La solitudine del premier

Angelo Cennamo

L’estate dei veleni sembra essersi conclusa, ma gli echi dell’operazione di rasatrellamento del nuovo Giornale di Feltri ai danni dei finti moralisti si faranno sentire ancora per molto. Il congresso del PD è alle porte, e l’incessante martellamento su Repubblica ed il suo direttore, da parte di Vittorio Feltri, potrebbe rappresentare nell’immediato futuro uno schema di contrasto insolito per vivaccizzare il dibattito politico tra maggioranza ed opposizione. La crisi della sinistra è più o meno irreversibile. Si sprecano i deprofundis sull’oggetto misterioso partorito dalla fusione a freddo tra postdemocristiani e postcomunisti. C’è chi avanza l’ipotesi che si torni al passato, sempre ammesso che il PD rappresenti il presente. La probabile investitura di Bersani a segretario del partito – ennesimo volto nuovo della nomenklatura marxista – dà l’idea di quale sorte toccherà alla principale formazione politica di opposizione. Bersani ha detto che il suo sarà un partito di sinistra, e comunista aggiungerei. La reazione degli ex margheritini non potrà che essere di rottura. In questo scenario così avvilente e desolato, al cavaliere non resta che fare i conti con il gossip lanciato dai giornali avversi, speranzosi di colmare quel vuoto di idee e di programmi che altri partiti, quelli veri, non riescono a partorire da un bel pò di tempo. Se non fosse per il presidente della camera Fini e la sua associazione culturale di riferimento ( Farefuturo), Silvio Berlusconi se ne starebbe lì a palazzo Chigi senza alcun sussulto. Dunque il re è solo. Solo a fare e disfare i rapporti con la santa sede, la Ue e la Lega. Un teatrino con un solo protagonista sarà materia di approfondimento dei prossimi talk show, specie quelli travaglieschi. Prepariamoci dunque ad un autunno caldo, sì, ma solo televisvo.  

 

 

 

Un pensiero su “La solitudine del premier

  1. Il re è solo… ma non abbassi la guardia.

    Come sempre una lucida analisi politica da parte di Angelo Cennamo; vorrei però aggiungere due riflessioni al tema: 1) credo sia un errore dare per defunta l’opposizione, 2) credo sia un errore fornire argomentazioni per stucchevoli polemiche sui giornali, ovvero noiosi dibattiti politici televisivi.
    I due aspetti non sono scorrelati tra loro.
    Anche chi, come me, non amava studiare la filosofia ai tempi della scuola ricorda l’immortale verità dei “corsi e ricorsi storici” formulata dal filosofo G.B. Vico; nella fattispecie il re non si illuda che l’opposizione sia morta, sta solo riorganizzandosi per tornare al governo (inevitabile ricorso storico).
    Quanto tempo ci vorrà ? Dipende da molteplici fattori, ovviamente non tutti prevedibili; tra questi sicuramente incideranno gli errori che compirà l’attuale maggioranza in settori fondamentali quali il lavoro, l’assistenza e previdenza sociale, la sicurezza, la salute, ecc..
    Ad esempio, quando una profonda crisi economica, come quella che stiamo vivendo, riporta il tasso di disoccupazione indietro di anni, ed a livelli insostenibili per il Sud, non è più possibile sopportare di vedere continuamente ampie parti di giornali e telegiornali dedicate a insignificanti scandali da cronaca rosa (veri o presunti), ovvero a sterili polemiche politiche (personali o istituzionali), e, nel contempo, assistere ad assurde iniziative politiche (ludibrio dei dipendenti pubblici, taglio dei precari della scuola, ecc.).
    Se il re è solo… non abbassi la guardia e pensi a lavorare, insieme a tutta la corte, in silenzio e nell’esclusivo interesse del popolo (vero ed unico sovrano).

    Pasquale Calenda

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