I crimini dell’umanità anche per quelli che non sono ancora nati

Giuseppe Lembo

L’illecito campano, con un forte radicamento soprattutto a Napoli e nel suo hinterland è la dominante del vivere civile, in una regione che non si fa più scrupoli di niente. Tutto è profondamente compromesso; tutto è facilmente penetrabile. Le organizzazioni criminali hanno un’autonoma capacità di fuoco espropiativo dell’insieme sociale che ha ormai trasformato le vie dell’illegalità, in via maestra della propria vita, lasciandosi corrompere e diventando complici delle crescenti ed aggressive organizzazioni criminali. Tutto è contagiato da un illecito diffuso che è ormai comune regola di vita. Nella compromissione generale c’è una evanescente classe dirigente che, si manifesta distratta ed indifferente nel fare propria la legalità ed imporla come modello di vita condivisa anche agli altri. È, ovunque, crescente l’esercito di quella malasocietà campana che non permette più alla gente comune e rispettosa della legalità, di vivere facendo proprie le regole di un vivere civile ispirato ad un DNA basato su sani principi morali e non alterato come purtroppo è, da una società che fa dell’illecito il proprio modello di vita. Nei tristi scenari campani c’è alla base il raggiro, la truffa, l’arrangiarsi, il “tira a campare”, il concetto socialmente condiviso che “adda passà a nuttata” e con la nuttata non solo la giornata ma anche la stessa vita. Da qui egoisticamente e familisticamente ciascuno si ritaglia un proprio spazio di vita che non è nella norma, ma che rappresenta una vera e proprio truffopoli. Dai finti ciechi ai falsi invalidi, ai pazzi che pazzi non sono, dalle grandi alle piccole truffe, dalla malavita organizzata ai delinquenti solitari, dalle professioni e dai mestieri inventati dall’arrangiarsi per sopravvivere, ai grandi imbrogli, agli scandali di ogni giorno, la Campania e soprattutto Napoli, è tutto un  mondo di illegalità diffusa che gode di una protezione altrettanto diffusa, facendo del territorio campano una realtà irreversibile, regno incontrastato di malessere e di disagio sociale diffuso. Si tratta di un grave disastro etico/sociale; tenendolo in piedi non si riduce, la profonda crisi della gente che invoca aiuti e/o ammortizzatori sociali per campare. Cresce, purtroppo, una diffusa dipendenza dal mondo del crimine ed una maggiore lontananza dallo Stato, in difficoltà a riappropriarsi dei territori per restituire dignità e fiducia ai tanti cittadini non collusi con i poteri malavitosi. Questa situazione di forte degrado non giova a Napoli, alla Campania ed all’intero Sud. Produce, tra l’altro, un grave danno d’immagine, incancrenendo i rapporti con il Nord e creando una condizione duale, fatta di un Sud economicamente e socialmente debole ed un Nord, ostinatamente antimeridionalista, per colpa dei tanti “meridionali” mangiasoldi ed alleati del diffuso potere malavitoso che condiziona non solo il presente ma anche il futuro, di tutti quei meridionali per bene che si ostinano a vivere, per un grande atto d’amore all’appartenenza, nelle terre dei padri, morti ammazzati dentro che gridano vendetta e chiedono di essere riscattati, liberando dal malessere, la società di appartenenza. Il Sud , la Campania se vogliono contenere o eliminare la deriva antimeridionalistica non devono continuare a sprecare risorse che, tra l’altro, non hanno. Non devono erogare servizi ad alti costi, per altro scadenti, facendo arrivare alle stelle la spesa pubblica. Non devono pensare al futuro, consolidando quel modello assistenzialistico che produce assistenza fine a se stessa e quindi senza alcuna prospettiva di futuro possibile. Non devono passivamente e fatalisticamente accettare con rassegnazione le imposizioni malavitose,ritagliandosi il ruolo del silenzio condiviso e dell’indifferenza nei confronti dello Stato di diritto. Tutto questo ed altro, per un Sud diverso, non deve esistere. Bisogna riportare il Sud ad una condizione etica in cui deve prevalere il bene comune ed il principio della legalità, del diritto, del reciproco rispetto, del ruolo positivo delle istituzioni per i cittadini che oggi sentono nemiche e da indifferenti subiscono, vivendole come centri di un governare senza diritti. Siamo ad una situazione non più tollerabile; ad una sceneggiata intrisa di quell’umanità disumana di Napoli, madre premurosa di nobiltà e camorra. Bisogna saper dire basta! Bisogna sapersi riprendere la vita e tagliare con un passato tutto da cancellare, in quanto è un passato contro i diritti legittimi della gente e tutto a favore dei poteri forti e malavitosi, dentro e fuori dalle istituzioni.