“Ehi tu, Coronavirus Covid19: stammi bene a sentire…!”

 Sono nato negli anni ’50/’60 e sono venuto alla luce in una sala parto dove medici e infermieri mangiavano panini con il salame e fumavano una sigaretta dietro l’altra nell’attesa che mia madre partorisse, senza mascherine, senza guanti; sono sopravvissuto ai vaccini al mercurio puro e all’amianto sui tetti e nei tubi degli acquedotti.

Ho resistito agli attacchi del vaiolo e ne sono stato marchiato sul braccio; mi sono imbattuto in influenze mortali come la Filippina e altre peggiori di te, e ho schivato la TBC e l’Aids pregando, o solo spostando la testa di lato, ma molto velocemente.
Sono cresciuto in scuole senza estintori, senza protocolli di igiene e sicurezza; ho respirato la benzina rossa, la diossina di Seveso e sono stato contaminato dalle radiazioni nucleari di Chernobyl. Mi sono disinfettato le ferite delle cadute in bicicletta e in moto con aceto e calci nel sedere; sono cresciuto mangiando cibi che non avevano ancora la scadenza per Legge e ho bevuto acqua dal rubinetto senza filtri; ho fumato Nazionali e MS, e mi sono sbronzato con alcolici altamente tossici.
Ho guidato senza casco motociclette pericolosissime da 400 Kg con i freni a tamburo, e macchine prive di qualsiasi affidabilità: senza cinture e senza airbag e che non avevano nemmeno la spia dell’acqua.
Ho vissuto il boom economico e l’austerity con la stessa imperturbabilità, e sono stato curato con medicine non testate dall’OMS e sparate nel mio corpo con siringhe di vetro dagli aghi enormi e spuntati che si sterilizzavano sul fuoco in un terrificante contenitore di latta, che ancora oggi mi fa venire gli incubi.
Non ho mai avuto uno psicologo o un sostegno scolastico: ai miei tempi non esistevano nemmeno; e le ho prese di santa ragione da tutti: da mia madre, da mio fratello maggiore, e dai bulli più grandi di me che ho incontrato, e ne son sempre venuto fuori senza traumi.
E tu, Coronavirus, Covid19, pensi di fare paura a chi come me è sopravvissuto a tutto questo?
Sono io che ti avverto: quelli come me li riconosci subito; perché siamo quelli che vedi in giro senza mascherina e quelli che continuano a fare quello che hanno sempre fatto: sopravvivere; quindi non ti fare illusioni sbagliate.
Siamo Italiani, abbiamo conquistato il mondo due volte, abbiamo scritto la storia dell’arte e abbiamo vinto una guerra mondiale; e abbiamo superato crisi peggiori di te e non ti temiamo: ti mostriamo il dito medio e ci beviamo una bella birretta tutti insieme alla facciazza tua, con l’augurio e con la speranza che sia tu a schiattare per primo, e molto più alla svelta di tutti noi. Naturalmente la birra è una: “Corona”, ghiacciata, perché abbiamo imparato anche a essere fatalisti e immortali. Coglione!