Sassano: regalo di primavera, una sorgente d’ acqua sulfurea

 Roberto De Luca

E’ arrivata la primavera per farci capire quanto la natura possa essere generosa in questa vallata: essa ha voluto regalare una sorgente di acqua sulfurea a Sassano. Proprio in un territorio dove un gran numero di persone crede che chi specula sui terreni o inquina il suolo con i rifiuti tossici sia una persona per bene, la natura è stata benigna. Proprio dove chi cementifica ad alta quota, in pieno Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, è creduto un benefattore e chi difende i beni ambientali è considerato un nemico da abbattere, la natura prorompe in un getto considerevole d’acqua sulfurea, le cui caratteristiche adesso sono da analizzare e da considerare, eventualmente, per un possibile sfruttamento in campo sanitario. La portata non è trascurabile; forse decine di litri al secondo. Questa falda acquifera è affiorata, probabilmente, a causa delle abbondanti piogge di questo inverno. La zona è da sempre ricca di acqua e già aveva generato, nel passato, sorgenti primaverili. Eppure, per quanto possa ricordare, nessuna di queste ha mai presentato una così spiccata natura sulfurea. Ma dove è scaturita la sorgente? A via Molinella, proprio all’altezza del sito di trasferenza del Comune di Sassano. Un sito sfortunato, da un lato, fortunato oggi. Inizialmente adibito a macello comunale, sembra anche attrezzato per tale scopo, oggi abbandonato e destinato, come era avvenuto anche a Sala Consilina, a immondezzaio. Una leggenda metropolitana (quanto vera?) vuole che dei ladri, nottetempo, abbiano trafugato le attrezzature rimaste incustodite per anni in quelle strutture, servite solo, evidentemente, perché venissero erogati finanziamenti. La sorgente è scaturita proprio nelle pertinenze di questo “macello”. Una strana storia italiana, questa del “macello”, che andrebbe raccontata con più dovizia di particolari, in questa terra distratta solo dal cemento che si versa sulle terre e che si crede sia segno di sviluppo e non sia, invece, la traccia del male che si può arrecare ad un  comprensorio con vocazione agricola e turistica.In questi giorni ci saranno le elezioni amministrative a Sassano. Ma la natura ha annunciato la nuova primavera con questo inaspettato regalo. Che sia un segno premonitore di cambiamenti positivi? Forse che si abbandonerà, una volta per tutte, la strada del cemento a favore della valorizzazione dei beni ambientali del luogo?     

 

 

 

 

5 pensieri su “Sassano: regalo di primavera, una sorgente d’ acqua sulfurea

  1. Gentilissimo Professor De Luca, chi crede che coloro che inquinano con i rifiuti tossici il territorio dove si vive sia una sorta di “benefattore”, senza mezzi termini o è stolto o è uno che ha di che guadagnarci. Il caso Eternit non ha insegnato nulla, come nulla insegnano le tragedie che puntualmente si verificano quando piove oltre la “normalità”. Chi cerca di difendere l’ambiente difende il futuro di tutti, anche degli stolti, degli opportunisti e, soprattutto, dei loro figli. Già, perchè nel delirio di onnipotenza di cui in molti oggi sembrano essere affetti, ci si dimentica che non si è immuni dagli effetti delle sostanze tossiche.Ben venga il coraggio di denunciare, e pazienza se ci sono ancora nel 2010 ignoranti che legano le sorgenti sulfuree al demonio, anzichè alla loro efficacia terapeutica. Da sempre chi ha un occhio aperto in un mondo di ciechi, paga la colpa di saper guardare. Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  2. Quella sorgente d’acqua sulfurea di cui ci informa il dottor De Luca e che, miracolosamente, sta sgorgando in questi giorni di primavera,mi riempie di gioia per il bene di Sassano: In altri paesi del mondo, tali inaspettati “tesori” di sorgenti dacque salutari verebbero repentinamente valutate come fonte di ricchezza per gli abitanti del luogo, onde promuovere una forte oresenza di turisti o di persone abbisognose di cure terapeutiche.Il mio auspicio è che la bella Sassano troverà presto un personaggio autorevole che saprà sfruttare, a beneficio della zona, quella “manna” emersa dal ventre della terra e che anche chi di dovere faccia la propria parte per aiutare a sfruttare tale benedetta sorgente. Auguri Dottor De Luca e tanta fortuna per la città di Sassano.

  3. Ringrazio Giovanna Rezzoagli e Alfredo Varriale per i commenti che hanno voluto fare alla bella notizia.

    Vorrei solo aggiungere che, per quanto concerne lo sversamento dei rifiuti tossici, la Procura di Santa Maria Capua Vetere (CE), che stava indagando su un traffico illecito di tali sostanze, ha dovuto mettere sotto sequestro cautelativo vari terreni nel Vallo di Diano, ridente vallata della provincia di Salerno, ai confini con la Basilicata. L’inchiesta, denominata Chernobyl e condotta dal pm Donato Ceglie, ha portato all’arresto di ben trentasei persone, a vario titolo coinvolte nella vicenda. Due di queste sono del Vallo di Diano.

    Il silenzio assordante di tutti i rappresentanti politici del posto hanno contraddistinto questa triste vicenda. E il silenzio è definitivamente calato, dopo tre anni da questi arresti, alcuni dei quali da tempo revocati. Gli organi di stampa, nella consolidata tradizione dei processi sui reati ambientali, o difendono a spada tratta chi dell’ambiente vorrebbe fare un uso improprio, oppure tacciono. Anche in questo caso, il silenzio è stato imposto per non disturbare chi localmente si candida per la guida della Regione anche se, nel passato, ha fatto finta di non vedere e non sentire (per non parlare).

    Vorrei allora cogliere l’occasione, in seguito ai commenti di incoraggiamento ricevuti, di lanciare un appello a tutti coloro i quali sanno qualcosa sugli sviluppi dell’inchiesta Chernobyl, perché ci facciano sapere qualcosa. Per quanto riguarda i terreni della vallata, infine, so che per essi era stata disposta la bonifica dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Sembra, tuttavia, che di bonifiche, in Campania, se ne facciano poche. I mezzi di un’associazione sono limitati e, quanto pure possiamo adoperarci, di certo non possiamo sostituirci all’opera preziosa dei giornalisti e delle istituzioni. Con l’aiuto di tutti, tuttavia, possiamo fare qualcosa per salvare ogni metro quadrato di questo maltrattato pianeta.

    In conclusione, vorrei però ribadire che quella della sorgente è davvero una bellissima notizia. E spero anch’io, come Alfredo Varriale, che chi amministrerà questo paese dal prossimo 29 marzo possa riconoscere il giusto valore di questo prezioso dono della natura. Il nostro compito, purtroppo, si arresta qui.

    Grazie ancora per i vostri cortesi commenti.

    Cordialità,
    Roberto De Luca

  4. Gentilissimo Professor De Luca, mi auguro ed auguro alla vostra Regione, che il Suo messaggio sia colto da chi voterà. Purtroppo spesso chi ricopre ruoli istituzionali non vi arriva per merito, ma qui si aprirebbe una voragine che è meglio resti chiusa. Sarebbe bello se la gente votasse pensando a ciò che è giusto e non a ciò che ci può guadagnare…Un sentito apprezzamento per il Suo impegno ed il Suo coraggio, sappiamo entrambi che stare zitti è molto più comodo e assai meno pericoloso, ma io credo che guardarsi allo specchio e non vergognarsi di se stessi non abbia prezzo, il resto verrà. Auguri.
    Giovanna Rezzoagli

  5. ..per dovere di cronaca…e completezza della notizia,l’acqua sulfurea non proviene da una sorgente.. ma bensi da un pozzo artesiano scavato, negli anni ’70 .Non è l’unico pozzo ad avere questa caratteristica, ma c’è nesono ancora altri sempre pochi distanti, e precisamente altri 3 pozzi. Le acque solfuree contengono, oltre ai composti dello zolfo bivalente, anche altri elementi in quantità apprezzabile e tra questi i solfati, l’anidride carbonica, cloruri e sodio, ioduri e bromuri, bicarbonati, calcio, etc. ottimi per la salute umana e di conseguenza si ha una maggiore conoscenza delle azioni biologiche.

    Azione sul sistema neurovegetativo

    Le acque solfuree stimolano il sistema nervoso parasimpatico. Il risultato è una cospicua vasodilatazione capillare con aumento della permeabilità vasale (evidente soprattutto a livello polmonare) riduzione della pressione arteriosa sistemica, bradipnea e bradicardia.

    Azione sui meccanismi di difesa ed antiinfiammatoria

    Sembra che le acque solfuree siano in grado di stimolare l’organismo a difendersi sia nei confronti degli stimoli infiammatori endogeni che degli agenti proinfiammatori esterni. Lo stimolo sul sistema reticolo-endoteliale comporta un’esaltazione della reattività istogena ed umorale che si traduce in un’azione antiinfiammatoria. Interessanti osservazioni sono state compiute sul potenziamento della produzione anticorpale. Si è osservato un aumento significativo a livello mucoso di IgA secretorie e delle IgG e IgM circolanti. Numerosi altri studi hanno evidenziato l’attività antiflogistica delle acque solfuree descrivendone l’azione antijaluronidasica, la depressione del metabolismo dell’acido condroitinsolforico esaltato in condizioni di flogosi, la regolazione della sintesi di prostaglandine, etc.

    Azione antitossica

    Questa azione è probabilmente in relazione con la stimolazione del SRE. Esiste tuttavia un meccanismo diretto. Sono state accertate azioni antitossiche su diverse sostanze organiche e metalli, tra i quali ricordiamo il piombo, il bismuto, il fosforo, le tossine botulinica e difterica.

    Azione sul fegato.

    I composti dello zolfo vengono metabolizzati ed utilizzati a livello epatico. E’ stato dimostrato che le acque solfuree sono in grado di proteggere la cellula epatica dalla degenerazione grassa indotta da tetracloruro di carbonio (CCl4), arsenico, fosforo e dalla necrosi indotta dal fenolo. Esiste anche un’azione delle acque solfuree sul metabolismo protidico evidenziata dalla riduzione dell’azotemia. Si è osservato inoltre un miglioramento dei quadri disprotidemici ed un aumento dell’attività protrombinica. Riguardo il metabolismo glucidico osserviamo un aumento del glicogeno epatico e riduzione della glicemia. In sintesi possiamo affermare che le acque solfuree imprimono uno stimolo al trofismo ed all’attività delle cellule epatiche. E’ discussa la teoria secondo la quale a livello pancreatico le acque solfuree promuovono la secrezione di insulina.

    Alla base delle azioni sul metabolismo probabilmente è la stimolazione vagale in quanto la vagotomia e la somministrazione di atropina sono in grado di annullarle.

    Azione sulla muscolatura liscia e sulla secrezione digestiva

    Soprattutto per la stimolazione parasimpatica le acque solfuree possono indurre broncocostrizione, aumentano la motilità intestinale, la secrezione gastrica, la coleresi e la motilità delle vie biliari. Nei casi in cui siano presenti patologie ipercinetiche, l’acqua solfurea può provocare spasmi e favorire l’incuneamento di calcoli nelle vie biliari.

    Azione sulle mucose e sul muco

    L’H2S provoca intensa vasodilatazione con aumento della pervietà capillare nella sottomucosa. A livello polmonare si genera un edema che, interessando la mucosa, ne provoca l’esfoliazione e la conseguente rigenerazione dell’epitelio. Contemporaneamente, per le azioni fluidificanti specifiche ed aspecifiche, si ha un aumento dell’escreato.
    La stimolazione vagale comporta un aumento della secrezione sierosa bronchiale. Tuttavia esiste un’attività mucolitica più diretta: l’H2S riduce i ponti disolfurici delle mucoproteine fibrillari scomponendo le fibre mucoproteiche.
    Recentemente studi su animali da esperimento sottoposti ad inalazioni di sostanze tossiche hanno evidenziato il ruolo protettivo sulla mucosa e sulla produzione di surfactante di numerose acque minerali comprese le sulfuree.

    Azione sull’apparato locomotore

    Le acque solfuree esercitano a livello delle strutture para e periarticolari numerose azioni. Rivolgiamo l’attenzione soprattutto sugli effetti trofici nei confronti della cartilagine e dei tessuti connettivi.
    Nelle patologie articolari croniche è documentata una perdita del 30% circa di zolfo legata ad una diminuzione dell’acido condroitinsolforico nelle cartilagini. Essendo provato l’organotropismo per le cartilagini dell’H2S somministrato con metodiche crenoterapiche si può supporre che l’utilizzo di acque solfuree agisca come terapia integrativa. Resta tuttavia il dubbio che la quota di H2S assorbita con le metodiche crenoterapiche attraverso la cute sia troppo esigua.
    E’ tuttavia ipotizzato che lo zolfo agisca come oligoelemento attivando processi enzimatici che possono rendere ragione degli effetti terapeutici delle acque solfuree sulle cartilagini articolari. Da molti prospettata ma poco studiata è l’azione di inibizione che le acque solfuree esercitano sui processi fibrotici.
    In vitro l’H2S è in grado di attivare le collagenasi, enzimi che aggrediscono le fibre di collagene e le rendono digeribili da parte delle proteasi. Un sistema di attivatori ed inibitori controlla il processo di aggregazione delle fibre collagene. Diverse patologie che interessano il tessuto connettivo comportano una alterazione dell’equilibrio con risultati che possono essere destruenti o evolventi in fibrosi.
    Numerosi Autori ritengono che la crenoterapia solfurea sia in grado di “attenuare le reazioni connettivali eccessive” contrastando processi fibrotici abnormi.

    Azioni sulla cute

    A livello cutaneo le acque solfuree esercitano essenzialmente azioni plastiche ed antiseborroiche. E’ noto che a pH cutaneo acido l’H2S stimoli la proliferazione dello strato spinoso esercitando una azione cheratoplastica.
    Sullo strato corneo lo zolfo possiede proprietà esfolianti e cheratolitiche, accentuate in ambiente alcalino quando l’elemento si trova soprattutto sotto forma di SH-. Il bisolfuro è infatti in grado di ridurre, e quindi di scindere, i ponti disolfuro della cistina liberando le due molecole di cisteina.
    Anche parte dell’azione antiseborroica sembra legata a questo meccanismo che sarebbe in grado di contrastare il processo di differenziazione delle cellule sebacee. L’azione antiseborroica è legata anche alle proprietà esfolianti e detergenti, in quanto nello strato corneo si raccoglie una grande quantità di lipidi, nonché antimicrobiche.

    Azione antisettica

    Le proprietà batteriostatiche ed antimicotiche dell’H2S sembrano riconducibili al potere riducente. L’acido solfidrico tende ad ossidarsi con formazione di solfati e zolfo allo stato nascente sottraendo ossigeno ai microorganismi. Probabilmente l’azione germicida è da attribuire alla formazione di acido pentationico da parte di alcuni batteri e/o processi enzimatici.

    fa bene PURE ALL’AGRICOLTURA…ALLA PROSSIMA

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