Se Napoleone la faceva in battaglia…

Antonio  Pirpan

Se Winston Churchill dormiva tutti i pomeriggi quando era primo ministro d’Inghilterra durante la prima guerra mondiale, e se Napoleone Bonaparte faceva la sua pennichella sui campi di battaglia, chi sono io per rinunciare al mio sonnellino quotidiano? Non so voi, ma personalmente trovo normale e piacevole sonnecchiare, placido e assorto, su un divano non troppo corto, e sognare con pigra voluttà nuvole foderate di ciniglia. Credetemi, è un piacere sopraffino abbandonarsi alla sonnolenza, meglio nella controra, dopo pranzo, quando si scatena l’azione dei succhi gastrici prodotti dalla mucosa dello stomaco; ed è meglio per tutti non farli arrabbiare. Secondo me, cedere a un sonnellino, soprattutto quando se ne s ente la necessità, è la cosa più naturale di questo mondo, e lo si può fare dappertutto, non solo sul sofà.Prendete un concerto d’archi e fiati, con una platea semibuia, e ditemi voi se la pennichella non diventa un richiamo irresistibile. Oppure, quando siete inattivi e comodamente distesi sulla poltrona, e sul video scorrono le facce di personaggi televisivi che, al solo apparire, vi mandano direttamente tra la braccia di Morfeo. Un sonnellino clandestino, che gli specialisti della materia chiamano “micro-sonno”, non ha fatto mai male a nessuno e, a quanto mi risulta, fa bene al cuore , in molti casi aumenta il rendimento sul lavoro, e quasi sempre predispone a vedere il mondo e le cose terrene con occhio più indulgente. Passando gli anni, ho imparato che fare una dormitina liberamente, sia un incentivo potente quanto il danaro, e che rappresenti la cura migliore per vivere cent’anni. Mio nonno, dormiglione nato, diceva: “Togliete la siesta a un messicano e gli avrete tolto la gioia di vivere”. Sentite a me, quando vi capita, fatevi pure un bel sonnellino, i n autobus, in treno, in aereo  tra le nuvole, sulla panchina di un parco pubblico cullati dal canto degli uccelli, e gustatevi uno dei pochi piaceri rimasti, che non mettono in pericolo la nostra vita. Buon riposo.

 

Un pensiero su “Se Napoleone la faceva in battaglia…

  1. Caro Signor Antonio,
    mentre osservo che Winston Churchill si dedicava a questa pratica durante il secondo conflitto e non durante il primo, provo una punta di invidia per chi, grande stratega o impiegato di Stato in questa repubblica che si estende dalle Alpi a Lampedusa, si può permettere la “siesta” ristoratrice. Anche l’Eugenio Montale che “meriggiava pallido e assorto”, se non altro, perveniva a qualche utile pensiero sulla vita con quel suo riferimento alle file di formiche rosse che non erano “l’allegoria del popolo italiano oppresso da regime fascista” come sosteneva un Commissario di Maturità che proveniva da qualche pennichella prolungata. Qui al nord, sarà che fa più freddo e si stenta a prendere sonno, la gente ha appena il tempo di un boccone veloce al “bar-tavola calda”. C’è la crisi, eppure al mattino le cittadine sono non troppo popolate, segno che o le persone o sono a letto o lavorano…Mi chiedo se la condizione di una economia di “sussistenza” ben diversa da quella medievale perché assistita dalla Stato, non sia una degli effetti delle “pennichelle”. Il Messico insegna …
    Cordialità … e buona pennichella.
    Salvatore Ganci

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