“I cuccioli del Sorriso” tra le corsìe

 

Sabato 17 novembre, alle ore 10.30, presso le strutture complesse di Pediatria e Chirurgia Pediatrica dell’ospedale “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, arrivano “I cuccioli del Sorriso”, una mattinata organizzata dagli Animatori Sorriso,  i volontari per i bambini in ospedale.L’iniziativa, realizzata d’intesa con l’Associazione “Una (Uomo – Natura – Ambiente) Carmine Longo”, in occasione della festività di S. Antonio Abate, patrono degli animali domestici, mira a guidare i bambini alla conoscenza del mondo animale attraverso giochi ed un laboratorio creativo. L’Associazione “Una – Carmine Longo”, una realtà che opera concretamente in difesa dei diritti degli animali, distribuirà simpatici gadget e guide illustrate sul tema dell’approccio con gli animali domestici (con una dimostrazione delle modalità d’uso di sacchetto e paletta), del randagismo ed abbandono (fornendo informazioni sull’attività di strutture come i canili che si occupano degli animali senza proprietario), delle adozioni a distanza per coloro che amano i cuccioli, ma non hanno spazio, tempo e modo di ospitarli a casa propria. Un incontro con il preciso intento di educare e formare alla cultura del rispetto verso tutti i viventi, in particolare in ambito urbano ed in materia di convivenza uomo/bambino/animale, il tutto in un contesto ludico che consenta di regalare ai piccoli degenti un momento di gioia. L’evento può anche costituire l’occasione per riflettere sull’importanza della pet therapy: la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con l’animale potrebbero alleviare i sentimenti di disagio dovuti alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario. Le attività ludiche e ricreative organizzate in compagnia e con lo stimolo degli animali, il dare loro da mangiare, il prenderli in braccio per accarezzarli e coccolarli hanno lo scopo di riunire i bambini, farli rilassare e socializzare tra loro in modo da sollecitare contatti da mantenere durante il periodo più o meno lungo di degenza, migliorare, cioè la qualità della loro vita in quella particolare contingenza.