Fisciano: concorso Aeropago Letterario all’insegna dell’ecologia

 

 

Anna Maria Noia

Si è conclusa sabato 30 maggio presso la sala consiliare “Gaetano Sessa” del Municipio di Fisciano la consueta kermesse del concorso di poesia, narrativa, pittura, organizzata da Michele Sessa, letterato e uomo di cultura di Lancusi (Fisciano), e dalla sua rivista “L’areopago letterario”, che ha compiuto – in tale occasione – il venticinquesimo anno di attività, naturalmente gratuita (perché attuata con passione, coraggio, sacrificio costante).Il Premio “L’ecologia: ambiente e natura” è ormai un appuntamento importante, consolidato e non soltanto nella “nostra” realtà irnina, bensì a livello nazionale e – diremmo – anche internazionale, con adesioni, contributi ed elaborati – pittorici o letterari – provenienti da ogni dove di Italia e perfino da altre nazioni estere, quali ad esempio (per questa edizione) l’Uruguay.Per la cronaca, ecco i nominativi dei vincitori per ogni sezione: la sezione Poesia, in Lingua e Vernacolo; la sezione relativa alla Narrativa e quella della Pittura, divisa – anche questa – in due rami, il Premio “Giovani” – intitolato a un ragazzo morto nel fiore degli anni, ancora acerbo: Diego Fiume – e il Premio per adulti dedicato all’altrettanto giovane ricercatrice Clelia Sessa.Ai primi posti la poetessa Lucia Errichiello, Aprilia, per la Poesia in Lingua; il verseggiatore Salvatore Cangiani di Sorrento, per il Vernacolo; Luciano Davini, narratore di Soncino (Cremona), per il testo di Narrativa; Liberato Amato di S. Marzano sul Sarno per la Pittura “senior”; Claudia Pennasilico Serio di Pagani tra i giovani artisti.I premiati “ordinari”, ossia per aver prodotto poesie, racconti o manufatti, hanno ricevuto artistiche pergamene e medaglie d’oro (primi classificati), d’argento (secondi ex aequo) e di bronzo (terzi ex aequo), nonché menzioni, ma sono stati conferiti riconoscimenti speciali, particolari, come il Premio Speciale Ecologia 2009, assegnato quest’anno al sindaco di Venezia, Massimo Cacciari (per l’impegno ecologico profuso durante la sua amministrazione) e al vicesindaco di Mercato S. Severino, Giovanni Romano.Mentre il secondo, umilmente e nonostante i mille impegni relativi alla sua campagna elettorale (che lo vedono protagonista in qualità di candidato sindaco “rientrante” – dopo la parentesi amministrativa di Rocco D’Auria, sindaco uscente di S. Severino) è stato contento di aver ricevuto tale prestigiosa onorificenza, il secondo ha dato come si suol dire forfait; in pratica non è intervenuto, con gran disappunto dell’organizzatore Sessa, che lo ha ironicamente apostrofato, deluso dal suo modo di fare dopo che il filosofo aveva pur confermato l’adesione al concorso.Romano è stato presentato da Sessa come uno che si è fatto da sé e non rinnega le sue “origini”, perlomeno lavorative: l’ex primo cittadino ed ora neocandidato sindaco ha svolto nella sua esistenza le più disparate mansioni. A detta dell’organizzatore Michele Sessa, Romano è stato meccanico, cameriere, rappresentante, operaio stagionale e non solo.La serata è stata intensa e movimentata, con la presenza dei “Solisti del Barocco”, un ensemble formata da musicisti del territorio sotto la direzione dell’oboista Agostino Stanzione e soprattutto con l’intonatissimo coro dell’istituto “Virgilio” di Mercato S. Severino, molto ben diretto dal maestro Loredana Polimeni, che altrettanto magistralmente ha condotto gli altri freschi e giovanili cori (una ventata di novità e di gioventù…) le “Voci bianche” e i “Pueri cantores”di Lancusi, nonché il coro polifonico “S. Martino”, compatto e cristallino: peccato davvero che la sua performance è stata prevista solamente alla fine della soirèe.Il giorno dopo, il 31 di maggio – domenica (di Pentecoste) – la consueta “giornata ecologica”, cioè un viaggetto, una “gitarella fuori porta”, alla scoperta (o piuttosto riscoperta) delle località più belle della Campania; tale “passeggiata” si tiene da molto tempo e sempre il giorno successivo la cerimonia conclusiva e di premiazione.Questa volta, per la XX edizione del concorso e per il XXV anniversario della nascita della succitata rivista, genetliaco festeggiato anche con una bella torta a pranzo, ci si è recati dalla mattina (partenza precisissima) al castello degli Ayala in quel di Valva, poi a Materdomini di Caposele, presso il santuario di S. Gerardo Maiella: qui si è tenuta una bella celebrazione eucaristica molto ben organizzata con visita della sala dei “fiocchi” (gli ex voto per la protezione dei bambini da parte dell’umilissimo santo, patrono di bambini – appunto – e partorienti) e una fugace foto sui gradini della chiesa, poi si è pranzato all’interno della struttura ricettiva (un menu sopraffino e prelibato, a concludere il quale vi è stata una squisita torta per festeggiare in bellezza L’areopago letterario) e infine si è proseguito il viaggio verso le sorgenti del fiume Sele per poi condursi a Campagna, cittadina straordinaria e straordinariamente bella, semplice, ricca di cultura e di cose da visitare e/o da guardare, da scolpirsi nel cuore. In particolare del castello di Valva ricordiamo – nelle quasi due ore di permanenza – la simpatica guida, Gerardo Palumbo, che ha illustrato le parti visitabili della struttura e ha regalato gadget e riviste culturali specializzate, ma soprattutto i giardini all’italiana con tante statue non neoclassiche ma neoclassicheggianti, il teatro delle verzure, in parte scavato nella roccia ed in parte ricavato dalla scultura del legno; gli stemmi della nobile casata degli Ayala, rappresentati da due lupi a sinistra e nove taccole o merli, che stavano ad indicare i cinque marchesati e le quattro baronie dei proprietari del castello e anche la lettura di un racconto, una fiaba mitologica da parte di un attore nel giardino del maniero; una favola incentrata sulla statua di Diana. Ma anche in quel di Campagna, nel pomeriggio, la visita è stata (a dir poco) interessantissima: due intellettuali facenti parte degli aderenti alla “giornata ecologica”, ovvero i fratelli presidi Rubino (soprattutto) e Liberato Luongo (originari del luogo) hanno infatti spiegato con molta sapienza e maestria molte cose – tra le tante ammirate e vissute con stupore – relative alla cittadina che ospita il 15 agosto la “chiena”, ossia: la piena del fiume Tenza, deviato per l’occasione, e il 17 gennaio i fucanòli per S. Antonio Abate.Si è anche visitato, con l’ausilio del valido giornalista Carmine Granito, di queste parti, il museo della Shoah, l’Olocausto ebraico, presente a Campagna, cittadina in cui è vissuto il questore di Fiume Giovanni Palatucci, eroe e vittima del nazismo che salvò tanti ebrei dalle camere a gas e/o ai campi di internamento e concentramento, nonché lo zio sacerdote: Giuseppe Maria Palatucci.Tra i monumenti visitati in tale preziosissimo scrigno della Campania: la confraternita del SS. Rosario, ricca di affreschi raffiguranti i misteri del Rosario e santi per la maggior parte domenicani; la confraternita del SS. Nome di Dio, detta anche congrega dei nobili o dei trentatrè, poiché gli anni di Cristo quando morì erano appunto trentatrè. Il nome è dovuto probabilmente a S. Bernardino da Siena, che visitò tali luoghi, oppure al nome di un movimento che si trasformò poi in altra congrega.Bellissimo in questo posto il soffitto in legno e oro zecchino, dipinto da Angelo e Francesco Solimena, padre e figlio artisti settecenteschi, nonché altrettanto bello l’altare (laterale) sempre in oro zecchino, rimanente dal soffitto, con un crocifisso decollato, dalla testa mozzata, che si espone ogni volta ci sia un’emergenza per il paese di Campagna: durante alluvioni, siccità, terremoti, eccetera. Bella anche la cattedrale, costruita su più livelli e con antichi ossari nella cripta.