Il Vangelo della Domenica:commento Abbazia Della Scala

  Vangelo di Luca Cap. 1, 39-45“A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». “Parola del Signore”  “Lode a Te, o Cristo”

Meditazione a cura di Padre  Antonio  Cassano

Maria aveva ascoltato dall’angelo che anche Elisabetta, sua parente, aspettava un figlio (cfr. Lc 1,36) e in fretta parte per andarla a trovare. Si dirige verso sud, nella regione di Giuda, in una zona montuosa. Appena entra nella casa di Zaccarìa e saluta Elisabetta, questa avverte nel suo grembo il bambino sussultare e, ispirata da Dio, restituisce il saluto con grande slancio e veemenza, benedicendo lei e il bambino che porta, e riconoscendola madre del suo Signore. La voce di Maria suscita uno scombussolamento gioioso in Elisabetta: il bambino, il futuro Giovanni il battista, sussulta nel suo grembo. Giovanni esulta, anzi, secondo il termine greco, skirta,w (pron. schirtáo) salta, balza, saltella, danza, perché riconosce il Signore che viene da lui e gioisce. La reazione molto intensa del piccolo Giovanni davanti al piccolo Gesù e l’esclamazione di stupore di Elisabetta – A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? – ricordano quando, tempo addietro, il re Davide accolse stupito l’arca di Dio in Gerusalemme – Come potrà venire da me l’arca del Signore? – e… reclutò di nuovo tutti gli uomini scelti d’Israele, in numero di trentamila. Poi si alzò e partì con tutta la sua gente da Baalà di Giuda, per far salire di là l’arca di Dio, sulla quale si proclama il nome del Signore degli eserciti, che siede sui cherubini. Davide e tutta la casa d’Israele danzavano davanti al Signore con tutte le forze, con canti e con cetre, arpe, tamburelli, sistri e cembali. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore (2Sam 6,1-2.5.14).  Elisabetta benedice il bambino e Maria, chiamandola la madre del mio Signore – il titolo più antico dato alla Vergine – e la dichiara beata perché ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le aveva detto. Questo passaggio, cioè di aver creduto, probabilmente fa riferimento nel pensiero di Luca, ma in senso opposto, al non credere da parte di Zaccaria all’annuncio simile fatto a lui dallo stesso angelo, e a causa del quale divenne temporaneamente muto (cfr. Lc 1,19-20). È singolare che Maria dopo aver cantato la lode a Dio – il Magnificat – per ciò che di meraviglioso le era accaduto, non rimanga lì fino al parto di Elisabetta, ma… rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua (Lc 1,56).Ciò fa intendere che Maria non aveva visitato Elisabetta per recare aiuto alla parente, gravida e già al sesto mese, ma è stata la prima missione della Vergine, cioè portare Cristo al mondo, annunciarlo. Questo annuncio ha fatto rallegrare Giovanni, ha riempito di gioioso stupore Elisabetta.  Il Natale è questo: gioire nell’intimo, perché Dio ha voluto venire a trovarci, ha voluto abitare tra noi, farsi conoscere e toccare per darci vita, gioia: Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta (1Gv 1,1-4).