Tramonti: giornata dedicata al Tintore

 E’ una delle trentaquattro varietà autoctone presenti in Campania. Si tratta del Tintore che, insieme con altre tipologie di uve cosiddette minori, seppur produttivo risulta non essere ancora iscritto nel registro nazionale delle varietà di viti. E per far sì che si proceda in tempi brevi al riconoscimento del secolare vitigno, ancora coltivato a piede franco tra i terrazzamenti di Tramonti, l’Associazione Gete, nata due anni fa nell’omonima frazione di Tramonti dall’impegno di una ventina di soci (coltivatori e appassionati), ha promosso per domenica 6 dicembre, un happening in cui spiccano sapori, tradizioni e patrimonio vitivinicolo locale che ha proprio nel suo vitigno autoctono Tintore il protagonista dello sviluppo territoriale.Visite guidate ai vigneti centenari, scampati alla fillossera e per questo sorprendentemente a piede franco; una mostra mercato dedicata alle tipicità e alle arti di Tramonti; una serie di degustazioni dei prodotti tipici e dei vini Doc della Costa d’Amalfi, animeranno questa prima domenica di dicembre durante la quale sono previsti anche incontri del gusto e percorsi guidati attraverso il paesaggio culturale di Gete fatto di grotte e vigneti che si dipanano lungo la via degli Asceti. Il Mosto che diventa Vino”, l’iniziativa dedicata al vitigno autoctono e sostenuta dalla Regione Campania, Assessorato all’Agricoltura, e dal Comune di Tramonti , prenderà il via domenica 6 dicembre alle ore 10.30 con il “Il percorso degli Asceti” attraverso il paesaggio culturale di Gete lungo il quale verranno allestiti il Mercatino del Biologico e la Mostra Mercato delle tipicità, delle arti e dei mestieri tramontini. Poi, la visita ai vigneti centenari e alle grotte della zona alta di “Gete”. Contemporaneamente, nella Cappella Rupestre, risalente al secolo VIII, si svolgerà a partire dalle  ore 11.30 la tavola rotonda dal titolo “Le vie del Tintore: prospettive” a cui interverranno tra gli altri l’Assessore provinciale all’Agricoltura, Mario Miano, il consulente al Turismo della Provincia di Salerno, Alberico Gambino e il direttore dell’enoteca Italiana, Fabio Carlesi. Tra gli interventi anche quelli dei rappresentanti di Regione e enti locali, viticoltori, produttori di Tramonti, esperti a livello nazionale di marketing e di enogastronomia, giornalisti del settore. L’evento, in programma domenica 6 dicembre, vuole offrire un viaggio nella cultura contadina dei luoghi, attraverso cui conoscere le fasi di produzione e i metodi di lavorazione dei pregiati vini Doc di Tramonti e scoprire, nel contempo, le già note potenzialità del centenario Tintore. Tramonti, con i suoi terrazzamenti e suoi prodotti tipici, è da considerarsi l’altra faccia della Costiera Amalfitana, quella più produttiva e anche per questo sempre più vocata a quel turismo attento alle tradizioni e alle sollecitazioni della storia. Una civiltà che continua a mantenere in vita antiche usanze e antichi mestieri come la lavorazione dei formaggi e delle ceste di vimini, oltre alla coltivazione dei suoi vitigni ultracentenari che si dipanano con fitte trame su pergolati retti da impalcature fatte con pali di castagno. Un’autentica rarità nel panorama viticolo internazionale, ma anche l’eredità della metodologia di allevamento che si utilizzava migliaia di anni fa con gli etruschi che popolavano questa zona. Degli antichi vitigni, che hanno fatto la storia e la for­tuna dei vini della sottozona Doc di Tramonti, molti risultano essere ancora produttivi e per giunta su piede franco, proprio perché scampati alla fillossera. Si tratta di uve strettamente legate al territorio e in qualche caso esclusive dell’entroterra amalfitano come il Tintore, appunto, in qualche caso vinificato in purezza. Un tentativo che anche le cantine della zona hanno esperito già dallo scorso anno introducendo sul mercato un altro prodotto di nicchia dalle straordinarie potenzialità.Il Tintore, una straordinaria varietà di uva, si presenta con grappoli conici e pochi acini. Molto lunghi e assai spargoli, i grappoli godono di un’ottima maturazione e di un ottimo microclima al proprio interno, capace di farli resistere per lungo tempo sulla pianta. Ma anche di difendersi autonomamente dall’attecchimento di malattie come la botrite e il marciume. La foglia è invece la carta di identità di una varietà d’uva, e quella che caratterizza il tintore presenta, a differenza delle altre, un profilo increspato con una pelosità della pagina inferiore che al tatto si manifesta quasi vellutata. A questo si aggiunge un altro particolare: il cuneo pronunciato verso il basso che rende ben identificabile questa varietà. Uva tardiva, il tintore viene raccolto nel periodo vegetativo compreso tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. E sono proprio i suoi grappoli ad indicarne il momento attraverso l’appassimento degli acini che rappresenta una sorta di richiamo quando si è prossimi alla vendemmia.