Coldiretti: il latte salernitano vale di più

 

 

La recente scelta unilaterale di abbassare il prezzo del latte, comunicata agli allevatori in maniera retroattiva al primo gennaio, da parte della Centrale del Latte di Salerno rischia di diventare un vero boomerang anche per i consumatori. Infatti i consumatori devono sapere che un litro di latte di alta qualità (n.d.r. quello che viene definito latte fresco) prodotto in provincia di Salerno ha un costo alla stalla non inferiore a 40 centesimi. Il motivo di tale costo è da ricercarsi in diverse cause che possono essere riassunte in: alto valore genetico delle mucche, alimentazione di eccellenza (ed onerosa) degli animali, impianti e tecnologia di allevamento all’avanguardia. Un allevamento non è una semplice stalla, ma un complesso sistema produttivo che risponde in primo luogo alla necessità di produrre latte di alta qualità, igienicamente sano e sicuro dal punto di vista sanitario. Infatti, non dobbiamo dimenticare, che il latte finisce sulle tavole quotidianamente delle famiglie, è consumato da bambini, adulti ed anziani ed è notoriamente risaputo che tutti attribuiscono alla Centrale di Latte di Salerno una grande fidelizzazione derivata dalla consapevolezza che è garante di un prodotto sicuro, sano e soprattutto locale. I recenti scandali del latte cinese alla melamina hanno riportato all’onore delle cronache l’importanza di effettuare stringenti controlli mirati a rendere sicuro ciò che  noi e i nostri figli consumano quotidianamente. La sicurezza alimentare è un imprescindibile requisito che non può essere assoggettato alla logica del profitto. Seppure molte catene distributive (private label) si stiano organizzando per portare latte fresco sui propri scaffali, occorre sottolineare che non questo non sarà latte locale. Il consumatore deve essere ben consapevole che il risparmio di cinque centesimi al litro (perché di questo si parla) certamente non lo arricchirà, ma metterà in serio pericolo di vita le imprese che vivono , producono e sostengono l’economia della nostra provincia. E’ un  prezzo che siamo di sposti a pagare…o meglio a risparmiare? Cinque centesimi al litro di latte? Forse anche le associazioni di consumatori farebbero bene a non distogliere la loro preziosa attenzione dai problemi veri piuttosto che cedere alle stantie logiche produttive di stampo fordiano.