Cartelle ICI e prescrizione

 

Salvatore Ganci

A volte ho l’impressione (senz’altro sbagliata) che le Leggi della Repubblica abbiano valenza diversa a seconda della latitudine (mai per longitudine). Non sono un uomo di Legge ma un semplice cittadino con il principio del “solve et repete”. L’ICI (l’imposta che ti negava il diritto pieno su un tuo legittimo e primario possesso) è stata abolita e rimane per le seconde case (a volte anche per le quinte e seste case). Molti cittadini (con seconde e quinte case) la evadono allegramente (ed è curioso: specie in alcune frazioni di piccoli comuni) e questo è un italico mistero: l’immobile pertanto non esiste e non esiste neppure la tassa sui rifiuti solidi urbani, proprio perché non esiste quella bella casetta con i gerani scarlatti sul poggiolo che nessuno dell’Ufficio Tecnico Comunale ha mai visto, passando di lì. E’ una realtà che osserviamo “facendoci i fatti nostri” e pagando regolarmente l’ICI su una seconda casa dispersa nell’Appennino ligure – emiliano nonché una sostanziosa tassa sui rifiuti solidi urbani per una casa sempre deserta. Con l’abolizione dell’ICI molti Comuni con amministrazioni più o meno disinvolte, si sono scatenati alla ricerca di cartelle in morosità (nota che è al cittadino che spetta sempre e comunque l’onere della prova)  e non solo per l’ICI ma anche per cartelle relative ai rifiuti solidi urbani già pagate ma spedite due volte. E allora si apre pazientemente un faldone, si controlla che il “solve” sia stato onorato ma purtroppo il “repete” non ha voce, perché ti tocca perdere tempo per una fotocopia della cartella pagata, per battere due righe e spedire (a tue spese) una raccomandata a. r. dopo una interminabile fila all’ufficio postale per dire: “guarda che ti sbagli: ho già pagato”. “Colpa del computer” disse una volta qualcuno dell’ufficio comunale … Il faldone si gonfia ogni anno di più … ma è meglio conservare cartelle di oltre cinque anni per evitare sorprese.Leggo che a Sassano richiedono cartelle ICI (per di più maggiorate di mora) di fine secolo? Ai cittadini si richiede l’onere di provare qualcosa che (a torto o a ragione) risale a 10 e più anni fa? Resto meravigliato: a un delinquente che, per “efficienza” del sistema giudiziario scatta una “prescrizione”, va tutto bene, e a un cittadino, che, meno “ossessivo” di me, perde o non trova un bollettino la prescrizione non scatta?  O è il Comune così efficiente da “ricordarsi” dopo 10 anni di non avere applicato quanto era tenuto ad applicare allora? Carenza di personale? Colpa del Computer? Pratiche accumulate?Sono certo che il Codacons saprà sciogliere questi dubbi soprattutto se saprà indicare con certezza quali sono i tempi di prescrizione per questioni amministrative. Rileggerò volentieri una sua nota per sapere “com’è finita”. C’è un po’ di confusione quando mi sento dire “cinque anni ma le consiglio di conservarle per dieci”. E io conservo tanta carta che potrebbe essere più utile al riciclo.