Proteste all’Ateneo di Salerno

Chi scrive lo fa da testimone diretto dei fatti. Fortunatamente, all’Università di Salerno le proteste “anti-Gelmini” non hanno avuto alcuna speranza di successo, nonostante i timidi tentativi di alcuni “novelli” rivoluzionari di instillare negli animi dei “laboriosi studenti universitari” lo spirito della rivoluzione. Le attività didattiche si sono svolte nella piena regolarità, secondo il consueto “calendario”, senza eccesssivi rumori, fragori e “scontri” verbali e non. Il tentativo di alcuni esponenti dell’estrema sinistra, studenti e docenti, legata agli ambienti dell'”autonomia” e dei “centri sociali” di “colorare” politicamente le manifestazioni, dallo scarso seguito, svoltesi davanti al rettorato, in questi giorni,attraverso il ricorso ad una simbologia post-sessantottina, decisamente superata dai tempi, credo che abbia certamente non favorito gli organizzatori della “protesta”, fossero essi, lo ripeto, docenti o studenti.  Queto almeno è lostato presente della situazione, presso l’Ateneo salernitano. Si attendono, pertanto, ulteriori sviluppi, nelle prossime settimane, soprattutto dopo la manifestazione “oceanica” che il Partito Democratico ha organizzato a Roma, in questi giorni. La volontà del governo e del ministri Gelmini, nonostante la pressione della piazza appre, pertanto, irremovibile. Sapere come reagirà il movimento opposizione alla riforma, nella varietà delle sue forme, è un mistero: almeno nell’Università di Salerno. Peccato osservare, da parte di chi scrive, a prescindere dalla validità delle ragioni della protesta studentesca, che nell’Ateneo Salernitano la “Destra” (il termine è da intendersi nel senso più ampio possibile)  è totalmente assente, a livello organizzativo, culturale, ideologico e, direi, persino “folcloristico”. Un vero scandalo, secondo chi scrive. Le “simbologie” politiche, gli slogan, ammesso che nell’attuale contesto politico italiano, servano ancora a qualcosa, sono sempre quelli di “sinistra”, noiosi e stereotipati, ma capaci ancora di attrarre uno sparuto seguito di “militanti” ed incapaci di essere “contrastati”, seppur pacificamente, da altri, di “colore” politico opposto. Questo fatto, molto grave e significativo, a detta di chi scrive, dovrebbe sucitare l’attenzione dei “dirigenti” locali dei partiti del “centrodestra” salernitano, continuamente coinvolti in beghe di potere “locali”, ma totalmente dimentichi dello “scollamento”, ormai presente, tra le nuove generazioni salernitane e la politica, almeno quella ideologicamente e “culturalmente” di destra. La conclusione, dunque, di questa settimana di agitazioni universitarie a Salerno, è la totale “assenza” politica ed organizzativa, di una Destra giovanile, pronta a condividere o, eventualmente a contrastare (lo ripeto, con gli strumenti della dialettica democratica), le “iniziative” politiche della parte opposta.

Wolf