seguire Gesù deve essere umile e rifugiarsi nell’eucaristia. Questo che stiamo vivendo, è l’anno sacerdotale. E i sacerdoti sono preziosi per la chiesa. Un albero che cade fa più rumore di tanti sani. Accompagniamoli con le preghiere ed il nostro rispetto. Sono loro che ci educano alla vita di fede ma anche a quella sociale, al benessere della società perché con l’esempio e la parola ci educano ad eliminare odio, discordie, divisioni. Questa circostanza luttuosa ci permette di fare un breve esame di coscienza. Offrire la nostra fedeltà al Signore che ci dà la grande gioia di vivere nella gioia della grande gioia della resurrezione. E in questo ci accompagnano le chiese del Signore, concrete dei sacerdoti ai quali va la nostra riconoscenza e la nostra preghiera. esprimo le mie condoglianze ai familiari ed a Suor Giuseppina che ha accompagnato mensilmente il papà, come prima la mamma, con grande amore di figlia e perché l’esistenza del signor Gennaro fosse serena, senza fargli mancare nulla. Pregherò anche per tutti voi perché il Signore dia tutta la gioia e la Sua benedizione a voi ed alle vostre famiglie e vi anticipo gli auguri di buona Pasqua, festa spirituale di gioia come lo è per tutti i morti”.

 Paolo Pozzuoli