Rispetto delle diversità

Giuseppe Lembo

“Le diversità” nel mondo della globalizzazione sono una grande ricchezza. Servono al bene dell’umanità. Attraverso il confronto possono determinare un accrescimento della civiltà globale che ha bisogno dell’altro, nessuno escluso, per vincere le grandi sfide che si trova di fronte l’uomo della Terra, sempre più solo, sempre più silenzioso, sempre più in conflitto con gli altri, ma in affannosa ricerca di un mondo nuovo. Nella civiltà globale le componenti di questo mondo sono date dalle “diversità”, da quelle “diversità” in cammino impegnate a ridurre le distanze tra la ricchezza e le povertà, tra il sapere ed il non sapere, al fine di costruire un mondo nuovo; un mondo che vuole cambiare, per eliminare le tante iniziative ed i tanti atti di abusi e di soprusi dell’uomo sull’uomo. I crocevia della Terra appartengono sempre più a tutti gli uomini; è qui che si incontrano; è qui che si parlano; è qui che le diversità dei popoli in cammino cercano di accettare e farsi accettare dall’altro che non si conosce. Il mondo sarà veramente nuovo; più umano e più vivibile se saprà fare proprie le diversità, avendone, prima di tutto, un grande rispetto. Alla base della sua etica l’uomo deve saper porre il rispetto dell’altro che da diverso, deve essere integrato e diventare “uno di noi”. Grazie al sistema di comunicazione che unisce la Terra in tutte le sue parti, comprese quelle lontane e prima sconosciute, l’uomo del ventunesimo secolo, ha raggiunto una diversa condizione di sé; è un uomo globale, impegnato a costruire e costruirsi un percorso nuovo sia dei doveri che dei diritti, per una vita d’insieme, con al primo posto, l’impegno a unire tutto ciò che oggi appare diviso.Tutto deve partire dall’uomo e per l’uomo con le caratteristiche multietniche, multiculturale e multirazziali; tutte insieme rappresentano il mondo delle diversità, una grande ricchezza per il futuro condiviso dell’uomo globale del Terzo Millennio. Non più odio, ma amore; non più violenze e guerre di annientamento, ma pace e solidarietà tra i popoli; non più arsenali, ma granai per sfamare il mondo affamato che muore per mancanza di cibo. Tanto è necessario per un vivere che dia a tutti gli uomini della Terra, la possibilità di vivere una vita civile e dignitosa, nel reciproco e comune rispetto umano delle tante diversità che formano la grande famiglia umana sulla Terra. Bisogna che il mondo eviti gli errori del passato; bisogna usare la forza del cuore e della ragione per evitare ogni possibile forma di discriminazione contro le minoranze etniche e sociali. Alle politiche ingiuste, quanto infami della ”igiene razziale”, bisogna che l’uomo globale del Terzo Millennio, ovunque sappia sostituire le politiche della solidarietà razziale, con al primo posto l’obiettivo uomo, ricco soprattutto delle tante diversità che lo contraddistinguono. L’uomo per manifestarsi prima di tutto ricco dei valori di umanità deve possedere un’etica che, partendo dalla conoscenza di se stesso, sappia pensare a conoscere e quindi amare gli altri, come suoi simili, anche se portatori di diversità che incarnano in ciascuno le aspirazioni più nascoste. L’”umanità positiva”, è questo l’obiettivo da raggiungere attraverso un pensiero umano basato sull’incontro, sul dialogo, sul confronto e sull’insieme solidale. È la via maestra per quella democrazia globale che oltre ad essere innovatrice, saprà promuovere l’uomo, riducendone al massimo i pericoli di perdersi nelle sfere dei poteri autoritari, basati sull’odio e sulla violenza dell’uomo contro l’uomo, che tante volte, come ci insegna la storia, è stata causa di distruzione e di morte attraverso forme di annientamento umano, come l’olocausto; la memoria umana deve saper ricordare le grandi negatività della storia, affinché non succedano mai più.