Sea Park, Sea Farm, Ideal Standard: San Matteo pensaci tu

Aldo Bianchini

Il 15 dicembre scorso a tre giorni dal rinvio a giudizio ordinato dal Gup Anita Mele, mutuando la storica (si fa per dire!!) affermazione di Francesco Saverio Borrelli (ex capo della Procura milanese) che gridò ai quattro venti “resistere, resistere, resistere” contro il demoniaco Berlusconi, il sindaco di Salerno Vicenzo De Luca dagli schermi di Telecolore gridò: “Pazienza, pazienza, pazienza fino a marzo”  volendo così tranquillizzare i suoi fans che già con la prima udienza del processo fissata per il 2 di marzo la sua posizione si sarebbe presto chiarita. In un mio editoriale sulle frequenze di Quarta Rete (certamente più libera di Telecolore!!) invitai il sindaco ad una maggiore prudenza ed a parlare molto di meno, soprattutto a non fare proclami di natura giudiziaria. Perchè, dissi, un processo si sa quando inizia ma non si sa quando finisce. La giustizia italiana è questa, caro De Luca, ed è esattamente la giustizia che i Tuoi conpagni comunisti hanno voluto e sponsorizzato allevando nelle scuole di partito la stragrande maggioranza di quei PM che presto passeranno alla storia come “toghe rosse”. Ora è tardi per recriminare e De Luca dovrà accettare lo stesso destino che in passato ha sempre ed aspramente rimproverato ai politici che lo hanno preceduto nel controllo del potere. Il destino è quello dello “status di rinviato a giudizio”  che è una delle posizioni più scomode e delicate per un politico che ambisce a governare e dominare il comune capoluogo, la provincia e, forse, la regione dopo essere passato per le comode aule di Montecitorio; comode perchè quella posizione gli consentì, comunque, di ottenere la distruzione delle numerose intercettazioni telefoniche che avrebbero potuto inchiodarlo ad altre e più grosse responsabilità. L’accusa da cui si dovrà difendere De Luca è seriamente grave: associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla concussione. Questo è quanto ha sancito il GUP nel contesto dell’ordinanza di rinvio a giudizio per Vincenzo De Luca e per altri 43 personaggi che elencheremo nel prossimo articolo. Il gran numero degli imputati, portatori ognuno di storie personali e diverse, prolungherà ancora di più il processo (semmai la giustizia non fosse già lunga di per se) ed il sindaco non perderà, per molto tempo ancora, il suo status di rinviato a giudizio che certamente gli verrà ricordato dai suoi avversari e detrattori in ogni momento della sua futura vita politica. Ha una sola fortuna dalla sua, quella di un appiattimento incomprensibile e inquietante dell’informazione salernitana che non ha speso neppure un rigo o una parola per raccontare alla gente com’è andata la prima udienza del processo tenutasi lunedì 2 marzo 2009. Brevissima come da prassi consolidata, numerosissime le eccezioni procedurali, concessione dei tempi tecnici al nuovo PM per studiare i diversi faldoni. Ed infine la ciliegina sulla torta che non ha sconcertato più di tanto gli agguerriti collegi difensivi: rinvio al 21 settembre 2009. Quasi come dire che i giudici della 2^ sezione penale del tribunale di Salerno non sapessero che il 21 settembre è la giornata di San Matteo che è anche il Patrono della città e che, quindi, quello sarà un giorno festivo per tutti, anche per gli addetti alla giustizia. Probabilmente nel mese in cui De Luca sciorinerà il suo rituale di inaugurazioni a tutte le ore andrà in giro gridando: pazienza, pazienza, pazienza almeno fino a San Matteo … ed anche oltre”. E forse quel suo fans che in piena campagna elettorale scrisse “Vicienz’ è patr a me”  lo vedremo sventolare un più credibile striscione con su scritto: “San Matteo …. pensaci Tu a Vicienz’ ch’è patr a me“.