Province senza ruolo nè identità:nuove prospettive economiche

 

Agli inizi del terzo millennio il Salernitano, l’Avellinese, il Beneventano sono a un bivio: adagiarsi nella crisi, sprofondando nella recessione economica e nel degrado sociale o reagire con coraggio, cercando un nuovo “Rinascimento Morale, Sociale, Politico.”Il senso di sfiducia dei cittadini verso le Istituzioni può essere superato, proponendo il rinnovamento, la partecipazione, la trasparenza, l’efficacia di un programma possibile.Il Comitato propone come progetto politico primario:la creazione di una nuova Regione costituita dalle Province di Salerno, Avellino, Benevento.La nostra proposta nasce nel lontano “1947”: la Commissione dei “75”, Assemblea Costituente incaricata di redigere il progetto di Costituzione aveva formulato l’art. 131, sull’istituzione delle Regioni, in modo diverso da quello definitivamente approvato dall’Assemblea Costituente.Esso prevedeva un’eventuale consultazione delle popolazioni che avessero avuto caratteristiche geografiche, economiche, storiche, marcate e definite.I Costituenti prestarono grande attenzione agli Enti locali (Comuni, Province, regioni), infatti vi dedicarono l’intero titolo quinto dall’articolo 114 all’articolo 133. Molto importante è da ritenere l’articolo 5 della Costituzione Italiana.

“La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali…..adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze della autonomia e del decentramento.” Con questa disposizione i Costituenti hanno concepito l’Italia nell’equilibrio tra la sua dimensione “Unitaria” (La Repubblica è una e indivisibile) e le sentite “Identità Locali” (La Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali).Noi diciamo che è un bene prezioso “L’Unità Nazionale”, ma è un bene prezioso anche la “Ricchezza delle Realtà Locali”.L’articolo 5 riconosce quindi un’ampia autonomia agli Enti locali, (Comuni, Province, regioni) i quali hanno la potestà di governarsi da sé, emanando norme e regolamenti non in contrasto con la legislazione statale. Il trasferimento di poteri agli Enti locali, avvenuto fino ad oggi con il contagocce e in maniera disarmonica, si basa sul principio che essi conoscono meglio degli organi centrali dello Stato i problemi dei cittadini e quindi possono meglio affrontarli e risolverli.Ritornando al citato articolo 131 della Costituzione Italiana, nel settembre 1947 l’Assemblea Costituente doveva fissare la data della consultazione e i Salernitani, gli Avellinesi, i Beneventani dovevano scegliere una Regione formata da: Salerno – Avellino – Benevento. Dalla Costituzione della regione Campania “1970” le risorse economiche del Governo centrale e della Comunità Europea sono state molte, ma quelle poche utilizzate per dei progetti di sviluppo, la maggior parte sono state, per lo più, sperperate o sono finite per alimentare il male affare e la delinquenza delle Province di Napoli e Caserta. Ben 2500 milioni di euro “non sono stati utilizzati” per dei progetti di sviluppo e, di conseguenza, la Comunità Europea “ha dirottato” queste risorse economiche verso altri paesi.Dalla costituzione della Regione Campania è mancata l’effettiva partecipazione dei cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale della Regione.Il prof. Robert Putuan dell’Università di Havard ha impegnato 23 anni per scrivere il saggio “La Tradizione Civica nelle Regioni Italiane”; ha lavorato da 1970, scoprendo un Nord dove la democrazia funziona e produce consenso e ricchezza ed un Sud, senza virtù civiche, dove è difficile eliminare mafia e camorra. Per quanto riguarda i Salernitani, Avellinesi, i Beneventani in più di trentacinque anni di “Napoli-Centrismo” abbiamo assistito a furti e scippi di risorse. Non vi è stato nessun progetto politico di sviluppo programmato delle zone interne, né la razionalizzazione di infrastrutture per l’insediamento di industrie a tecnologia avanzata “Parco Territoriale Tecnologico” , ne il riconoscimento della “Zona Franca” al fine di attrarre capitali italiani e stranieri per la anscita di nuove imprese e quindi contribuire alla riduzione della lunga lista dei “giovani senza lavoro” iscritti da molti anni presso gli inutili uffici di collocamento. A Salerno, Avellino, Benevento ci sono tanti giovani disoccupati che, avendo superato la trentina “per la legge italiana sono già vecchi”, non possono sposarsi e mettere su famiglia, non possono costruirsi una vita sociale e civile, ma tutti gravano sui poveri bilanci economici familiari.In più di trentacinque anni da Napoli sono giunte solo promesse roboanti, finite nel nulla; abbiamo udito le omelie dei nostri consiglieri regionali; basta leggere gli articoli dei giornali: basta imbrogli, noi progettiamo, loro cambiano le carte; “Scippi, ritardi e polemiche, la Regione naufraga”.Basta riascoltare le dichiarazioni dei consiglieri regionali rilasciate alle emittenti televisive locali, ma l’aspetto più grave è che i cittadini considerano la Regione Campania come un corpo estraneo alla loro vita politica e sociale.E’ ancora attuale, è da condividere il pensiero espresso più di 60 anni fa dall’onorevole Costantino Preziosi , “Va bene, saremo più poveri, faremo maggiori sacrifici, ma non subiremo soprusi, con Napoli non si può convivere, da Napoli si è inghiottiti. E’ la grande metropoli, una fornace ardente, tutto brucia, tutto distrugge”.Ai cittadini delle Province di Salerno, Avellino, Benevento, il Comitato Regionale “Spazio Aperto” propone di unire le forze, per realizzare un grande progetto politico: la creazione di una nuova Regione costituita dalle Province di Salerno, Avellino, Benevento. L’articolo 132 della Costituzione Italiana offre la possibilità di portare avanti questa iniziativa: “Si può con legge costituzionale…..disporre…..la creazione i nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti consigli comunali, che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.La procedura di creazione di una nuova Regione è stata già utilizzata nel 1963 per istituire, con legge istituzionale 27 Dicembre 1963, numero 3, la Regione Molise che ha una popolazione “inferiore al milione di abitanti”. La Nuova Regione: Salerno – Avellino – Benevento ha una superfice di 10.595 Kmq e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti.I Napoletani e i Casertani dovrebbero accettare questa iniziativa di istituire la nuova Regione, perché essi si rendano conto che possono, da soli, risolvere i loro problemi e possono portare, quindi, le loro zone a quello sviluppo economico in maniera più organica ed adeguata al territorio.D’altra parte, rispetto ai Napoletani ed ai Casertani, i Salernitani, gli Avellinesi, e i Beneventani presentano diversità culturali, economiche e territoriali – riconosciute dagli stessi componenti dell’Assemblea Costituente – tali che richiedono per il futuro  scelte che portino il territorio del Salernitano – dell’Avellinese – del Beneventano : all’autonomia territoriale,  alla gestione delle risorse finanziare, allo sviluppo programmato delle zone interne con sbocco al Porto di Salerno e all’Aereoporto Costa d’Amalfi.

 

                                                                        Comitato Regionale “Spazio Aperto”