Riceviamo e Pubblichiamo

                             Gent. Avv. Cennamo,

recentemente, in merito ad un Suo articolo sulla censura, ho avuto modo di interagire con il dott.Cennamo manifestandogli le mie preoccupazioni sui prossimi avvenimenti televisivi fortemente a rischio : Report,Parla con me, Che tempo che fa. Prendo atto che i programmi sopra indicati andranno in onda a breve ma, per quanto concerne Annozero, oggi abbiamo assistito ad una ignobile commedia delle beffe durante la conferenza stampa.Una rete, un direttore di rete che manifesta, senza alcun senso della vergogna,la sua personale avversione alla messa in onda di un programma costretto a vivere esclusivamente per motivi di convenienza economica. Possibile che il duo Santoro-Travaglio faccia così paura da auspicarne un ridimensionamento ( almeno sul piano numerico personale!!)? Al dott.Cennamo, se possibile, una replica con l’auspicabile coinvolgimento di tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione.

Mesti saluti, Carmine Erra

 

2 pensieri su “Riceviamo e Pubblichiamo

  1. La libertà di espressione, caro Erra, è da tutelare a tutti i costi; così come sono da evitare gli eccessivi estremismi. Non ho mai sentito uscire dalle boccucce di Santoro e Travaglio una sola parola nella direzione della vera indipendenza giornalistica che prevede anche il plauso. Su 99 cose sbagliate almeno una Berlusconi l’azzecca!! ebbene è proprio su questa cosa che cade la presunta indipendenza dei due. Il giornalista è la controparte del potere, su questo penso che anche Lei debba essere d’accordo; ma il potere non è che le sbaglia proprio tutte. Pensarla diversamente vorrebbe poter dire “fondamentalismo radicale”, e sinceramente noi di queste cose non ne sentiamo proprio il bisogno. Grazie per l’attenzione.

  2. I bisogni, al di là di quelli fondamentali legati alla sopravvivenza, possono ed è persino giusto che siano diversi in persone diverse. Spesso, tuttavia, si tratta di bisogni indotti, cioè artificiali, suggeriti con sapienza tecnica e retorica dai media, veicoli principali della pubblicità commerciale e della propaganda politica. L’obiettività della stampa, per quanto auspicabile, rimane pur sempre una chimera, in quanto anche i cosiddetti “giornali indipendenti” dipendono economicamente, come è noto – e in particolare in Italia – da gruppi industriali o finanziari in concorrenza tra loro. Non si può dire che non ci sia ancora un certo pluralismo, soprattutto nella carta stampata e in quella online, ma i tentativi sempre più frequenti e talora isterici (vedi il ministro Brunetta)di silenziare le voci “troppo” critiche e “troppo” radicali dovrebbero preoccupare tutti i sinceri democratici e tutti i sinceri liberali. Oggi più che mai si richiede ai cittadini di tenere gli occhi bene aperti, e di discernere il più possibile tra malafede e onestà, tra propaganda dichiarata e propaganda subdola, tra spot e commento serio e motivato. Perché non è detto che chi grida più forte, in televisione come dalle prime pagine di certi quotidiani, abbia poi anche ragione. A meno che non si ritenga, come insegna un famoso apologo, che la ragione spetti al leone in quanto, appunto, si chiama leone.
    Chi ha orecchie per intendere, intenda.
    Un saluto da Fulvio Sguerso

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