Mercato San Severino: Ufficio Postale tra tanti problemi cittadini

Anna Maria Noia

Duemiladieci: siamo appena all’inizio dell’anno, ma già nel futuro, seppur proiettati verso la tanto discussa, “fatidica” data del 2012 quando – secondo il calendario Maya ed il parere (chissà quanto autorevole?) di innumerevoli “esperti” del settore (?), astronomi e astrologi, guaritori e quant’altro, maghi, fattucchieri, cartomanti- si arriverà alla fine del mondo. È raro, per non dire quasi “impossibile”, in questo scenario “futurama” e nella società attuale, figlia del modernismo e improntata alla corsa, al frenetismo anche della comunicazione e dell’informazione che si comunichi ancora con mezzi “obsoleti”cioè con lettere e cartoline. Infatti nell’era di Internet all’impazzata (e”all’impazzita”) è realmente “roba da matti”, anzi: da “matusa”, da “arterio”, insomma: da vecchi lo scrivere una missiva ma anche una lettera commerciale ben compilata o una bella cartolina – in modo corretto – magari dei Tropici o delle Seychelle eppure così pare. Basti pensare, per contrasto, alla velocità ed immediatezza dei cosiddetti “messaggini”, i famigerati sms che ormai riempiono (di senso?) le più svariate attività della umana quotidianità. Ciò, però – ed entriamo finalmente in argomento dopo questa lunga ed ironica introduzione – non deve costituire la scusa, il motivo principale perché non debba funzionare la Posta, non debbano arrivare documenti importanti nel settore delicato e comunque importantissimo della comunicazione. Nell’ambito dei servizi essenziali alla persona c’è o dovrebbe infatti esserci il diritto/dovere a ricevere la propria corrispondenza: è un modo per comunicare, per ricevere e donare informazioni dunque un sacrosanto diritto/dovere, volto alla persona ma anche alla collettività che discenderebbe addirittura (secondo il nostro parere) dall’art. 21 della Costituzione, concernente la “libertà di espressione”. Eccoci dunque al nocciolo della questione, allo “zoccolo duro” che non ci convince né convince i cittadini (alcuni furiosi, veementi) e dovrebbe far scomodare gli assenti (o meno) politici, le autorità locali e nazionali nei confronti di quello che abbiamo definito il “diritto alla corrispondenza”: difatti, nella fattispecie della Valle dell’Irno, e particolarmente nella cittadina di Mercato S. Severino – la realtà che è più sotto i nostri occhi, quattro considerati gli occhiali – la ricezione da parte dei cittadini della propria posta è oggetto di disagio e polemiche, almeno recentemente, nonché di rabbia e impotenza. Ciò per i “soliti” motivi, quelli che si ricordano sempre, “normalmente”, in tante cittadine del Sud e del Nord ma soprattutto nel Meridione e specificatamente nelle zone campane e della Valle dell’Irno. I motivi dell’indignazione da parte dei contribuenti, di coloro che le tasse le pagano e quindi avrebbero diritto (?) a servizi per lo meno “decenti” – puntualità della corrispondenza, cortesia da parte degli impiegati agli sportelli, meno code da vedersi dinanzi al momento di ricevere pensioni o di effettuare versamenti – sono tanti e potrebbero apparire “validi”, ma per lo meno a S. Severino da qualche mese a questa parte la corrispondenza non solo arriva in ritardo, ed alcune volte si accumula talmente da riempire le cassette delle lettere nei palazzi, ma spesso e “volentieri” non giunge proprio a destinazione, con gravi disagi e rischi per gli inviperiti utenti, i consumatori che devono pagare bollettini e/o ricevere notizie importanti; i professionisti; chi deve partecipare ai concorsi o aspettare pacchi, in un ingorgo e una confusione persino un po’sospetti. Molti cittadini sanseverinesi e della Valle – non proprio tutti, però, e ciò è da valutare con attenzione – si lamentano costernati e adducono a motivo della caotica situazione dei servizi sopra citati gli elementi ipotetici più disparati: il trasferimento dei postini, le ferie o le malattie di costoro, l’ultima ruota del carro, comunque; intoppi burocratici, lentezza nello sbrigare la corrispondenza, rimpallo di responsabilità. Ma ora, sempre nell’era della velocità e dell’automazione il disservizio postale, almeno quello pubblico, non dovrebbe essere invece migliore, magari senza togliere posti di lavoro ai pur volenterosi portalettere che – per carità! – ce la mettono tutta, nel loro piccolo, pur di riuscire a soddisfare i bisogni, le attese e le esigenze degli indignati e (sempre…) insoddisfatti cittadini che aspettano trepidi notizie importanti, anche per concorsi o colloqui di lavoro, così importanti nella temperie di crisi attuale? Ai posteri (poste-ri) – diceva il poeta – l’ardua sentenza, classica. Intanto i problemi rimangono, e sono gravi. Oltretutto, recandosi presso gli sportelli per pagare o prelevare, oltre alle immancabili code, i contribuenti lamentano il caldo o il freddo a seconda delle stagioni, lo stress, il nervosismo sia da parte dei dipendenti (a nostro avviso cortesissimi e molto disponibili, e tale fatto deve essere un vanto, sia a S. Severino che nella Valle, come abbiamo constatato), che da parte degli avventori e clienti del comprensorio, e non mancano incomprensioni dovute a fretta o a mancanza di tempo, ai problemi di tutti i giorni, alle contingenze. Anche gli stessi “addetti ai lavori”, i portalettere, gli impiegati, i dipendenti, cioè chi nelle Poste Italiane (sanseverinesi e baronissine, così come fiscianesi) non ha segreti riguardo le aspettative dell’ampio bacino di utenza, bacino innervosito e vessato, adduce spiegazioni tra loro contrastanti rispetto alla lentezza del disbrigo postale: c’è ad esempio – tra questi succitati “addetti ai lavori” – chi dice che la situazione è frutto dell’aver realizzato il centro di smistamento centrale a S. Severino, che così stando le cose riceverebbe la posta di altri centri della Valle dell’Irno e del Sarno. Secondo alcuni altri portalettere, invece, lo smistamento “centralizzato” avverrebbe a Nocera, per altri ancora a Sarno o Scafati. Certo è che quando i “poveri” postini vanno in ferie, sono in malattia o in mobilità, oppure magari vengono trasferiti e sostituiti, non si capisce quando giungerà la corrispondenza. E intanto i cittadini – quelli che pagano le tasse – si lamentano e si indignano sempre più. Non tutti, come detto sopra. C’è poi anche una fetta di popolazione – e non solo – che, proveniente magari da frazioni lontane, vorrebbe parcheggi vicino l’ufficio postale, o per quanto riguarda gli anziani che devono ricevere la pensione o da parte dei disabili. Recentemente, per ovviare a questi inconvenienti, si è parlato su numerosi quotidiani locali di voler istituire una “commissione di indagine”, per verificare il motivo o più motivi della disfunzione del servizio postale: a farsi carico di tale importante problematica è stato – in questi giorni – l’ex assessore al Bilancio Gerardo Moffa, attualmente coordinatore locale dell’Mpa (Movimento per le autonomie locali). Egli – infatti – ha recepito le istanze soprattutto della popolazione delle frazioni Nord di S. Severino, che non vedono arrivare posta da settimane – secondo i giornali locali che hanno parlato della situazione di stallo in cui versa la posta locale. Oltre a questa richiesta, Moffa ha redatto una lettera per informare del mancato recapito di bollettini sia gli “uffici di riferimento” (Poste di Salerno, Napoli, Roma) sia gli esponenti locali, invocando a gran forza proprio la già citata commissione di indagine da parte della Procura della Repubblica; ciò allo scopo di far piena luce sull’accaduto, informando altresì il ministro Brunetta. Speriamo che il suo intervento, riguardante la vituperata e “antica” questione (vexata quaestio) serva per smuovere le acque melmose in cui il diritto alla corrispondenza della gente langue impantanato; questo è stato auspicato anche dai quotidiani locali (uno in particolare) che hanno pubblicato la notizia: attendiamo dunque con ansia (e con noi tutti gli utenti sanseverinesi) la risoluzione del problema, sperando in uno spiraglio in breve periodo…

 

2 pensieri su “Mercato San Severino: Ufficio Postale tra tanti problemi cittadini

  1. per non parlare della “gentilezza” degli impiegati, quando telefono per chiedere come mai non arriva la posta da 4 giorni, non solo ti rimandano da ufficio a ufficio (con relative tremila telefonate ad ognuno) ma negano con indignazione, GLI INDIGNATI DOVREMMO ESSERE NOI, VERGOGNA!!!!!!!

  2. Ho spedito 5 buste di posta prioritaria non è stata consegnata neanche una. Purtroppo non essendo raccomandate non posso prendermela con nessuno, ne reclamare. Ho perso anche l’affrancatura. Sarebbe opportuno che qualcuno faccia un’indagine per risolvere questa mancanza. Stranamente tutte le raccomandate rinviate agli stessi indirizzi sono arrivate tutte, anche se con notevole ritardo.

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