Palme…elettorali! Incertezze ai piedi dei seggi

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Domenica delle Palme, quasi dimenticata dalla fretta del voto! Tra ramoscelli d’ulivo, argentati e verdi, la gioia d’ una mattinata  sprizzante voglia di primavera. Lo scambio della pace, una stretta di mano, un abbraccio, per rinsaldare vincoli amicali o per deporre, in proiezione pasquale, le armi della contesa, sbirciando la Parasceve. Il voto in calo: per insoddisfazione, per un secco no a come vanno le cose nel Paese o un ritardarlo al vespro ed a domani? Una Pasqua che si profila gioiosa, per i nuovi eletti a Palazzo Santa Lucia: nel loro uovo di cioccolato, un seggio a Palazzo Santa Lucia. A questo. la tensione di una campagna elettorale, transitata anche sul filo delle minacce. Fino allo stremo, delle resistenze psicologiche dei presi di mira. Tra atti di teppismo, puntuali nel far capolino in ogni competizione, addirittura l’eplosivo in un ufficio postale. Una vena di ribellione: un desiderio di volersi far quasi giustizia da soli, nel momento in cui pare proprio che lo Stato sonnecchi, anestetizzato dalla criminalità. Che il governo sia in tutt’altre faccende affacendato, da non poter pensare a ridurre i propri aurei stipendi, per evitare che i suicidi, continuino a vergare in rosso la cronaca localistica. Il voto alle urne: per scegliere cosa? Per affidare le redini della res publica a chi sa solo strumentalizzare anche il gossip elettorale, per un proprio tornaconto anche d’immagine? “No grazie- ha commentato stamane più di qualcuno, ai piedi di gradinate scolastiche, con la tessera elettorale, ripiegata in tasca. -Non saprei chi votare! Dall’una e dall’altra parte, sempre la stessa solfa. Preferisco non perder tempo perchè ormai, che qualcosa muti, non sembra possibile”. Qualche altro, invece, meno senescente e più baldanzoso: “Ho un amico che mi ha chiesto il voto. Non posso tirarmi indietro! I candidati fanno uno screening sezione per sezione. Se ne accorgerebbe che gli ho mentito. Anche se francamante non credo che continuerà ad essermi vicino una volta eletto! Fanno tutti così. Ricordo le provinciali!” “Finalmente noi donne contiamo-grintosa una docente delle scuole superiori- e se ne son resi conto anche accettando che la Mastella gestisse una campagna elettorale confinata. Certo che voto, è un mio diritto, abbiamo sudato anni per giungere a tale opportunità democratica: non me la lascio scappare. Ho una collega della primaria che m’ha chiesto la preferenza!” “Parità, uguaglianza, solo fandonie- un giovane incavolato più con se stesso che con la vita-.Son disoccupato da tre anni, fidanzato da dieci e di lavoro manco l’ombra. E loro vivono solo il business politico. Per questo ora tutti scendono in campo. Ma a me tutto ciò crea perplessità notevoli. Finora ho bussato a tante porte, ma tutte chiuse. Però, in buca, m’hanno intasato la corrispondenza di depliants elettorali!” “Chi scegliere, non saprei- indecisa una diciottenne-perchè non vedo futuro per noi giovani. Prima avevamo qualche paladino dalla nostra parte. Comunque credo che i vecchi tromboni abbiano fatto la loro stagione. E’ giusto che se ne stiano a casa!” “Ma almeno quelli sapevan che dire, non come certi odierni pivellini che non sanno neanche la politica cosa sia- un pensionato delle Ferrovie dello Stato-. I comizi d’un tempo, oltre a darti il polso della piazza, ti facevan guardare in faccia il candidato, conoscevi i suoi pensieri. Ora, non si sa chi sia a destra e chi a sinistra. Lo stesso sindaco salernitano De Luca, giacchè manca il simbolo sul manifesto azzurro elettorale. E questo Caldoro, ma chi lo conosce a Salerno? C’ignorano, però quando dobbiamo votarli, s’attrezzano a contattarci!” “Credo in una nuova politica davvero- stigmatizza un geometra quarantenne- per cui voto il mio beniamino, al di là della coalizione. Infatti mi servirò del voto disgiunto, altra novità di questa tornata. Spero proprio che vinca la sua battaglia, così potrò anch’io riceverne vantaggi, è ovvio. Come si dice, nessuno fa niente in cambio di niente! Sto battendo da giorni il terreno, per portare il suo nominativo nel territorio anche dove non lo conoscono: le regionali son toste, ma proprio per questo prestigiose!”