Mercato SanSeverino:Mauro Iannone candidato a sindaco

AnnaMaria Noia

Brillante avvocato, professionista serio e stimato, apprezzato, non solo nell’hinterland sanseverinese bensì a livello provinciale; coraggioso, umile, simpatico e soprattutto molto disponibile: questo il ritratto non politico e non “politically correct” di Mauro Iannone, candidato del Pd (Partito Democratico) sanseverinese alla ambita poltrona di sindaco per l’era del “dopo D’Auria” (ma ci sarà?).   Gli abbiamo rivolto alcune domande inerenti strettamente la politica, sua e dell’opposizione che il Pd “dovrebbe” (?) rappresentare per vincere la grande sfida “ri-lanciata” dalla schiera di Romano & C. Perché la politica, qual è il compito precipuo di un candidato al ruolo di primo cittadino, che fare per accontentare i cittadini (impegni concreti senza tanti discorsi, attenzione alle esigenze della popolazione, passione per l’arte del vivere…) e come fare per non prendere in giro gli elettori, menando spesso il can per l’aia? “La politica, arte del vivere o meglio del saper vivere, è per me la missione per cui si offre al cittadino la propria intelligenza per la risoluzione dei problemi del territorio, nonché il migliorare la qualità della vita di tutti attraverso le giuste decisioni. Senza tanti discorsi, anche se ormai siamo abituati alla politica chiacchierata, fatta di promesse e di programmi faraonici, nonché fantascientifici, mentre la gente, il cittadino, ha bisogno di un linguaggio semplice, comprensibile, concreto.” “Per essere più vicino alle esigenze della popolazione frequento moltissimo – anche per motivi professionali – tutta la gente, di qualsiasi ambiente ognuno rapportato col proprio modello di vita. È la gente che chiede a gran voce di essere ascoltata, esaudita.”Punti principali del vostro programma e del programma Pd? “I punti principali del programma che, tengo a dirlo, ho stilato assieme al consigliere Antonio Basile e ad altri gruppi politici attivi sul territorio, e di estrazioni politiche differenti, sono tipiche di un programma innovativo ma contestualmente in regime di colleganza con i bisogni del territorio. Ci soffermiamo soprattutto sulle politiche sociali, sulle infrastrutture, che sono necessarie, sia urbanistiche – tipo altri impianti sportivi e strutture adibite ad accogliere ambienti culturali – poi un occhio particolare andrà – se verremo eletti – all’associazionismo, da favorire, incoraggiare, incrementare.” “Ciò come punto di riferimento del pensiero giovanile, sotto qualsiasi forma.” Perché votare Pd a S. Severino? “Innanzitutto voglio chiarire che a tutt’oggi non sappiamo se il simbolo del Pd verrà conferito a me, o al gruppo succitato di politici in lizza per la poltrona di amministratore, nonostante la coerenza e l’abnegazione agli indirizzi del vertice provinciale. Siamo sicuri, io e gli altri suddetti candidati, di poter portare al territorio una ventata di professionalità, trasparenza, disinteresse personale, a differenza di altri protagonisti di progetti già proposti all’attenzione della collettività.” “Il ragionamento e il dibattito a fondamento di ogni decisione, questo il mio slogan, il cittadino ritorni a incidere sulle scelte politiche.” Come vi sembra attualmente la situazione politica sempre a S. Severino? “Molto difficile, direi drammatica considerata la stagnazione decisionale di questa amministrazione, che ormai non ha più nulla da dire.” Quali strategie attuerete per vincere la partita delle primarie per poi divenire eventualmente sindaco di S. Severino? “Le primarie con molta probabilità non verranno attuate, a causa dei personalismi che alcuni esponenti (prima) del Pd sanseverinese hanno dimostrato con la nota fuga avanti. Tali persone si assumeranno poi le proprie responsabilità in seno al partito. In effetti, proprio riguardo a questo “problema”, alla questione da voi “sollevata” in queste frasi, cosa dite del “grande salto”, della corsa solitaria verso la poltrona di Carmine Ansalone? “E’ una scelta che non posso condividere, in ragione delle stesse primarie, chi ha forza, chi si sente il primo deve avere il coraggio di dimostrarlo attraverso gli strumenti previsti dal regolamento del partito, ossia col dialogo e la concertazione, senza trucchi e soprattutto senza smanie di protagonismo”.