I buoni e i cattivi

Angelo Cennamo

Leggevo su Il Giornale un articolo a firma di Vittorio Sgarbi, nel quale l’autore stigmatizzava le esternazioni dell’europarlamentare dell’Idv Sonia Alfano sui fatti di Milano dell’altra sera. In breve, la Alfano ha inteso sottrarsi al coro “ipocrita” di quanti, oggi, esprimono solidarietà al presidente del consiglio, dal momento che la stessa considera il premier un “pidduista” ed un “amico dei mafiosi”. Le espressioni usate dalla europarlamentare, la quale, in quanto tale e a differenza dell’onorevole Berlusconi e dei suoi omologhi, gode di immunità, fanno parte di un armamentario lessicale tipico dell’Idv e del suo leader Di Pietro. Sono tre le contestazioni identitarie che, solitamente, i dipietristi adoperano per apostrofare Berlusconi e la sua squadra di governo : “pidduisti”, “fascisti” e “amici dei mafiosi”. Il refrain è possibile ascoltarlo a qualunque telegiornale ( con la sola eccezione, da oggi, del tg. 4 di Fede) o talk show a sfondo politico. Ma il linguaggio colorito e bellicoso dell’Idv è solo una componente, probabilmente la più evidente, di un clima da stadio (ultimo stadio) che sta vivendo il teatrino di una certa politica in questo paese. Sono relativamente lontane nel tempo le manifestazioni di piazza di alcune frange estremiste dei partiti comunisti – espressione legittima, fino alla scorsa legislatura, dell’arco costituzionale, nonostante la denominazione non evocasse i migliori valori della democrazia e della libertà – nelle quali si ascoltavano insulti e slogan irripetibili ai danni dei “berluscones” e si bruciavano le bandiere americane. Per non parlare di siti web dove si inneggia ad omicidi e si esalta il coraggio di Tartaglia, ultimo eroe della resistenza al mostro di Arcore. Su un muro dell’Università La Sapienza, a Roma, è apparsa una scritta che, se non fosse collegata al crimine della scorsa sera, susciterebbe anche una certa ilarità : “Tartaglia, a Natale si può fare di più”, mentre su Facebook, ultima trovata geniale dell’universo telematico, si è già radunato un corposo manipolo di estimatori dell’oramai famoso lanciatore di duomi. Il clima di queste settimane è particolarmente rovente, ma, a dire il vero, grazie ai soliti rancorosi, non è mai stato tieido. C’è da chiedersi, ad esempio, come mai solo nel nostro paese fare il giuslavorista è più pericoloso che guidare un’auto di formula uno. E perchè andare in giro con un certo quotidiano sotto il braccio, non di certo l’Unità o Repubblica, esponga l’ardito lettore ad una ecchimosi o, nella migliore delle ipotesi, ad un improperio. Ricordo che, tre anni fa, trovai il coraggio di assistere, in un teatro della mia città, ad un comizio di Berlusconi. All’uscita c’era un gruppo di teppistelli dei centri sociali, tenuti d’occhio dalle forze dell’ordine, che inveiva contro l’allora “caimano”. Il fatto non mi colpì più di tanto. Ma più avanti, fui sorpreso dalla reazione di alcune gentildonne, ricoperte da pellicce apparentemente costose, e ben agghindate, che nell’incrociare la folla che svuotava il teatro, esternarono tutto il loro livore e sdegno per quei “fascisti” invaghitisi del peggior tiranno che la storia abbia mai conosciuto.

 

3 pensieri su “I buoni e i cattivi

  1. ora sono sicuro angelo cenammo sei di parte. confondi il ruolo politico della maggioranza con quello della minoranza. francamente a cercare la pagliuzza…..
    prova a cercare argomenti che possono accomunare e prova ad uscire da un mondo dove le virtù e i vizi appartengono solo ad una parte.
    sinceramente al di là di qualche vantaggino politico non so dove voui andare a parare.
    ti evito tutti gli esempi, che potrei farti, sul comportamento della tua parte politica negli ultimi quattro mesi, perchè altrimenti ad andare più indietro sarebbero così tanti da non poter essere elencati.
    prova a difendere le idee degli altri, veramente, e poi difendi le tue. forse questo ci aiuterebbe tutti.

  2. Caro Zecca,
    non ho tessere di partito, ma, come tutti, ho le mie idee e le rivendico. Scrivo quello che penso, quello che vedo intorno a me, e quello che ho vissuto in prima persona. Le virtù, come i vizi, non hanno colori politici, ma che esista una parte di nostri connazionali rancorosa che covi più di una legittima avversione per qualche personaggio pubblico, è un fatto fuori da ogni ragionevole dubbio. Mentre scrivo questo commento mi viene in mente un altro dei tanti esempi a supporto di questa tesi che tu giudichi sgangherata e di parte : le violenze che ha dovuto subire un grande giornalista come Gianpaolo Pansa per aver scritto dei romanzi “scomodi”. Forse non sai che in alcuni posti celebri di questo paese – l’università La Sapienza è uno di questi – presentare certi libri o discutere di talune questioni storiche e politiche è praticamente impossibile, anche per chi di mestiere fa il Papa.

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