Mercato San Severino: educazione alla legalità tra i banchi

“L’educazione alla legalità inizia da piccoli gesti, come il rispetto per gli amici più deboli, l’arredo scolastico ed urbano, fino alla condivisione delle norme che disciplinano il vivere sociale”: questo il messaggio lanciato dal primo incontro del “Progetto dell’Educazione alla legalità, sicurezza e giustizia sociale”, promosso dalla Commissione e dall’ “Osservatorio permanente per la cultura alla Legalità ed alla Sicurezza”, di cui è coordinatore Sante Massimo Lamonaca, Giudice Onorario Esperto presso il Tribunale di Sorveglianza di Salerno. Ieri mattina, presso il centro sociale “Marco Biagi”, diversi esperti del settore hanno incontrato gli alunni delle classi III media della scuola “S.Tommaso d’Aquino”. Gli argomenti in discussione erano due: “Crescere nella cultura della legalità” e “Criminalità e devianza: i fattori di rischio”.Ad inaugurare i lavori, è stata Assunta Alfano, Assessore Comunale alle politiche culturali. “La nostra Amministrazione” – ha detto – “ha voluto fortemente questa iniziativa, in cui crede profondamente. Oggi, molti ragazzi sono lasciati soli dagli adulti e ciò agevola sicuramente l’insorgere di comportamenti devianti. Invece, i ragazzi dovrebbero crescere con valori forti, come il rispetto per le cose, per gli adulti, gli anziani.”.E’ seguito l’intervento dell’Assessore Comunale alle politiche giovanili, Rosario Bisogno, secondo il quale “nel Sud Italia si vive spesso al limite della legalità. La scuola è fondamentale per la diffusione del concetto della legalità, della pace, della non violenza, del rispetto per tutti. Se essa interpreta bene questo ruolo, sarà più facile diffondere la legalità. Il nostro è il primo Comune della Provincia ad istituire l’Osservatorio per la legalità”.Ha parlato, invece, di criminalità il Dirigente del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Claudio Flores. “Essa – ha spiegato Flores – è una piaga, il principale ostacolo allo sviluppo del Sud Italia. Oggi, chi si ribella al pizzo, viene protetto dallo Stato, il coraggio di denunciare è determinante per debellare il fenomeno. Ragazzi, evitate la droga, che non solo danneggia fisicamente e mentalmente chi la assume, ma arricchisce anche la criminalità organizzata, così come la arricchiscono i mercati dei cd falsi, che danneggiano i cantanti, ed il mondo del falso. L’uso del casco, ad esempio, non serve solo per salvare la vita in caso di incidente, ma vuol dire, contemporaneamente, rispettare la legge. In Campania ci sono 2.200 detenuti, distribuiti nelle 17 carceri campane, essi fanno una vita di privazioni, senza poter beneficiare della libertà”. Poi e’ stata la volta  dei saluti del dirigente scolastico della “S.Tommaso d’Aquino”, Cinzia Vicinanza, che ha sottolineato come “la lezione di oggi è un’occasione di cui andare fieri, perché dimostra che ci sono Istituzioni che si mettono al fianco dei ragazzi”.Quindi, è intervenuta Ermelinda Tarantino, assistente sociale del carcere di S.Angelo dei Lombardi. “Per devianza – ha detto – s’intende un atto che si discosta dalle norme, che ha come conseguenza le sanzioni e lo sdegno sociale. La criminalità vìola la legge, la devianza comprende comportamenti diversi da quelli considerati normali. Il disagio giovanile va collocato tra comportamenti normali e comportamenti devianti. Se gli adulti non accompagnano gli adolescenti durante la fase del disagio, i giovanissimi possono frequentare ambienti sbagliati, fare scelte sbagliate, prendere come punto di riferimento il bullo della situazione”. L’ultimo intervento, è stato quello di Massimiliano Forgione, direttore della casa circondariale di S.Angelo dei Lombardi: “Diffondere la cultura della legalità, serve per creare buoni cittadini. Il carcere è l’ultima Istituzione sociale: dall’esterno non si può vedere cosa si fa al suo interno. Noi, cerchiamo di portarlo all’esterno, ecco perché siamo venuti a confronto con voi studenti. I detenuti scontano una pena, ma agli stessi deve essere offerta un’occasione di riscatto, per restituire alla società uomini ristorate. Il 90% dei detenuti non ha titoli scolastici: nel nostro carcere ci sono le scuole elementari e medie e, sicuramente, la delinquenza è favorita dall’assenza di scolarità. In alcuni carceri sono attive addirittura le Università. Essere in carcere significa non disporre della propria libertà: anche per fare una doccia, ad esempio, bisogna chiedere il permesso”. In conclusione, alcuni cani, guidati dagli agenti della Polizia Penitenziaria, hanno dato dimostrazione di come vengono scovate sostanze stupefacenti nascoste nelle valigie o addosso alle persone.