Roma: convegno sui farmaci innovativi

Si è chiusa questa mattina, presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini, Camera dei Deputati, la II Giornata del convegno sui Farmaci Innovativi (Qualità Efficacia Appropriatezza), dal tema “Tra consumismo e appropriatezza nei 21 sistemi diversi di accesso: miracolo o miraggio”, organizzato dall’Associazione Culturale “G. Dossetti: i Valori”. Tra i presenti al tavolo dei relatori, che si sono alternati per presentare le proprie relazioni, alla presenza del presidente dell’associazione, Ombretta Fumagalli Carulli, e il segretario nazionale, Claudio Giustozzi, diversi esponenti del mondo delle Istituzioni, della ricerca e del settore farmaceutico.Tra questi, Francesco Saverio Mennini, docente di Economia Sanitaria e Politica Economica delle Università di Tor Vergata e La Sapienza di Roma, che ha aperto il convegno discutendo il tema relativo all’accessibilità ai farmaci oncologici del nostro paese. «Siamo indietro agli altri paesi – ha detto Mennini –; l’impatto a livello mondiale dei farmaci oncologici è pari a circa US $ 48 miliardi. Tali farmaci, oltre a rappresentare la prima classe terapeutica, in termini di spesa, è anche quella che presenta il maggiore tasso di crescita (pari al 11,3%) nel 2008». Per il 90% delle specialità autorizzate a livello europeo è iniziato l’iter di accessibilità, mai portato a termine. La durata complessiva dell’accessibilità ai farmaci oncologici in Italia è in media di 857 giorni (2,3 anni). La componente con il maggior peso nel condizionare l’accessibilità è rappresentata dall’EMEA, che assorbe il 31,8% del tempo complessivo registrato. Per Mennini sono tre i fattori che influenzano l’accesso a questi farmaci: il tipo di specialità medicinale considerata; il ruolo svolto dalle regioni nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria e farmaceutica (non tutti i farmaci AIFA sono poi dispensati); dalla variabilità regionale.Luciano Caprino, professore emerito di Farmacologia Medica de La Sapienza, invece, ha sottolineato l’importanza di correlare, oggi, l’innovatività di un farmaco al valore “farmaco-economico”; e ha individuato tre motivi, in particolare, che limitano l’attività di ricerca in Italia: motivi di policy, strutturali e culturali. Franco Mandelli, presidente Ail – Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma, nonché docente di Ematologia a La Sapienza, poi, ha introdotto il tema del ruolo delle fondazioni Onlus nella partnership dei protocolli terapeutici, e ha parlato della Fondazione Gimema (uno dei più importanti gruppi di ricerca clinica in Ematologia) e dell’importanza di abbattere al massimo i costi prima di mandare avanti un protocollo, minimizzando ogni componente burocratica. «Esistono, infatti, pazienti – ha commentato Mandelli – per i quali i tempi di avvio di una norma di sperimentazione sono talmente lunghi da superare la loro aspettativa di vita».Non meno significativi ed altrettanto importanti per l’argomento trattato, gli interventi degli altri relatori invitati al convegno: Claudio Pisanelli, dirigente farmacista A.C.O. San Filippo Neri, ha parlato dei cosiddetti farmaci ‘Equivalenti e biosimilari’ e dell’incremento delle probabilità di in appropriatezza; Renato Balduzzi, professore di Diritto Costituzionale dell’Università del Piemonte Orientale, ha parlato dell’appropriatezza in Sanità come “una clausola di stile”. Marco Venturini, presidente nazionale AIOM, invece, dei farmaci ad impatto terapeutico, dei prontuari ospedalieri regionali e dell’accesso ai vari costi; Saffi Ettore Giustini, responsabile nazionale Area Politiche del Farmaco SIMG, ha messo in evidenza il tema dei farmaci e della spesa pubblica. Roberto Perricone, direttore scuola di specializzazione di Allergologia ed Immunologia dell’Università di Tor Vergata, ha trattato il tema dell’innovazione terapeutica nel trattamento dell’angioedema ereditario; Federico Spandonaro, CEIS Tor Vergata Roma, ha introdotto l’argomento sulla sostenibilità, regolarità empirica, spesa e risorse procapite della Sanità in Italia, di innovazione globalizzata e di bisogno di competitività del Pil. Giorgio Colombo, docente alla Facoltà di Farmacia dell’Università di Pavia, ha parlato di farmaci innovativi “studi di costo della malattia”; Stefania Gori, consigliere nazionale AIOM, ha analizzato i prontuari terapeutici di livello regionale e provinciale (esistono in Italia 21 sistemi  sanitari molto diversi tra loro che variano da regione a regione, e ulteriormente nelle varie realtà locali); Massimo Di Maio, dirigente medico c/o Unità di sperimentazioni Cliniche, Istituto Nazionale Tumori a Napoli, infine, ha chiuso i lavori con la sua relazione sulla sostenibilità e l’importanza di ottimizzare l’impiego dei nuovi farmaci anti-tumorali, identificando i “fattori predittivi dell’efficacia del trattamento”.  Alla conferenza hanno partecipato anche il Prof. Pierluigi Navarra, consigliere Società Italiana di Farmacologia SIF, e il Prof. Leonardo Vingiani, direttore Associazione Nazionale per lo Sviluppo  delle Biotecnologie Federchimica Assobiotec, intervenuti al convegno per un saluto. Una giornata importante, quella di oggi, sotto il profilo di impegni di lavoro, non solo perché ha chiuso il ciclo degli interventi sui Farmaci Innovativi previsti per l’anno 2009, ma anche perché ha gettato le basi per un fitto calendario di appuntamenti in programma per il nuovo anno, ormai alle porte.