6 parà…con tanta voglia di vivere

di Rita Occidente Lupo

La morte nel mezzo della vita. Data per l’uniforme che s’indossa con fierezza. Delle 6 vittime di ieri, la Folgore in lutto. La Brigata Paracadutisti “, una delle Grandi Unità che la Forza Armata annovera fra le sue di proiezione. Costituita da reggimenti composti da Volontari in Ferma Prefissata, Breve o Servizio Permanente, guardata con molto interesse anche da tanti giovani oggi, in cerca d’occupazione. Nella brigata, inquadrato anche il Centro Addestramento di Paracadutismo. Le vittime, del Reggimento 186° Paracadutisti di stanza a Pisa:  quattro caporal maggiore; un sergente maggiore, e il tenente che comandava i due blindati. Da poco, tre di loro, rientrati dalla licenza. Il kamikaze, schiantatosi con la toyota bianca contro il convoglio. In pieno centro, su una strada con doppia carreggiata frequentatissima. Il fragore dello scoppio, corpi maciullati di civili coinvolti nel sabotaggio. Una tragedia immane, allungante la lista dei decessi in terra afgana. Finora, 21 i militari morti dall’inizio della missione in Afghanistan dal 2004. Ricoverati nell’ospedale da campo francese: il caporalmaggiore Rocco Leo, 26 anni, brindisino; Sergio Agostinelli, 32 anni, nato in Svizzera e residente nel Salento; Ferdinando Buono, 30 anni, di Napoli; il maresciallo dell’Aeronautica militare Felice Calandriello, 58 anni, di Sassano (Salerno). Tutti in stato di shock, ma senza gravi ferite. Oltre 20 morti afgani e 60 feriti. L’esplosione per i 150Kg e mine, ha scavato l’asfalto. Per ricostruire la democrazia in Afghanistan e tener lontano il terrorismo, la lotta contro i kamikaze. In una terra in cui tra droga, armi ed integralismo, la trincea di Bin Laden. Per la sicurezza italiana, militari a repentaglio. Dopo quel tragico 11 settembre 2001. Dall’Afghanistan, l’offensiva alle Torri Gemelle. Dal santuario integralista del terrorismo. La guerra ad Al Qaeda, senza tregua. Giacchè il leader terrorista, ancora latita con la sua organizzazione. I Talebani, osso duro.  Che viene bloccato dai militari italiani, nella minaccia all’Occidente. L’ innalzamento dello scontro anche in occasione delle elezioni: punito fisicamente l’ossequio alle urne, con amputazioni agli arti superiori. Una missione che intenda muoversi civilmente ha bisogno di maggior numero di unità. Intanto la morte dei 6 parà, nel fiore degli anni, fa riflettere attentamente sulle altre 500 unità in bilico, spedite in più per le elezioni. Dovrebbero rientrare, secondo il premier Berlusconi, in assenza di ballottaggio, per Natale. E questo sperano non solo gli uomini della Folgore, che ancora attoniti, si stringono intorno alle salme dei 6 compagni deceduti, in una brutta guerra. Come se ce ne fossero anche di belle. Ma questa afghana, delle più sanguinarie!