L’angolo dei giovanissimi: l’irresistibile “richiamo” di Facebook

 Alessio Ganci

 Facebook può generare dipendenze, come il fumo, la droga o il gioco d’azzardo? Evidentemente sì, dopo la notizia di un giovane ladro romano, che mentre rubava in un appartamento, non si è saputo controllare e si è collegato al noto portale sociale da un computer dell’appartamento stesso. Peccato che questo abbia portato all’arresto del “ladro Net Dipendente”. Chissà che cosa c’entra Facebook con un furto in un appartamento… finché non si trova l’indirizzo IP del computer e la stringa di utente agente (user-agent) per identificare la posizione del ladro e quindi arrestarlo… Infatti, se l’uomo non si fosse collegato al portale, il suo indirizzo IP e il suo user-agent non sarebbero  stati captati e quindi il ladro non sarebbe stato localizzato. Questo fatto mette in risalto alcuni particolari dal punto di vista della comunicazione della notizia, considerando che Mediavideo oggi riporta questo episodio affermando che il ladro si sarebbe collegato per controllare il suo profilo. Non mi sembra che un profilo sia da controllare: è sempre lo stesso, semmai questo moderno Arsenio Lupin avrà controllato lo status degli amici  o qualche nuovo messaggio. Nell’articolo si afferma inoltre che il ladro sarebbe stato rilevato tramite i suoi dati inseriti: chissà che cosa c’è da rilevare da un username ed una password, oltretutto captare dati di accesso è un illecito; a parte ciò, solo e solamente un indirizzo IP può essere tracciabile (lo user-agent può essere utile anche per trovare informazioni su risorse per la navigazione su Internet). Di fronte a queste “inesattezze”  mi viene da affermare soltanto una frase: di ignoranza ce n’è per tutti.Resta aperto il quesito su cosa abbia spinto l’incauto a collegarsi a Facebook proprio nel fatidico frangente.