Miti intramontabili!

di Rita Occidente Lupo

Un mito, quello di Lennon, intramontabile. La Beatlesmania. Quante coppie cullate da Image, icona di un mondo in cui i sogni connivono con la fantasia. Una vita breve, complicata, quella della rockstar. Bruciata dall’eroina, nella sua devastante dipendenza. Stroncata troppo in fretta, sotto i colpi di un folle, ad appena quarant’anni. Oggi il simbol di un’era che vide i Beatles, in cima a tutte le classifiche discografiche, un’occasione per ricordare il chitarrista solista che, dall’amore, seppe trarre stimoli giusti. A Liverpool, patria natale, una mostra con quanto d’inedito il figlio Julian, primogenito, è riuscito ad esperire.  Lennon  attraverso gli amici, i fans. Milioni. Esecrabile l’omicida newyorkese. Quanto le seconde nozze abbiano giovato a John, la produzione discografica. Yoko Ono, occhi a mandorla incrociati per caso in una mostra. Passione travolgente: Sean. Yoko, sibilla di notti insonni. Prima che il sodalizio con Paul McCartney ed i Beatles si sciogliesse. I dischi, fedeli custodi delle sue emozioni più recondite. Ma l’esperienza della rottura con Cinthia, con Yoko. L’eroina fece la sua parte. Continuando a strizzargli il copione anche dinanzi alle teste coronate. L’ urlo contro la violenza, la sete pacifista, insidiante la carriera, sotto stelle federali. Ma la  musica, valica stereotipi. Nel suo eremo musicale, occhialini tondi e capelli lunghi, abbracciato alla chitarra, a graffiar note. Puntualmente ambasciatrici del platino. Oggi Julian e Sean, sulle sue orme. Nel Dna,  passione e talento che il nome Lennon continua a trascinare.

2 pensieri su “Miti intramontabili!

  1. Cara Rita, ho letto il tuo articolo su Lennon con partecipe attenzione. Tuttavia vorrei solo evidenziare quello che a mio parere era il lato oscuro di ” Imagine” . Nella canzone peraltro meravigliosa il guru beatlesiano invoca un mondo in cui non vi siano più religioni . Ecco , va bene che non vi siano più proprietà (possessions) , va anche bene che tutto sia condiviso (sharing all the world)però un mondo che non crede in nulla è un mondo laicista che fa di se stesso il totem del fine ultimo. E questo io non lo posso condividere. Dio esiste , possiamo scegliere quale , ma ritenere che non vi siano più religioni è negare l’essenza più profonda dell’umanità che altrimenti diventerebbe una brucante mandria di animali intellettivi. Un caro saluto

  2. Cara Direttrice,
    quella mattina del 9 dicembre 1980 quando la notizia apparve sul “Secolo XIX” di Genova avevo una verifica di matematica in III C. Lo ricordo benissimo perché la verifica andò straordinariamente bene immerso com’ero nella lettura e, forse, un po’ sopraffatto dall’emozione “che tutto non era più come prima”. Preferisco però ricordare quel duo di amici Paul + John (quelli di “Love Me Do” piuttosto che il John solista di “Imagine” o dell’acida “How do you sleep” tutta dedicata a Paul. Due litigiosi amici (alla fine) la cui rispettiva firma c’è però su tutti i pezzi finché furono insieme(c’è su “Maxwell Silver Hammer” quella di John, come c’è quella di Paul su “Revolution 9” che è la macchia nera sul “White Album”. Mi dispiace il riferimento inesatto all’uso di eroina. I Beatles si fecero una fumatina d’erba nei bagni reali prima della nomina a “baronetti” e qualcuno inferisce l’uso di allucinogeni (LSD) da “Lucy in the Sky with Diamonds”. Dare una leccatina a un francobollo era cosa da poco per uno “psichedelico”. Da un paio di biografie “serie” sui Beatles, furono forse coloro che ascoltandoli si facevano realmente qualche “pera” ad inferire che “I’m fixing a hole” di Paul fosse un riferimento a farsi un buco nel braccio con una siringa. O uno come Charles Manson che trovò il “supporto razionale” a un massacro in “Helter Skelter” del White Album. D’altra parte l’italica generazione degli attuali coetanei dei due Beatles superstiti, è stata esente, per quanto ne so, da fenomeni di droga che viceversa sembrano così frequenti ed estesi degli anni ’80, tanto da costituire lo stereotipo “Cantante” = “Ispirato da stupefacenti”.
    Un cordiale saluto
    Salvatore Ganci
    Salvatore Ganci

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