Salerno: consiglio comunale, denunce, dimissioni, veleni e …Bocchino

Aldo Bianchini

Si apre sul filo dei secondi il Consiglio Comunale, il primo del 2010 e forse l’ultimo dell’era De Luca, e si apre anche con la sua momentanea, inattesa e clamorosa assenza. Nel salone dei marmi circolava voce sul possibile allontanamento del gruppo di minoranza  alla scadenza dell’ora di tolleranza. Il presidente del consiglio Corrado Liguori, proprio sul filo di lana, ha chiamato l’appello. Ventinove presenti e dodici assenti. Alcune assenze eccellenti visto la serietà degli argomenti da dibattere: De Luca in primis, Alfonso Andria, Dario Barbirotti, Lello Ciccone, ecc. La seduta si apre con la denuncia, per certi versi clamorosa, del consigliere Giuseppe Zitarosa (anche vice presidente del consiglio) che rifacendosi al precedente consiglio del 29 dicembre 2009 ha denunciato, con promessa di trasferire il tutto alla Procura della Repubblica, il fatto della nomina del dott. D’Esposito a membro del collegio dei revisori dei conti. Secondo Zitarosa il D’Esposito era ineleggibile in quanto cugino dell’assessore Enzo Maraio che al momento del voto era presente in consiglio. Mentre la discussione si accende in consiglio si affaccia a sorpresa anche il sindaco Vincenzo De Luca. La denuncia di Zitarosa, ovviamente, surriscalda gli animi e gli scontri tra lo stesso Zitarosa e Nicola Landolfi e Raffaele Ferraioli si fanno nervosi ed anche  rancorosi tra battute al veleno. Schermaglie preelettorali regionali, come da copione. Sulla richiesta della minoranza di invertire l’ordine del giorno e portare al primo posto la discussione sul Collegio dei Revisori dei Conti si apre la spaccatura: escono dall’aula Celano, De Feo, Falcone. Stasi, Zitarosa. Antonio Pierro non lascia l’aula e prende le distanze dal “gruppo del PdL” e dice: “Io resto al mio posto, condivido la richiesta dei miei colleghi e li invito a ritornare al loro posto in quanto sarebbe sciocco lasciare l’aula quando devono essere discussi argomenti molto importanti per l’intera comunità salernitana”. Il gruppo ritorna sui suoi passi tra molta indecisione. L’inversione dell’ordine del giorno viene bocciata a stragrande maggioranza. Che dire, il pubblico ha assistito ad un atteggiamento molto incerto della minoranza che nei momenti decisivi ancora stenta a trovare la perfetta coesione. Si  passa, poi, decisamente  all’ordine del giorno. Viene approvata la variante Ruec. Si apre poi la discussione sul quarto punto all’ordine del giorno, quello relativo al recepimento della legge regionale sul Piano Casa che viene illustrato dall’assessore Domenico De Maio. Il problema è molto serio. In effetti se il Piano Casa regionale venisse calato pari pari nella città di Salerno che ha già il suo PUC potrebbe saltare il rapporto tra l’edificato e gli standard urbanistici già previsti dallo strumento che il Comune di è dato. Importante, quindi, ed anche assolutamente giusto apportare delle modifiche al piano, soprattutto nell’ambito delle limitazioni per gli abbattimenti e ricostruzione degli immobili produttivi dismessi. In pratica all’interno dei comparti il Piano Casa non può essere calato così come votato dalla Regione ma necessità di cambiamenti al fine di evitare brutte speculazioni o viceversa danneggiare chi semplicemente avesse necessità di apportare le previste modifiche dell’edilizia esistente. Le correzioni vanno introdotte entro sessanta giorni dall’approvazione della legge regionale, termine che è in scadenza fra qualche giorno.  Fausto Morrone chiede di voler verificare meglio il contenuto della delibera anche al fine di estenderne gli eventuali effetti benefici a tutte quelle categorie che non appaiono citate con chiarezza. Sul Piano Casa il Consiglio, ovviamente, si spacca e comincia la sceneggiata della maggioranza. Alla chiamata del numero legale da parte della minoranza il Presidente del Consiglio balbetta, prende tempo e tentenna a lungo prima di comunicare il dato della votazione; così facendo consente il rientro in aula di un paio di consiglieri ed il numero legale è salvo; cosa questa assolutamente al di fuori delle regole democratiche. Ripiomba in aula il Sindaco e si scatena in una dichiarazione che, a mio avviso, non c’entra proprio nulla con l’argomento trattato e con l’intera assise, e tuona: “Porto a conoscenza del prof. Celano che ho denunciato il suo compagno di partito Bocchino, Bocchino, Bocchino….”. Mi chiedo da cittadino, prima ancora che da giornalista, che cosa c’entra la denuncia contro Bocchino, nome che il sindaco ripete con un tono sprezzante e tale da evocare elucubrazioni di ogni tipo proprio sulla genesi di quel sostantivo che casualmente è anche il cognome dell’on. Bocchino. A questo punto la minoranza abbandona definitivamente l’assise.  Le modifiche al Piano Casa, integrate in due distinte delibere, passano a maggioranza stretta. Il vicepresidente del consiglio Giuseppe Zitarosa, per iscritto, si dimette irrevocabilmente    dalla carica perché, a suo dire, sono venuti a mancare la libertà di decisione, la democrazia, la giustizia, la trasparenzaIl vicepresidente del consiglio Giuseppe Zitarosa, per iscritto, si dimette dalla carica perché, a suo dire, sono venuti a mancare la libertà di decisione, la democrazia, la giustizia, la trasparenzaIl vicepresidente del consiglio Giuseppe Zitarosa, per iscritto, si dimette dalla carica perché, a suo dire, sono venuti a mancare la libertà di decisione, la democrazia, la giustizia, la trasparenza, vigendo solo l’ingiustizia, il regime e la dittatura.Davvero interessante il punto cinque per l’avvio del primo lotto-stralcio della Porta Ovest, ovvero della realizzazione di un viadotto nella zona di Via Risorgimento che deve collegare lo svincolo autostradale direttamente su Via Risorgimento quasi alla confluenza con l’inizio nord di Via Pio XI. Un’opera molto importante per lo snellimento del traffico in una zona realmente nevralgica dell’intero tessuto viario cittadino. Passa anche la variante localizzazione ex art. 51 L. 865/71 per il programma dei 480 alloggi, la riqualificazione dell’area tra via V.Laspro e via La Mennolella e la costruzione di box auto pertinenziali interrati e permuta aree. Segue il permesso in deroga a costruire c/o la Clinica Tortorella, il PEEP S.Eustachio (impresa Gastone Guerrini) a rettifica di una delibera del 27.03.2009, ed infine il Piano Comunale di Protezione Civile per quanto attiene le integrazioni. Ritorna alla ribalta Fausto Morrone e spara a zero contro “il permesso in deroga a costruire c/o la Clinica Tortorella” che, seppure legittimo, appare in piena campagna elettorale soprattutto se si
pensa che per quello stesso imprenditore fu addirittura modificato il PRG di Bohigas nel trasfuso PUC. Anche Nicla Landolfi, della maggioranza, si esprime contro e così pure Marco Petillo; il punto all’ordine del giorno viene ritirato. Insomma, come dire, uno a zero per Morrone contro De Luca in una lunga ed esasperante campagna elettorale. Interviene anche il sindaco che sostiene la legittimità dell’atto e si dichiara d’accordo sul ritiro al fine di evitare qualsiasi strumentalizzazione ed alza per primo la mano. E io, sempre e soltanto da cittadino, chiedo perché è stato inserito nell’ordine del giorno. E mi chiedo anche, se tutti sono stati concordi nel ritirarlo chi è stato il “birichino” che lo aveva inserito. Meditate gente, meditate!! Finisce qui, con una ennesima recita a soggetto un consiglio comunale che, forse, era meglio non celebrare.

4 pensieri su “Salerno: consiglio comunale, denunce, dimissioni, veleni e …Bocchino

  1. direttore, poteva fare un video mentre De Luca ha fatto quella piazzata fuori luogo contro Bocchino.

  2. CARI MIEI
    VINCENZO NON SA PIU’QUELLO CHE FA.
    SE RESO CONTO CHE HA FATTO UNA S………TUPIDATA PRESENTANDOSI ALLA REGIONE.
    IL BELLO CHE VUOLE FARSELA PAGARE DAI NOI LA CAMPAGNA ELETTORALE, CI SONO QUESTUANTI – TIPO FESTA PATRONALE – CHE VANNO A BUSSARE ALLE PORTE DI CHI HA AVUTO QUALCHE BRICIOLA E …. VOGLIONO I SOLDI.

  3. E Zitarosa mo’ se n’è accorto che nel Consiglio comunale – così come in tutta la città – la democrazia non esite più da 20 anni ? Fino a mo’ dov’è stato ? Hanno fatto da zerbini a De Luca per anni, mo’ guarda caso si sono scetati. Mah…forse meglio tardi che mai.

  4. ma Zitarosa non era quello che voleva investire un milione di euro per una casa al Crescent. Zitarosa cortesemente trovati una fatica xchè come guitto non vali una Lira!!!
    Hasta No Crescent e No Vela di Salerno

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