Donna, Sesso, Religione

 M.M.

I nostri antenati del Paleolitico e dell’inizio del Neolitico immaginavano il corpo femminile come una sorta di recipiente magico. Avevano osservato il suo sanguinare secondo i ritmi della Luna, il suo miracoloso potere di generare delle creature. Si saranno meravigliati nel vedere che provvedeva al loro sostentamento producendo il latte. Da ciò non sorprenderà se: i nostri antenati provavano un timoroso rispetto per il potere sessuale della donna; se l’unione sessuale tra donna ed uomo (fonte di vita, amore, piacere) rappresentasse già per i nostri antenati del Paleolitico e del Neolitico un importante tema mitico-religioso. Per la verità, sorprende invece che I’antico legame tra sessualità e spiritualità sia caduto nell’oblio o che non lo si ricordi a livello consapevole. Infatti se si esaminano i miti orientali ed occidentali si evidenzia l’esistenza di tale legame, anche nelle varie religioni, ancor’oggi rimane un’eco inconsapevole. In India il lingam (genitali uomo) e la yoni (genitali donna) sono tuttora associati al sacro. In Cina si rappresenta “il copro di diamante nato dal fiore d’oro”. Nell’Occidente medievale troviamo il gioiello nel fior di loto, l’immagine di una goccia di rugiada nella rosa. Persino I’appellativo di “spose di Cristo” dato alle monache sono da ricondurre a una precedente concessione dell’unione sessuale come unione con il divino. Nella Cabala (dottrina ebraica esoterica su Dio e I’universo) troviamo innumerevoli riferimenti alla “Shekinak”: fonte femminile di saggezza divina, insieme con istruzioni impartite a santi uomini perché cerchino con essa I’unione spirituale. Esistono anche immagini cristiane che riprendono una più antica iconografia in cui erano tenuti in grande onore la donna, il dono della vita e la sessualità; infatti le cd. “Vierges Ouvrantes” (venerate nel Medioevo cristiano) rappresentano il corpo della Vergine Maria incinta in una postura assai simile a quella delle cosiddette Veneri incinte del Paleolitico. Anche le numerose icone medievali e le sculture rinascimentali della Madonna con il Bambino sono discendenti dirette di lontane rappresentazioni della Dea e del suo Divino Figlio.