Spiritualità: San Luigi Maria Grignion de Montfort e gli angeli

don Marcello Stanzione

 

Luigi Maria Grignon nacque nel 1673 nella cittadina francese di Montfort, in Bretagna. Era il secondogenito di ben 18 figli. Desideroso di diventare sacerdote, ottenne con molta difficoltà un posto nel seminario per i poveri a Parigi. Ordinato prete, si dedicò subito con grande zelo alla cura pastorale degli ammalati, ai delinquenti, alle prostitute e a tutti coloro che comunemente venivano considerati gli ultimi della società. Si racconta che un giorno dopo aver fatto una colletta tra gli studenti, si presentò con un povero ad un commerciante di abbigliamento e ponendo sul bancone tutto il denaro raccolto in elemosina disse: “ecco il fratello mio e vostro. Se non basta il denaro raccolto tocca a voi aggiungere il resto”. E il povero straccione venne così rivestito completamente a nuovo. Padre Luigi Maria invitava tutti a consacrarsi alla Madonna e chiedeva la recita pubblica del Santo Rosario. Scrisse diversi testi dedicati alla Vergine Maria, tra i quali il più famoso è il “ Trattato della vera devozione a Maria”, divenuto un classico della letteratura spirituale. Anche se il santo è passato alla storia della Chiesa per la sua intensa devozione mariana, gli angeli occupano un ruolo importante nella sua spiritualità. Il suo biografo Blain scrive: “ il fervente seminarista proponeva di adempiere verso i loro angeli custodi i doveri di rispetto, tenerezza e riconoscenza che essi meritavano e introduceva la pratica di salutarli interiormente come esteriormente si salutavano le persone”. Terminava  talvolta le sue lettere salutando l’angelo custode del suo corrispondente. Giunge in un’altra lettera addirittura anche a salutare “tutti gli angeli della città di Nantes”. Le grandi anime di cui il cristianesimo si onora hanno sempre sentito in esse una potente attrazione per la devozione a San Michele. Illuminate da quelle luci soprannaturali con cui Dio si compiaceva inondarle, esse vedevano quanto quella devozione fosse utile nella pratica della vita cristiana.Molto tempo prima di affrontare le sue grandi imprese apostoliche nelle quali risente visibilmente la protezione del Capo delle milizie celesti,  Grignion de Monfort (è stato canonizzato il 20 luglio 1947 dal papa Pio XII) aveva sovente manifestato la sua assoluta fiducia in San Michele. Egli era convinto che l’Arcangelo vegliasse sulle sue imprese e su tutte le sue strade. Ne fece confessione a Suor Maria Luisa di Gesù Trinchet che doveva essere tante volte la confidente dei suoi pensieri e che divenne, su sua ispirazione e sua direzione, la fondatrice dell’istituto delle Figlie della Sapienza. Questa convinzione gli dava una fiera sicurezza, e lo rendeva impassibile in presenza di incontri che avrebbero spaventato un’anima normale. Un giorno, egli si trova in presenza di molti giovani che lo insultano e minacciano di percosse: “Amici miei, disse loro il santo con una calma che attestava la sua fede ardente, amici miei, io non temo nulla! San Michele è il mio difensore”. Questa parola bastò per disarmare i suoi nemici: essi si allontanarono come colti da un misterioso fragore. Montfort mostrerà sempre una particolare predilezione per il principe della corte celeste, zelante per la gloria di Dio, vincitore “ del terribile combattimento che si accese in cielo tra la verità di san Michele e la menzogna di Lucifero”. Egli si recherà in pellegrinaggio a Mont Saint-Michel “per pregare questo santo arcangelo di ottenergli la grazia di guadagnare le anime a Dio, di confermare quelle già in grazia e di combattere il demonio e il peccato”. Montford  infatti si preoccupava dei demoni perché li considerava ostacoli al vero amore di Dio. Perciò li ha combattuti costantemente. Se il santo si è particolarmente affezionato alla devozione agli spiriti celesti è perché egli vedeva in essa un mezzo per lottare contro i demoni. Più di una volta egli subì gli attacchi del demonio nel suo corpo. Per san Luigi Maria il mondo e il demonio sono la prima causa del peccato, per questo motivo egli realizzerà numerose missioni popolari per aiutare i cristiani a fuggire il mondo ed il demonio, allontanandosi dalle sue tentazioni. Durante queste missioni, il santo distruggeva pubblicamente le opere esterne del demonio, come i libri contrari al cattolicesimo e ai buoni costumi. Davanti ai casi di possessione che gli vengono presentati, san Luigi Maria opera innanzitutto per la conversione della persona. Il suo biografo Grandet scrive che al Montfort “ premeva più scacciare i demoni dalle anime che impiegare i mezzi di cui si serve la Chiesa per scacciarli dai corpi. Se le preghiere prescritte restano inefficaci, egli vede nei casi di possessione una trappola del diavolo per fargli perdere il tempo che doveva impiegare per distruggere l’impero del peccato”.  Osserva l’altro suo biografo Besnard: “ Monsieur Grignon, come conseguenza delle sue missioni, stabilisce in molte parrocchie una confraternita di uomini sotto il titolo di Soldati di san Michele ai quali prescrive quasi gli stessi regolamenti dei Penitenti bianchi”. Troviamo conferma di ciò nella Lettera 21 del santo: “ Invierò… per portare da parte mia sessanta piccole croci di San Michele ai nostri soldati”. Egli farà innalzare statue dell’Arcangelo, ad esempio al calvario di Sallertaine. Un altro suo biografo, il Fradet, osserva: “ E’ sorprendente che non abbiamo alcun cantico su san Michele al quale il beato era così devoto e di cui propagava la devozione. Ciò che Montford dovette scrivere in onore di questo santo arcangelo, senza dubbio è andato perso”. Il popolo seguiva questo missionario carismatico ed ascoltava volentieri le sue prediche, si narra che mentre stava per morire la sua stanza venne più volte invasa dai suoi devoti. Il santo moribondo benedì tutti i presenti e con essi intonò uno dei suoi cantici preferiti: “Andiamo, miei cari amici, andiamo in paradiso! Qualunque cosa si guadagni quaggiù, il paradiso vale di più!”. E morì cantando. Era il 28 aprile 1716.