Misoginia: quando l’odio e la paura sublimano in disprezzo

 Giovanna Rezzoagli

Con il termine “misoginia” si intende un’avversione generalizzata per la donna. E’ riscontrabile in egual misura sia nelle donne che negli uomini, per effetto di un conflitto omosessuale latente. Si tratta di una condizione esistenziale caratterizzata da avversione morbosa verso le donne ed il ruolo culturale che alla figura femminile pone riferimento . Il soggetto misogino sfugge le compagnie femminili e mostra disinteresse e disprezzo verso le donne; ha timore sia nei loro confronti che del rapporto sessuale e prova ribrezzo per il corpo e le funzioni femminili. Secondo Sigmund Freud all’origine della misoginia c’è l’angoscia di castrazione: la paura profonda del bambino di essere evirato nel momento in cui scopre che le donne non hanno il pene. Anche l’educazione può incidere sullo sviluppo di tale avversione. Nel celeberrimo “Così parlò Zarathustra”, Nietzsche  pronuncia una sentenza che gli valse reputazione di misogino: “La donna è il secondo errore di Dio”. La cultura religiosa cattolica ha da sempre stigmatizzato la differenza tra uomo e donna, ricercando un avallo direttamente nella Sacra Bibbia. La creazione dei primi uomini viene  così narrata nel libro della Genesi:  « Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. »   (Genesi 2,21-22). Oggi sappiamo che il genere umano discende dalla scimmia. La genetica ha dimostrato che il cromosoma “X” è necessario alla vita: la “Sindrome di Turner”, altrimenti detta “Sindrome da X fragile”, dovuta alla monosomia del cromosoma X , non presenta il corrispettivo maschile, infatti la monosomia del cromosoma Y non è mai stata diagnosticata: pare essere incompatibile con la vita. Eppure anche nel nostro illuminato secolo la figura femminile subisce discriminazioni in diversi ambiti di vita. Esistono leggi appositamente ideate per tutelare il diritto della donna ad essere lavoratrice e, appunto, donna allo stesso tempo. Ma non sono trascorsi certo secoli dall’abolizione del cosiddetto “delitto d’onore”. Questo nel nostro Paese, ma la condizione femminile resta drammatica in tante parti di questo nostro Mondo. Ma perché questo odio di fondo? La risposta è sicuramente di tipo multifattoriale: vi sono ragioni antropologiche, biologiche, culturali, sociali. Esiste il timore dell’uomo di fronte alla capacità di procreare della donna, esiste la non conoscenza della psiche e dei comportamenti femminili. Antropologicamente il ruolo della donna è diverso da quello dell’uomo, ovviamente a livello biologico le differenze sono ancor più manifeste. La cultura e la società dipendono strettamente dall’organizzazione sociale, va da sé che in epoche più progredite a livello scientifico il ruolo femminile sia meno discriminato. La misoginia è comunque molto diffusa, spesso è subdolamente presente anche in ambienti insospettati. Un esempio per tutti è dato dal mondo dello spettacolo: una donna deve essere bella, giovane e non troppo loquace, ma s’è mai vista una velina “attempata” di trent’anni? Quante donne si sentono a proprio agio con i chili di troppo e i capelli bianchi? Molto poche. Il modello di donna attualmente in voga non prevede questo. E non è forse misoginia questa? Disprezzo per ciò che si è, anche a livello estetico? Naturalmente poi c’è l’odio. Ma l’odio non sempre è accettabile a livello sociale, il disprezzo “passa” più veloce, magari sotto forma di battutina. L’odio viene spesso sublimato nella forma più socialmente accettabile del  disprezzo, ma non cambia la sua essenza. Ed è trasversale, proprio sia del maschio che della femmina. Dopotutto condividiamo lo stesso patrimonio genetico, purtroppo non sempre lo stesso patrimonio culturale.

  

Un pensiero su “Misoginia: quando l’odio e la paura sublimano in disprezzo

  1. Stavo appunto cercando qualche informazione sulla misoginia quando mi sono imbattuta in questo articolo e ho letto 1. un “copia e incolla” della definizione di misoginia dell’enciclopedia Treccani 2. La frase “Il soggetto misogino sfugge le compagnie femminili e mostra disinteresse e disprezzo verso le donne; ha timore sia nei loro confronti che del rapporto sessuale e prova ribrezzo per il corpo e le funzioni femminili.” Proposizione che è stata in grado di riassumere efficacemente una triste confusione tra misoginia (generale avversione per le donne) e ginofobia (paura verso il sesso femminile, che solo opzionalmente può portare ad un odio per la donna) eurotofobia (repulsione per gli organi genitali femminili) coitofobia( paura del rapporto sessuale in sè) , ossia quattro cose ben distinte che anche se si trovassero tutte assieme in un povero essere umano non possono assolutamente tracciare il profilo tipico di un soggetto misogino. 3. Un’accozzaglia costruita secondo la seguente operazione elementare:citazione di Nietzsche + secondo la Chiesa..bla bla bla + secondo la scienza…bla bla bla+ epilogo sempliciotto che faccia intendere che la misoginia è una cosa brutta.
    Di solito i miei commenti sono morbidi ma quando si tratta di pseudoinformazione non ci vedo più. Ma come avete fatto non solo a scrivere ma anche a pubblicare una simile boiata?

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